domenica 28 febbraio 2010
Il Cavaliere Nero
Spett. Amiconi, Preg. Amichine,
è probabile che per un po' di tempo io debba assentarmi da questo bellissimo blog e che con vostro, ma soprattutto mio, rammarico tra qualche giorno le mie apparizioni si possano rarefare fino quasi a cessare del tutto...
Non temete e non piangetemi: sto bene - per esempio, prendo anche lezioni di scherma a domicilio e non mi sono mai sentito meglio! - e vi assicuro che non appena i miei impegni si saranno spegnati ritornerò presto da voi. Nel frattempo, se non avete di meglio da fare, ripassatevi il blog ché poi vi interrogo. Oppure, se volete curiosare nel "reparto visite", cliccando col mouse su "GeoClock" o su "Visitors' Map" (nella colonna a sinistra) avrete la possibilità di vedere tutte le località di provenienza delle persone che hanno visitato il mio blog. Interessante.
A presto, dunque, e continuate a seguirmi.
Con affetto, vostro affezionatizzimo Francesco
Il gatto Charlie
Questo gatto, che è di mio figlio e di mia nuora (che non è di Nuoro), si chiama Charlie.
Anche questo è Charlie.
Questo, invece, è Charlie.
Lo avete riconosciuto? E' Charlie, il terzo dei quattro gatti di mio figlio e di mia nuora.
Gli altri non sono riuscito a fotografarli perché erano fuori a pranzo, da amici. Charlie adora essere fotografato, per questo si mette sempre in posa e quando vado via sembra chiedersi quando tornerò da lui.
"Mi annoio a morte - mi ha miagolato confidenzialmente un giorno in un orecchio -, in fondo qui siamo sempre quattro gatti!"
Olbia
Ancora due panoramiche di Olbia, vista da una collinetta in collina dalla quale si vede la pianura.
Sullo sfondo, in fondo, oltre la pianura, si vedono le montagnette verso Arzachena e Golfo Aranci, con la montagnetta di Cabu Abbas.
Se non sapete cos'è Cabu Abbas, cercàtelo su Google e troverete tutte le spiegazioni del... cabu.
Se non sapete cos'è Cabu Abbas, cercàtelo su Google e troverete tutte le spiegazioni del... cabu.
Io, che non mi si vede perché sto scattando la foto, sono sulla collinetta; mentre la pianura è più sotto. In pianura, appunto.
In questa immagine, oltre all'isola di Tavolara (sullo sfondo, a dx), si vedono l'aeroporto (un po' prima di Tavolara) e la superstrada per Sassari.
In questa immagine, oltre all'isola di Tavolara (sullo sfondo, a dx), si vedono l'aeroporto (un po' prima di Tavolara) e la superstrada per Sassari.
Sempre che vogliate andare a Sassari. Altrimenti, se volete, potete andare anche a San Teodoro o a Nuoro.
Domenica a piedi
venerdì 26 febbraio 2010
domenica 21 febbraio 2010
mercoledì 17 febbraio 2010
Pozzo Sacro
Questa è l'immagine di un pozzo sacro che si trova nei pressi di Galtellì (NU). Il nome non lo so, ma siamo di sicuro in Sardegna.
Per trovarlo è stato davvero un problema, perché è in mezzo alla campagna e circondato da una boscaglia impenetrabile. Poi, quel giorno in cui lo scoprii pioveva a dirotto (quasi nove) e faceva un freddo bestia! Questi monumenti appartengono, se ben ricordo, all'epoca nuragica, e sono ascrivibili, più o meno, all'Età del Bronzo (ca. 1700 a.C.). In Sardegna sembra che ce ne siano circa tremila, e gli studiosi della materia hanno avanzato numerose ipotesi delle quali, onestamente, io non conosco quella esatta. Ma volendovi togliere la curiosità, potreste fare un'accurata ricerca ed avere le risposte che cercate. Perciò, tornando alle ipotesi, c'è chi afferma che fossero antichi osservatòri astronomici dai quali conoscere le eclissi e le fasi lunari, e quindi le stagioni; mentre c'è chi sostiene che fossero monumenti religiosi legati a pratiche oracolari e ordaliche, oltre che al "culto delle acque".
Nelle cerimonie ordaliche (riti cruenti nei quali l'accusato doveva superare alcune prove, sottoponendosi al giudizio divino, per dimostrare la propria innocenza o colpevolezza), colui che aveva commesso un crimine veniva immerso in queste acque e si attribuiva al giudizio del dio la sua salvezza o il suo annegamento.
Secondo la credenza (che in questo caso non è il mobile che ho in cucina), infatti, il dio viveva nelle acque sotterranee e si entrava in rapporto con lui scavando un pozzo che, tramite una scala, raggiungeva una vena d'acqua. E poi... erano cavoli di chi veniva giudicato.
Tra quelli che ora mi vengono in mente c'è quello di Santa Vittoria (a Serri, tra Barumini e Nurri, lungo la S.S. 128), di Sos Nurattolos (a Alà dei Sardi, tra Monti e Buddusò, se vi volete scapicollare lungo una salita sul fianco della montagna), la fonte nuragica Niedda e il Predio Canopoli (a Perfugas, tra Tempio Pausania e Sassari), il cui passato storico è ben custodito nel locale Museo Archeologico.
Ma forse il più famoso e bello è quello di Santa Cristina (nei pressi di Paulilatino, lungo la S.S. 131 Carlo Felice) che, oltre ad essere considerato un capolavoro architettonico che risale a circa mille anni prima di Cristo, è giunto fino a noi molto ben conservato. Vi sono piaciuto?
Naturalmente non prendete come oro colato tutto quello che vi ho detto, perché sono ignorante. Ma se volete saperne di più, è sufficiente fare una ricerca dei nomi che vi ho scritto e troverete chi meglio di me saprà togliervi ogni dubbio.
Francesco Dotti (archeoscooterista e blogtrotter part-time)
E questo è il solito acquerellozzo ispiratomi dalla sovrastante immagine del pozzo sacro, dal quale ho estirpato un po' d'erba (senza fumarla) e disposto il pietrame qua e là secondo i miei gusti.
Che, ovviamente, sunt non disputandum.
Ganzo, vero?
domenica 14 febbraio 2010
venerdì 12 febbraio 2010
Bertolaso
Quanto è stato detto in questi giorni sulla reputazione del Dott. Bertolaso mi ha profondamente addolorato. Come uomo della strada, ma soprattutto come Italiano. Perché, secondo me, Bertolaso non si merita la gogna mediatica alla quale è stato ripetutamente sottoposto.
Non gli si sputa addosso tanto veleno, tanta cattiveria, dopo tutto quello che ha fatto. Fermi restando, in chiusura, i ripetuti, vibranti cerimoniali: "Confidiamo nell'azione della magistratura"...
Secondo me, quando si indaga, come in questo caso, su un uomo come Bertolaso, non ci si dovrebbe limitare alle sole intercettazioni telefoniche, gettando pubblicamente sospetti e ombre inquietanti sulla sua persona, ma si dovrebbe andare fino in fondo. Fino a beccarlo, eventualmente, con "le mani nel barattolo della marmellata". E non so se questo è stato fatto, o se mi è sfuggito qualcosa, pur "confidando nell'azione della magistratura". Ma lasciando perdere i presunti "massaggi" (che anch'io, sofferente di mal di schiena data l'età, qualche volta ho fatto nello studio di un tal fisioterapista di nome Ugo) e qualche altra "chiacchiera" da cortile dei quali, ahimè, talvolta molta stampa ormai usa pascersi, credo invece che in un Paese come il nostro, con le leggi che ci sono, sia chiaro a tutti quanto diventi sempre più difficile "lavorare", e non solo con le emergenze, soprattutto quando si amministra del denaro pubblico e si è costretti a indire gare d'appalto.
E allora i casi sono due: o si lavora, risolvendo i problemi della gente e probabilmente rischiando anche di commettere qualche errore, oppure non si fa nulla e non si rischia nulla. Ma tutto resta com'è.
E allora: cosa dobbiamo scegliere?
Perciò io sono con Bertolaso, e dico anche che ce ne dovrebbero essere di più di Bertolaso. Perché uno solo è troppo poco.
Auguri, Dott. Bertolaso, sinceri e di vero cuore.
Francesco Dotti
martedì 9 febbraio 2010
Natura morta
Modesto, ma intelligente utilizzo di una fotocamera digitale di pregio elevatissimo (costata svariati euri al mercato nero) in questa sapiente composizione grafico-alcolica di bottigliume e bicchierame vario, disposto alla rinfusa sul tavolo del nostro angolo cottura con annesso monolocale terrazzato, con bagno esterno a livello e cassetta dello sciacquone di marca buona.
Eh, sì... quando uno è bravo e bravo. O no?
Congiure e paure
Mentre si spandono veleni mediatici e si arzigogola di congiure & complotti sui convegni, sui lodi, sulle alleanze, sulle primarie, sulle costituzioni da riformare, sulle escort da trombare e sui trombati di Sanremo, nessuno però schioda di un millimetro il prezioso culo dalle dorate poltrone e noi invece ci dobbiamo arrabattare per arrivare alla fine del mese (solito pensiero demagogico-qualunquista da quattro soldi...).
Ergo, anche se dalle saltuarie spremute dei foruncoli di questo Paese, in mezzo al pus, venisse fuori qualche verità-vera, state tranquilli che alla fine ci sarà sempre qualcuno pronto a smentire-depistare e a confondere-distrarre, incanalando tutto il popolicchio verso nuovi polveroni.
Me lo raccontava sempre, prima di addormentarmi, anche il Babbo, demagogo & qualunquista, che era nato nel 1900.
Lì sono, sulle dorate poltrone, e lì restano, almeno per altri cinquanta-sessant'anni, continuando a percepire lauti stipendi e ancor più laute pensioni.
Poiché la politica mantiene non solo ricchi ma anche longevi...
sabato 6 febbraio 2010
Di Pietro
Impossibile! Io non ci credo a tutto quello che stanno mettendo in giro su Di Pietro.
Sono senza dubbio volgarissime maldicenze ordite per gettare discredito su una figura altamente rappresentalternativa della Politica italiana (con la lettera maiuscola).
Forza Tonino: fagli vedere chi sei!!
giovedì 4 febbraio 2010
Il tronista
Oggi stavo riflettendo sulle recenti polemiche riguardanti l'occupazione, il mercato del lavoro, la flessibilità (basta che non sia a 90°), i "bamboccioni". Insomma, riassumendo, il succo della crisi dilagante che ci attanaglia e che, così almeno ci raccontano, starebbe per finire.
Poi, guardando in tivvù i vari "tele-pollai" nei quali quotidianamente si vorrebbero analizzare i problemi del Paese, mi avvedo che v'imperversano illustri relatori, alcuni dei quali dai mestieri variegati e assai improbabili, le cui intuizioni sulle nostrane realtà sociali godono di una sempre più vasta attenzione di pubblico quasi fossero novelli "messia" calati dallo spazio siderale per poi, finalmente, illuminare le tenebre che ci avvolgono. Tra queste figure - oltre, naturalmente, alle numerose pettegole sedute in platea e che potrebbero impiegare meglio il loro tempo, magari badando ai propri figli -, una in particolare mi ha colpito: il "tronista".
Imposta a chi segue le sagre dell'inutile e poco dilettevole da discutibili mode socio-cultural-catodiche, la figura del tronista (mi chiedo perché non quella dell'analista, del dantista, dell'enciclopedista, financo quella del callista) riempie del suo vuoto ogni spazio massmediologico disponibile, rappresentandolo e gestendolo a favore dei sempre più numerosi sudditi-adepti che nel mondo giovanile riesce a conquistare.
Perciò, oggi, giorno del mese da me dedicato alla riflessione, vorrei proporre al pubblico dei televedenti una nuova figura: quella del "gluckista". Soddisfacendo la vostra comprensibile curiosità, ora vi spiego in cosa consiste.
Chiamasi gluckista colui che, munito di una carriola piena di pietruzze, si reca nel bel mezzo di un ponte - o di un pontile, o di un molo, se vive al mare o al lago - che attraversa, mettiamo il caso un fiume, e una alla volta butta di sotto le pietruzze, le quali, colpendo la superficie dell'acqua, fanno: "Gluck!"
Questa professione, apparentemente stramba e desueta, ma del resto inutile quanto quella del tronista, consentirebbe anche di far carriera, transitando, dopo alcuni esami e prove d'abilità, a quella successiva di "Blanfiere", utilizzando però pietre più grosse che, cadendo nell'acqua, faranno: "Blanf!"
Vuoi mettere?
lunedì 1 febbraio 2010
Sporco negro
ANCH'IO SONO UNO SPORCO NEGRO
Quello che è successo a Casteltodino (Umbria) durante una partita di calcio tra squadre locali dovrebbe farci vergognare di appartenere al genere umano.
Un giocatore, nigeriano (ma solo per il colore della pelle, perché a tutti gli effetti è ITALIANO), è stato insultato da un avversario che lo ha apostrofato con l'infame epiteto: "Sporco negro".
Bene ha fatto la Procura sportiva ad aprire un'inchiesta, e ancora meglio il dirigente della squadra a interrompere la partita.
VERGOGNA!! VERGOGNA!! VERGOGNA!!