domenica 29 gennaio 2012
sabato 28 gennaio 2012
Lavori fuori dal... Comune
Ieri sera, dopo una parca cenetta a base di aragostelle della Pennsylvania e gamberoni del Golfo di Biscaglia, innaffiata con dell'ottimo vermentino dei Colli Apuani, consumata a casa di un collega e amico per festeggiare il blocco delle pensioni e l'aumento delle accise su benzina & tabacchi (escluso il sale), ci siamo visti la prima puntata delle "Iene".
Nel primo servizio, curato dal simpatico Filippo Roma, si vedevano alcuni dipendenti comunali della Capitale che prima timbravano il cartellino d'ingresso al lavoro e poi se ne andavano in giro per i fatti loro: colazione al bar, shopping, e via dicendo. Questa pratica, oserei dire piuttosto insolita, è proseguita per un po' addirittura con la timbratura di altri cartellini per... conto terzi.
Nel primo servizio, curato dal simpatico Filippo Roma, si vedevano alcuni dipendenti comunali della Capitale che prima timbravano il cartellino d'ingresso al lavoro e poi se ne andavano in giro per i fatti loro: colazione al bar, shopping, e via dicendo. Questa pratica, oserei dire piuttosto insolita, è proseguita per un po' addirittura con la timbratura di altri cartellini per... conto terzi.
Interrogati dal giornalista, come succede generalmente in casi simili, hanno negato senza preoccuparsi né del loro gesto, né del fatto che potevano essere stati anche filmati e registrati. Non solo, ma qualcuno s'è pure incazzato e ha spintonato il giornalista.
Le conclusioni, tiratevele da soli perché non mi va neppure di commentare. Non dimentichiamo però che lo stipendio, a questi "martiri" del lavoro, glielo stiamo pagando noi!
Aspettiamo con ansia una nuova "authority" sui... cartellini.
L'altro servizio, invece, realizzato da Sabrina Nobile, riguardava la "Tobin tax".
Vedi la puntata del 26 gennaio scorso qui:
http://www.iene.mediaset.it/puntate/2012/01/26/puntata.shtml
venerdì 27 gennaio 2012
Tavolara
Questo invece l'ho dipinto su una carta migliore. E si vede! Non perché sia stato più bravo io, per carità. L'acquerello raffigura l'isola di Tavolara (costa nord est della Sardegna), vista più o meno da Porto San Paolo.
Il merito di questo "miglioramento" è soprattutto della carta, ma la differenza è innegabile: più luminoso, i colori non sono spenti come nel precedente e le velature li lasciano trasparire. E poi il bianco questa volta è davvero bianco. Butterò quel maledetto blocco nell'immondizia una volta per tutte!!
Naturalmente dopo averlo utilizzato fino all'ultimo foglio... eheheh!
Cagliari - Su Siccu
Non contento della fotografia, ieri sera ho provato a trasformarla in acquerello. Una trasformazione della quale, ad essere sinceri, sono poco convinto.
Anzi, per niente. Ma ostinato, e aggiungo anche tirchio, come sono, continuo a usare quello schifosissimo blocco di carta da (quasi) gabinetto, preso in un supermercato e dato in omaggio a chi acquistava due kili di melanzane geneticamente modificate. Naturalmente, le melanzane le ho buttate subito appena arrivato a casa, ma il blocco no. Quello me lo sono tenuto, e questo, ahimè, è il risultato!
Cagliari - Su Siccu
La giornata non era proprio ideale per scattare delle foto, ma ce l'ho messa tutta lo stesso. Tra l'altro, tirava anche un vento freddo e umido da segarti in due la collottola!
Siamo sulla banchina del molo Carboni, a Cagliari, di fronte alla Rari Nantes, e quel "chiesone" sullo sfondo è la Basilica di N. S. di Bonaria.
Di fronte, dove ci sono la piccola pineta e i giardini, ripuliti e resi più accoglienti dopo anni di trascurato interessamento, un bel lungomare e alcune panchine che volgono verso il porto permettono di trascorrere qualche ora di vero relax. Il luogo si chiama "Su Siccu", e qualche amico mi ha raccontato che in tempi lontani, prima dell'esplosione demoturistica del Poetto, c'era una spiaggetta dove molti cagliaritani prendevano il sole e si facevano il bagno.
Bei tempi!
lunedì 23 gennaio 2012
sabato 21 gennaio 2012
Stazzi di Gallura
Ieri sera ho trovato la foto di due vecchi stazzi scattata alcuni anni fa nella ridente Gallura.
"Che faccio? - mi sono detto titubando davanti a un foglio bianco e al solito piatto-tavolozza sottratto di nascosto alla cucina di mia moglie, - provo a dipingere un acquerello, oppure soprassiedo e mi taglio le unghie dei piedi prima d'andare a letto?" Così, per non deludere il caro Luigi e tutti gli altri Amici che in qualche modo mi seguono e ai quali probabilmente poco importa della lunghezza delle unghie dei miei piedi ma spesso mi sollecitano a riprendere con la pittura, ho scelto la prima opzione.
Il risultato ve lo propongo tosto, giurando però solennemente, nel caso non fosse di vostro gradimento, che d'ora in poi mi dedicherò unicamente al taglio delle unghie dei piedi. Miei, o di qualche altro.
La rivolta dei Forconi
Era nell'aria, da tempo. Così - ma sembra che non si limiterà solo alla Sicilia -, una vibrata protesta sul genere dei "Forconi" prima o poi c'era da aspettarsela.
La gente è stanca, e non ce la fa più a tirare avanti strangolata com'è dalle tasse e dai rincari, mentre dall'altra parte continuano gli sprechi, e i costi della pubblica amministrazione e dello Stato si tagliano solo a chiacchiere.
E' arrivato, dunque, il momento di liberare la tavola, cominciando dalle "forchette" di chi finora ha pensato solo a mangiare, per apparecchiarla coi forconi di chi invece è da sempre rimasto a bocca asciutta?
Se così fosse, sappiamo che era inevitabile e che in qualche modo se la sono cercata. Perché anche gli annacquati decreti "tecnici", se non si decidono a colpire veramente quelli che i soldi ce li hanno ma non vogliono tirarli fuori, serviranno a ben poco.
Gli economisti tutti d'un pezzo, imposti da Napolitano ma supportati anche da quella politica in tutto o in parte responsabile dello sfascio del nostro Paese, invece di arrampicarsi sugli specchi di teorici studi di economia domestica sarebbe opportuno che provassero per un po' a calarsi nella realtà quotidiana di chi è costretto, da loro, a tirare la carretta col poco che ha.
Per quanto riguarda, poi, le voci e i sospetti sulla presunta "dirigenza" mafiosa della protesta, credo che fino a prova contraria potrebbero anche essere stati messi in giro per privare di efficacia la contestazione e lo stesso Movimento che ne è a capo, rendendoli così malvisti agli occhi della pubblica opinione per vanificarne il senso e il fine. Ora vedremo, se la protesta dovesse estendersi anche ad altre regioni, se diranno la stessa cosa.
Dividi e comanda!
venerdì 20 gennaio 2012
Peschereccio
Due particolari di un peschereccio ancorato al molo della banchina Carboni di Cagliari, di fronte alla Rari Nantes.
Cutter
Bellissimo cutter d'epoca fotografato al molo della banchina Carboni di Cagliari, di fronte alla Rari Nantes.
martedì 17 gennaio 2012
Solarizzazione Due
Altra barca, altra solarizzazione. Risale al periodo in cui io e Man Ray facevamo esperimenti in camera oscura.
Almeno mi pare che fosse Man Ray... sapete, era così buio che distinguevo a malapena le bacinelle.
Insomma, i casi sono due: o era proprio Man Ray, o era mio cognato.
Solarizzazione Uno
Questa è una vecchia foto risalente a una quindicina d'anni or furono, con la quale mi sono "divertito" un po'.
Naufragio Costa Concordia
Dal sito "Il Gionale.it" la telefonata in diretta tra il Comandante della Capitaneria di Porto di Livorno e il Comandante della "Costa Concordia".
Sembrava un bambino scoperto dal babbo dopo aver combinato una grossa marachella...
http://www.ilgiornale.it/fotogallery/la_telefonata_capitaneria_e_comandante_schettino/id=3674-foto=1-slideshow=0
Sembrava un bambino scoperto dal babbo dopo aver combinato una grossa marachella...
Qui, potete ascoltare l'intera registrazione della telefonata:
http://www.ilgiornale.it/fotogallery/la_telefonata_capitaneria_e_comandante_schettino/id=3674-foto=1-slideshow=0
venerdì 13 gennaio 2012
Cagliari Calamosca
Cari ragazzi,
ieri mattina, se prima di uscire di casa non avessi visto sul calendario che era il 12 di gennaio, avrei pensato che la primavera fosse già alle porte.
La giornata era a dir poco meravigliosa: alle 10 si cominciava a sudare, alle 11 bisognava togliersi la felpa e a mezzogiorno era sufficiente una maglietta a mezze maniche. Pure rimboccate, alla moda di Bersani.
Così ho fatto i soliti 5 euri di benzina alla Panda - avevo ancora il serbatoio mezzo pieno dalla vigilia di Natale -, e insieme all'amico Alberto ce ne siamo andati in giro per scogliere & panorami. Naturalmente da fotografare, per la gioia nostra e, spero, anche di tutti voi.Abbiamo imboccato la strada per Calamosca - che dovreste già aver conosciuto nei post precedenti -, e deviando per un'erta straduccia sulla destra siamo saliti fino al Faro che è alla sommità del promontorio. E' grave ammetterlo, lo so, per uno che vive da queste parti da una quarantina d'anni, ma confesso che quassù non c'ero mai stato prima.
Lo spettacolo che si è presentato ai nostri occhi era di una bellezza incredibile!
Il mare, trasparente e di color smeraldo, era appena increspato da una leggera brezza maestralata, mentre la bianca scogliera calcarea si snodava, alternandosi in cale e calette spesso nascoste e irraggiungibili da terra, fino a scoprire la magia di Cagliari, sullo sfondo, avvolta da una violetta caligine dalle sfumature leggermente rosate.
Dall'altra parte, ancora in mare aperto, una nave porta container in navigazione e, sullo sfondo, i monti di Capoterra e i fumi della raffineria petrolifera della Saras.
Mentre qui si vede lo strapiombo che si apre sotto i nostri piedi.
E qui, un "pezzo" di scogliera che non tarderà molto a franare in mare. Lo evidenzia la pericolosa frattura della roccia al centro, in bilico sullo strapiombo, e tenuta insieme a tutto il resto da una manciata di terra e di pietre!
Questo è il faro, altrimenti detto "Il Faro" dagli abitanti del luogo. In primo piano, sulla destra, s'intravedono i resti di una vecchia garitta della Seconda Guerra. Peccato che io me la sia persa, perché era... Mondiale!
Questi due bei ragazzi in primo piano, invece, siamo io e Alberto (che è quello senza cappellino, senza barba, con meno basette e pochi occhiali).
In quest'immagine - a parte il posteriore della capote di Alberto -, ancora una volta si vede lo smeraldo trasparente del mare, mentre sullo sfondo, al centro, l'Hotel "Calamosca" e la spiaggia, e sulla destra il Bar Ristorante "Le Terrazze di Calamosca". Per eventuali riferimenti topografici, siamo dalla parte opposta della Sella del Diavolo.
Questa è ancora la garitta, dietro alla quale c'è la vecchia torre del Faro che risale al 1638.
Sullo sfondo, è riconoscibile l'Hotel "Calamosca" e tutto il resto.
Poi, da dove ci trovavamo (eravamo sul promontorio di fronte, dove c'è la torre del vecchio Faro), con la Panda, via-terra, ci siamo spostati dalla parte opposta, verso l'Hotel e "Le Terrazze". E questa è una panoramica dell'insenatura, con il giardino e la spiaggetta dell'Hotel. Mentre continuando, sulla destra, dietro agli alberi, c'è l'altra spiaggia.
Questa parte del promontorio - alla quale si giunge percorrendo la stradina panoramica a picco sul mare oltre l'Hotel Calamosca e le omonime "Terrazze" -, si chiama "Cala Fighera". Un tempo era "zona militare" e un cancello ben protetto dagli armati militi ne vietava l'accesso ai non autorizzati. Cioè a tutti.
Da qualche anno è stata fortunatamente smilitarizzata e successivamente... civilizzata, rendendola così totalmente fruibile.
Qui c'è un ristorante-pub-solarium-stabilimento balneare che si chiama "La Paillote" (che tradotto dal Francese vuol dire "capanno di paglia").
Termino con questo bel fiore (margherita viola), fotografato nelle garbate aiuole che adornano "Le Terrazze di Calamosca".
Nei prossimi giorni, se il tempo non peggiora e se di sera fa meno freddo - perché se di mattina si sta d'incanto, quando cala il sole la temperatura si abbassa anche qui -, cercherò di fotografare anche qualche tramonto.
Che da queste parti, in quanto a bellezza, non scherzano!
A presto rivederci,
Francesco
Crisi e inventiva
Mio cognato (o era Einstein?) ha detto che è proprio nei momenti difficili che in noi si fanno strada una rinata creatività e una fantasia senza eguali. E così...
giovedì 12 gennaio 2012
Italia in vendita
Presto, forse prestissimo, o anche prima, ci venderemo i nostri gioielli di famiglia.
E magari neppure al miglior offerente. Discussi russi deflussi nei lussi; cinesi incompresi, ricchi sceicchi e vecchi cacicchi, acquisteranno buona parte degli italici immobili di maggior prestigio e noi ce la piglieremo in saccoccia.
E magari neppure al miglior offerente. Discussi russi deflussi nei lussi; cinesi incompresi, ricchi sceicchi e vecchi cacicchi, acquisteranno buona parte degli italici immobili di maggior prestigio e noi ce la piglieremo in saccoccia.
mercoledì 11 gennaio 2012
Gaffe Villaggio pastori
Questa volta Fantozzi l'ha fatta grossa! E alla battutaccia del ragioniere, i fieri pastori sardi potrebbero anche replicare così...
Per chi non conoscesse il Sardo, qui troverà il significato di molte parole di questa lingua misteriosa e affascinante:
http://www.codda.org/cultura/coddabolario/coddabolario-total.htm
Per chi non conoscesse il Sardo, qui troverà il significato di molte parole di questa lingua misteriosa e affascinante:
http://www.codda.org/cultura/coddabolario/coddabolario-total.htm
lunedì 9 gennaio 2012
Fine del mondo 2012
Avrei voluto aspettare un altro po' prima di pubblicarla, ma siccome della prossima "fine del mondo" si comincia già a parlare, così non me la volevo perdere e me la gioco adesso. Eppure ci manca ancora quasi un anno!
Tuttavia, sembra che delle aspettative che sono legate a una vita che ci attenderebbe oltre alla morte, sia o non sia quest'ultima fissata per il 21 dicembre prossimo... ventuno, in questi giorni se ne stiano occupando in molti.
Che dire a tale proposito se non che tale infausto evento capiterebbe proprio a... fagiolo. Infatti, se ci restano pochi mesi di vita, è pur vero che altrettanto pochi ce ne restano di Ici e di tasse varie. E così, con buona pace di tutte le agenzie delle entrate, in un modo o nell'altro andremo in... culo allo Stato! Vuoi mettere?
venerdì 6 gennaio 2012
Emergenza carceri
Basta scorrere le notizie di "nera" che i media quotidianamente ci propongono, per scoprire che ogni giorno, nel nostro Paese, si consumano rapine, omicidi, stupri e violenze di ogni genere.
Ogni giorno mangiamo pane e massacri, di fratelli, fidanzate, nonni e genitori, vicini di casa e conoscenti con un'intensità che cresce gradualmente e indipendentemente dal luogo dove questi delitti vengono consumati. Il degrado sociale che abbiamo raggiunto è tale che se davvero qualcuno non ci mette una pezza, e per "qualcuno" intendo lo Stato, tra un po' ne resteremo tutti quanti schiacciati.
Ma se ci sono rapine, stupri, accoltellamenti, traffici di droga e omicidi, ci sono anche gli autori di questi delitti. E quando vengono presi per assicurarli alla "giustizia", ammesso che vengano presi e assicurati alla "giustizia", che devi fare?
Dove li metti, se non in galera? Però le galere sono piene, ormai non ci stanno più e bisogna trovare una soluzione. Anche perché, pare, non tutti sono colpevoli e molti sono ancora in attesa di giudizio.
Io, a dire il vero, un'idea ce l'avrei... non so se a voi potrebbe piacere, però ve la butto lì lo stesso. Anche in considerazione del fatto che sono sempre di più quelli che scontano le pene agli "arresti domiciliari".
Stavo pensando che, come è stato fatto per le pensioni, si potrebbero prolungare i tempi dei processi. Già, direte voi, e allora il processo breve di cui tanto si è parlato che fine farebbe?
Non lo so. Ma se un processo è breve, capirete che così si arriva subito alla sentenza. E una volta emessa quella definitiva, il reo dovrebbe finire in galera ad alimentare quell'emergenza ormai conclamata delle italiche prigioni. Perciò mi è venuto in mente che, invece di giungere a sentenza in tempi brevi ed eseguire una pena da scontare in strutture definite inadatte, se si prolungasse il processo il reo, o presunto tale, nel frattempo potrebbe continuare a vivere tra casa propria e il tribunale, e le carceri, almeno per un po', non si riempierebbero più. Una specie di... "pendolarismo giudiziario", se così potremmo chiamarlo, in attesa della sentenza definitiva.
Non lo so. Ma se un processo è breve, capirete che così si arriva subito alla sentenza. E una volta emessa quella definitiva, il reo dovrebbe finire in galera ad alimentare quell'emergenza ormai conclamata delle italiche prigioni. Perciò mi è venuto in mente che, invece di giungere a sentenza in tempi brevi ed eseguire una pena da scontare in strutture definite inadatte, se si prolungasse il processo il reo, o presunto tale, nel frattempo potrebbe continuare a vivere tra casa propria e il tribunale, e le carceri, almeno per un po', non si riempierebbero più. Una specie di... "pendolarismo giudiziario", se così potremmo chiamarlo, in attesa della sentenza definitiva.
Voi mi direte: ma quando verrà emessa la sentenza, se sarà acclarata la sua colpevolezza, dovrà scontare la pena, sì o no?
Certo che dovrà scontarla. Ci mancherebbe! Ma se fosse prevista una retroattività della pena con decorrenza, per esempio, a partire dal giorno del rinvio a giudizio o della fondatezza dell'ipotesi accusatoria, al momento della convalida della sentenza, se colpevole, con l'allungamento del processo avrebbe già scontato buona parte della pena tra casa propria e il tribunale. Una sorta di "arresti domiciliari mobili".
D'altra parte, non esistono già quelli... "fissi"? Già, mi contesterete voi, dannati furboni che fareste di tutto pur di complicarmi la vita, e se è innocente?
Ebbene, se risultasse innocente potrebbe godere di un buono sconto per il prossimo reato, trasferibile per successione anche ai diretti discendenti, che potrebbero delinquere gratuitamente secondo una scala di... disvalori opportunamente adattata alle circostanze. Una sorta di "giustizia a punti", come già avviene per i prodotti dei supermercati o dei distributori di carburante.
Senza andare tanto lontano, facendo benzina un mio amico ha preso un lettore Cd, e la moglie una padella antiaderente per il sugo.
Altrimenti, scusate, perché si dice "scontare la pena" se poi gli sconti non si fanno?
giovedì 5 gennaio 2012
Epifania
Cari genitori, non date retta alle vignette di questo scemo e andate subito a riempire le calze dei vostri bambini sotto ai caminetti. Per chi ce l'ha, i bambini e i caminetti. Altrimenti fàteveli.
Ma non sparate alla Befana, mi raccomando!
Tanti auguri!!
Ma non sparate alla Befana, mi raccomando!
mercoledì 4 gennaio 2012
Parlamentari e stipendi
Siccome pare che i nostri parlamentari si siano risentiti per i dati "fuorvianti" emersi a proposito dei loro miseri stipendi, sul sito del Dipartimento per la Funzione Pubblica:
ho trovato le seguenti tabelle comparative con gli altri parlamentari europei, che riporto qui sotto, e che potrete leggere meglio scaricandole in PDF direttamente da qui:
Questa è per i Deputati:
I particolari di ciascuna voce, corrispondenti a lettere dell'alfabeto messe tra parentesi, li trovate nella legenda, in fondo a ciascuna tabella.
Esenti da imposte - Deputati:
- Diaria mensile/indennità di residenza;
- Trasporto (valori mensili) - per trasferimenti inferiori a Km. 100 la cifra mensile è pari a € 1.107,90;
- Spese di segreteria e di rappresentanza;
- Spese telefoniche mensili;
- Dotazione informatica mensile
Esenti da imposte - Senatori:
- Diaria mensile/indennità di residenza;
- Trasporto (valori mensili) per qualsiasi chilometraggio;
- Spese di segreteria e di rappresentanza;
- Spese telefoniche mensili (vedi trasporto);
- Dotazione informatica mensile (dato non disponibile)
Siccome è stata creata appositamente una Commissione sul "livellamento retributivo Italia - Europa", da una sua relazione datata 31 dicembre 2011, oltre alle numerose pagine piene zeppe di testo talvolta incomprensibile (come quello che vi metto di seguito e che fa parte della "Premessa", il cui significato del primo comma - evidenziato in rosso - avrei tanto piacere che qualcuno mi spiegasse perché non l'ho proprio capito), troverete anche, nella Tav. 6, a pag. 18, interessanti informazioni su Previdenza e Pensioni.
... In particolare, la normativa stabilisce che:
- le determinazioni della Commissione “si applicano a decorrere dalle prossime elezioni, nomine o rinnovi e, comunque, per i compensi, le retribuzioni e le indennità che non siano stati ancora determinati alla data di entrata in vigore del presente decreto” (art. 1, comma 6 del DL98);
- la Commissione pubblichi i propri risultati entro il 1° luglio di ogni anno. In prima applicazione, “tenuto conto dei tempi necessari a stabilire la metodologia di calcolo e a raccogliere le informazioni rilevanti, la ricognizione e la individuazione riferite all'anno 2010 sono provvisoriamente effettuate entro il 31 dicembre 2011 ed eventualmente riviste entro il 31 marzo 2012”...
In pratica, fino a quando non si saranno messi tutti d'accordo, se ne riparlerà a marzo prossimo.
Buon proseguimento di serata...
Stamani, dopo averci pensato quasi tutta la notte e pur mantenendo ancora qualche dubbio, credo di aver capito (anche se "capire", in questo caso, è una parola grossa...) quel paragrafo-comma evidenziato in rosso, peraltro scritto in un italiano difficilissimo. Perché, diciamolo, si sarebbe potuto scrivere meglio. Non so a voi, ma a me, mentre lo leggo e lo rileggo, a un certo punto mi viene quasi come una fulminazione, e grido ho capito!!! Poi, però, un attimo dopo mi accorgo di averne completamente smarrito il filo logico, e mi ritrovo a brancolare nel buio delle proposizioni, semplici, complesse o ellittiche che siano. Per farla breve, credo che tradotto dal burocratese, voglia dire che "la Commissione applicherà le proprie deliberazioni a partire dalle prossime elezioni e dai conseguenti conferimenti di nomine o rinnovi di cariche; lo stesso vale per quanto riguarda i compensi, le retribuzioni e le indennità che non siano stati ancora determinati alla data di entrata in vigore del presente decreto...".
Ma ho ancora qualche dubbio...
Inoltre, a proposito del nostro debito pubblico, vi rimando a questi interessanti articoli che potrete leggere qui:
http://www.ilcambiamento.it/lontano_riflettori/rivincita_islanda_benessere_partecipazione.html
e qui:
http://www.ilcambiamento.it/lontano_riflettori/rivoluzione_islanda_italia.html
Le soluzioni non sono certamente facili, ma una "rivoluzione silenziosa" e soprattutto partecipata, ma non violenta, con la quale potremmo fare un fronte comune, forse potrebbe illuminarci.
lunedì 2 gennaio 2012
Messaggio di fine anno
Il debito pubblico, al cui risanamento tutti noi siamo chiamati a contribuire, non lo hanno certamente causato gli operai, i pensionati, i giovani disoccupati e tutti gli altri “morti di fame” come me. Sarebbe stato quindi molto più realistico parlare solo di sprechi di Stato e di scelte sciagurate operate nel tempo da una classe politica che avevamo incautamente delegato a governarci, ma che lo ha sempre fatto nel peggiore dei modi, ai quali ora si doveva porre fine a qualsiasi costo. Classe politica che, è bene tenerne conto, vista l’insostenibilità del momento, se n’è tirata fuori – non per generosità, ma per calcolata furbizia – demandando ad altri ciò che non ha avuto il coraggio o la volontà di fare.
Naturalmente cercando, in questo, di mantenere il più possibile favorevoli posizioni acquisite e pretestuose previdenze comunque generatrici di sprechi, alla cui ventilata revisione equitativa, con opportunistiche levate di scudi, molti si oppongono. I prelievi annunciati, quindi, peraltro in percentuali risibili, su emolumenti e pensioni definiti “d’oro”, se in un primo momento soddisfano l’esigenza di un equilibrio sociale da più parti invocato, alla fine risultano insufficienti e, oserei dire, anche offensivi. Soprattutto perché continuano ad essere impunemente elargiti. Le cifre ormai le conosciamo tutti, e mi sembra inutile ripeterle.
Avremmo voluto vedere, invece, nell'operato del Governo, materializzarsi un’equità diversa, che fosse realmente imparziale e capace di valutare, non solo formalmente ma in particolar modo nella sostanza, differenze che sono ormai diventate assolutamente inaccettabili. E se a questo criterio di equità ogni tanto capita che chi s’è fatto da parte gridi e invochi maggiore giustizia, datemi retta, lo fa solo per non perdere ulteriori consensi in vista delle prossime elezioni.
E di questo, cari Amici, dovremmo ricordarci quando, presto o tardi, saremo chiamati alle urne.
Francesco Dotti