Il colle di Sant'Ignazio, situato sul promontorio di Calamosca, risale al periodo "miocenico" (meno nuovo) - circa 23 milioni di anni fa -, ed è formato prevalentemente da rocce calcaree di origine marina.
Su questo colle, oltre alle postazioni militari della Seconda Guerra Mondiale, si trova il fortino di Sant'Ignazio. Un sistema difensivo più evoluto (conosciuto come struttura "vaubaniana"), rispetto alle torri d'avvistamento cinquecentesche edificate nel 1581 da Filippo II di Spagna per contrastare le scorrerie dei pirati barbareschi lungo le coste del Mediterraneo.
Il forte, infatti, con i suoi bastioni concepiti in modo da formare un quadrato, s'ispira a nuovi criteri bellici difensivi di tipo olandese e francese, denominati "vaubaniani", appunto, perché prendono il nome dal suo ideatore, Sébastien Le Prestre, marchese di Vauban, uno dei più grandi ingegneri militari di tutti i tempi. Il Le Prestre, vissuto tra il 1630 e il 1700, infatti, pare che li avesse così ideati per resistere più a lungo agli assedi.
Il nostro fortino, dunque, forse venne costruito tra il 1792 e il 1793 quando la Francia, interessata da sempre alla Sardegna, decise di attaccare i Piemontesi su due fronti: in Piemonte e nell'Isola.
Tra il dicembre e il gennaio del 1793, la flotta francese al comando dell'ammiraglio La Touche-Treville e del suo omologo Laurence Truguet attaccò la città di Cagliari e la sottopose a un fitto cannoneggiamento. Alcuni anni più tardi il forte, che non assolse mai appieno i suo compito difensivo, venne trasformato in una "succursale" del vicino Lazzaretto per ospitare, si fa per dire, i malati colà ricoverati.
Qui la storia si farebbe troppo lunga, visto che chiama in causa un sacco di persone: Vincenzo Sulis (strenuo difensore dei sardi), Domenico Millelire (valoroso nocchiero maddalenino) e financo Napoleone Bonaparte, addirittura messo in fuga dal Millelire (e poi dice che la lira vale poco e che bisogna tenerci l'euro!); fino alla ingloriosa cacciata dei Savoia e del vicerè Vincenzo Balbiano dall'Isola, nel 1794, culminata nei moti di "Sa die de sa Sardigna" ("Il giorno della Sardegna"), regnante Vittorio Amedeo III.
Di Savoia, naturalmente.
Ebbene, dopo questa parentesi storica nella quale di sicuro vi avrò raccontato un sacco di fesserie - perché la Storia, anche se mi è sempre piaciuta, non l'ho mai digerita bene e faccio sempre molta confusione -, ieri pomeriggio, verso le 17-17,30, con l'amico Albertone ci siamo messi in marcia alla volta del fortino per scoprirne architettura e misteri. Siccome non sapevamo da dove passare per arrivarci, ci siamo fermati a chiedere informazioni agli abitanti del vicino rione di Sant'Elia.
E solo uno, Lorenzo, che stava scaricando la macchina dalla spesa appena fatta, ci ha gentilmente indirizzati verso la nostra destinazione. Addirittura scusandosi quasi se non poteva accompagnarci - cosa che avrebbe fatto molto volentieri - perché doveva lavorare. Grazie, Lorenzo, e spero di incontrarti di nuovo così la prossima volta mi farai da "cicerone".
Così, dopo una camminata di una ventina di minuti tra sterpi, rovi e recenti avanzi d'incendio che ci hanno annerito gli stinchi già sanguinanti per le spine, sudati come cammelli marci e tatuati come hippie, intonando Summer of Love, siamo giunti alla mèta.
La fortezza, della quale è rimasto solo il nome, ormai fiaccata dall'ingiurie del tempo ma soprattutto dell'Uomo che nulla ha fatto nei secoli affinché giungesse fino a noi più presentabile, giaceva abbandonata sul colle in tutta la sua decadenza. Storica e morale.
Se non crollerà definitivamente nei prossimi giorni, è probabile che dopo di noi qualcun altro avrà il piacere di visitarla. Il panorama che vi si gode, però, ripaga di tutte le sofferenze patite.
Cagliari, che da lì appare in tutto il suo splendore, si vede interamente dal Porto fino alla spiaggia del Poetto; e la costa, verso il faro di Calamosca e la Sella del Diavolo, è davvero una bellezza!
Peccato che per il caldo sciroccoso c'era una fastidiosa foschia che limitava molto la visibilità, altrimenti avrei scattato delle foto migliori. Ma siccome ormai ho imparato la strada, la prossima volta aspetterò il maestrale.
Detto questo, e scusate se è poco, vi saluto con affetto ricordandovi sempre che:
"Stretta la figlia, larga la zia, son meglio le giostre dell'eutanasia".
venerdì 27 luglio 2012
mercoledì 25 luglio 2012
L'Italia affonda
Nonostante gli anglicismi professorali costantemente sventolati dappertutto, quelli che il governo dovrebbe fare per tenere insieme la baracca dalle nostre parti si chiamano, più semplicemente, "conti della serva".
E non ci vogliono lauree ad honorem o master in economia per farli. Bastano una onesta massaia o un buon padre che abbiano, però, la seria vocazione per la famiglia. Come faceva il mio. Che non si è mai arricchito alle spalle degli altri.
Ma è proprio questa vocazione che manca agli spocchiosi "salvatori della Patria", i quali, perseverando nei loro errori, alla fine si accaniscono sempre contro le classi più deboli. Mi verrebbe da dire che, mentre finisce la sperimentazione sugli animali, è già iniziata quella sui pensionati e gli statali. E oggi, paradossalmente, sta meglio un cane o un gatto di chi ha lo stipendio fisso. Ma i costi dei "palazzi", Quirinale compreso, e di tutto il resto che ci gira intorno: le paghe dei politici e dei dirigenti, le province, i comuni, le consulenze, gli sprechi e aggiungete voi quello che ho dimenticato, quand'è che si tagliano? Vi ricordate quando in Parlamento si aumentavano gli stipendi per alzata di mano? Eppure, alla voce "stipendio", qualunque dizionario riporta: "retribuzione mensile corrisposta agli impiegati e ai funzionari come compenso per il lavoro svolto". Ma siamo sicuri che abbiano svolto diligentemente i compiti loro assegnati, e che questo compenso sia stato meritatamente corrisposto?
La notizia che circola sul web in queste ultime ore, anche se si sono affrettati a smentirla, parla addirittura di "tredicesime a rischio".
E... per chi, di grazia? Naturalmente per i pensionati e i dipendenti statali, ovvio. E l'altra fetta dell'Imu? e il mutuo? e il condominio? e i libri di scuola? e le tasse? e le spese mediche? e le rate della macchina?... Insomma, tutte quelle voci relative ai pagamenti che eravamo soliti spostare a dicembre, se non ci forniranno i mezzi necessari con cui pagarli come faremo? Ma cosa vogliono: sul serio la rivoluzione?
E non ho parlato dei regali che, anche se in tempi di crisi potrebbero apparire superflui, molti, a Natale, si aspettano di ricevere e di fare. Anche quelli che i regali li debbono vendere per campare e pagare le tasse.
E loro, i politici, cosa faranno? Se la taglieranno anche loro la tredicesima, almeno per dare il buon esempio? Noi restiamo in trepida attesa...
Io non so chi ci sia dietro a tutta questa brutta storia di spread, di agenzie di rating, di mercato globale e via elencando, ma non ci devo certo pensare io a risolverla e neppure voi.
Lo avrebbero dovuto fare, invece, ma non sono stati capaci, coloro ai quali per anni, votandoli, noi qualunquisti e antipolitici da quattro soldi abbiamo affidato la nostra vita e il nostro futuro.
E i nostri soldi. Naturalmente come compenso per il lavoro svolto.
domenica 22 luglio 2012
Spread e crisi
Mentre aspettiamo col fiato sospeso l'arrivo di "Circe", sperando che non ci trasformi tutti in porci, lo spread ha superato la soglia dei 500 punti. E Berlusconi non c'è più da un pezzo...
Perciò, caro Monti, cari politici, non dimenticatevi che la povertà sta aumentando di giorno in giorno, che molte imprese chiudono, che altre scappano lontano dall'Italia e che la soglia di tollerabilità sta per essere superata. Perché le tasse finora pagate e che, direttamente o indirettamente, continuano a salire non sono servite, e non servono, per diminuire il debito pubblico come ci volete far credere, ma per continuare ad alimentare le spese di uno Stato "vampiro" e tutte le inefficienze ad esso collegate.
Conclusione: così facendo, state uccidendo la fiducia e la speranza della gente. Resta la carità. Quella che presto saremo costretti a chiedere, e che molti stanno già chiedendo.Perciò, caro Monti, cari politici, non dimenticatevi che la povertà sta aumentando di giorno in giorno, che molte imprese chiudono, che altre scappano lontano dall'Italia e che la soglia di tollerabilità sta per essere superata. Perché le tasse finora pagate e che, direttamente o indirettamente, continuano a salire non sono servite, e non servono, per diminuire il debito pubblico come ci volete far credere, ma per continuare ad alimentare le spese di uno Stato "vampiro" e tutte le inefficienze ad esso collegate.
Ma non dimenticate neppure che una volta tolti di mezzo loro, i pochi strangolabili a reddito fisso rimasti ancora in vita, magari dopo aver ficcato anche le mani negli smunti conti correnti di chi ancora ne possiede uno, vi dovrete cominciare a spremere tra di voi. Allora ci sarà da ridere.
O da piangere...
martedì 17 luglio 2012
domenica 15 luglio 2012
Berlusconi in campo
C'è chi ha paura, perché lo teme più delle blatte in camera da letto e fa gli scongiuri; c'è chi esulta, commisurando il suo ritorno addirittura a un "orgasmo"; c'è infine chi, soprattutto all'estero, lo paragona a una catastrofe d'immani proporzioni, gli dà del "padrino" e, rispolverando vecchie ruggini e veleni, dimostrando due soldi di fantasia, ritira in ballo ancora il... "bunga-bunga".
Personalmente, se il Cav questa volta non commetterà errori di alleanze, rinnoverà la sua squadra e si farà valere rispettando gli impegni promessi senza perdite di tempo, ritengo probabile che avrà i numeri necessari. Anche perché dall'altra parte c'è un tale nulla, che non riescono neppure a mettersi d'accordo su chi e come si dovrà rappresentarlo.
Nell'attesa, le avverse fazioni affilano i coltelli per modificare una legge elettorale che assicuri la governabilità del Paese, eliminando inutili frammentazioni politiche, ma soprattutto che restituisca ai cittadini il diritto di eleggere chi vogliono. Insomma, se Monti e il suo governo reggono, da qui al voto per le modifiche c'è ancora tempo. Vedremo come finirà.
L'importante è che a primavera, o quando sarà, ci sia ancora... l'Italia.
Personalmente, se il Cav questa volta non commetterà errori di alleanze, rinnoverà la sua squadra e si farà valere rispettando gli impegni promessi senza perdite di tempo, ritengo probabile che avrà i numeri necessari. Anche perché dall'altra parte c'è un tale nulla, che non riescono neppure a mettersi d'accordo su chi e come si dovrà rappresentarlo.
Nell'attesa, le avverse fazioni affilano i coltelli per modificare una legge elettorale che assicuri la governabilità del Paese, eliminando inutili frammentazioni politiche, ma soprattutto che restituisca ai cittadini il diritto di eleggere chi vogliono. Insomma, se Monti e il suo governo reggono, da qui al voto per le modifiche c'è ancora tempo. Vedremo come finirà.
L'importante è che a primavera, o quando sarà, ci sia ancora... l'Italia.
venerdì 13 luglio 2012
Emiri e Sultani
A Cagliari, l'altra mattina, come vi ho detto faceva caldissimo, così io e mia moglie siamo entrati in un bar del Corso e ci siamo concessi un drink - rigorosamente analcolico per ovvi motivi.
Forse sarà stato lo sbalzo di temperatura - dai +58 dell'esterno ai -12 del bar, che aveva i condizionatori a tutta manetta -, fatto sta che dopo un po' abbiamo sentito un leggero pizzicorino di gola, accompagnato quasi subito da vistosi colpi di tosse.
"Stai a vedere - abbiamo pensato io e mia moglie - che ci ammaliamo in piena estate! Ci mancherebbe anche questa!"
Ma non sarà certo un colpo d'aria, anche se analcolico, a metterci fuori uso. Se abbiamo superato le infìde manovre di Monti, figuriamoci se ci lasciamo spaventare da un po' di broncopolmonite da bar.
Usciti per strada, abbiamo incontrato un amico giornalista, Massimo Ritegno, corrispondente del Gazzettino di Galilea, dal quale abbiamo saputo che il giorno prima era arrivato in città l'emiro del Catarr con tutto il suo seguito di vestiti alla moda, donnine e quattrini.
L'amico cronista ci ha raccontato di aver tentato invano un'intervista in sardo, anche stretto, col califfo, ma non c'era stato niente da fare. L'emiro, forse un lontano parente di Solimano "il Ponderato", si esprime solo nella sua lingua d'origine, il catarrese, e non vuole saperne di altre sennò perde la trebisonda.
Sentendoci tossire di brutto, però, gli è venuta subito un'idea: "Perché non mi date una mano voi? - ci ha quasi implorato - Ormai avete gli alveoli ristretti e il parenchima polmonare gravemente compromesso; parlate quasi la stessa lingua e non vi sarà difficile, con tutto quel catarro, capire quello che dice".
Gli abbiamo risposto che saremmo stati ben lieti di dargli una mano, ma dovevamo correre a casa perché Steffy era fuggita con Liam lasciando sola Hope che era disperata per l'anello di fidanzamento che aveva lasciato sul tavolo del salotto e se poi qualcuno lo fotografava (scusate il termine, forse è meno volgare fotografaceva...) e lo mandava in giro erano cazzi.
E ce ne siamo andati.
Cagliari
Stamani, anche se faceva un caldo bestiale - con punte di 55-56 gradi in penombra -, mi sono fatto un giro per Cagliari.
In questa immagine la città si vede da lontano e potrebbe sembrare anche Laguna Seca, ma nelle prossime, dove si vede da vicino, direte: "Càspita! Ma questa è Cagliari!!"
E avete indovinato, cari i miei fresconi: si vede che siete degli attenti osservatori.
Questi sono degli jatc... iotch... kyach... insomma, delle belle barche a vela di gente ricca che le ha parcheggiate proprio di fronte alla Via Roma, in quella che in dialetto sardo si chiama "darsena".
Dice che si chiama così perché molti di quelli che ci parcheggiano lo iacht... lo yoch... insomma, ci siamo capiti, qualche volta levano le ancore e se ne vanno alla chetichella senza pagare il biglietto - da cui proviene la frase: "darsena a gambe levate". Io non conosco il sardo, ma mi fido.
Questa è una bella ed elegante palazzina nel centro storico, tra le vie Dettori e Savoia.
E questo, invece, è un suonatore di "kora" - una particolare arpa africana a 21 corde. Per vostra curiosità, uno dei maggiori musicisti africani che la suona è Tuomani Diabatè.
mercoledì 11 luglio 2012
Scandalo Libor
Eh sì, me lo diceva proprio l'altro giorno quel fruttivendolo che mi ha venduto i fichi per la cena aziendale in famiglia:
"Oggi, se vuoi star bene e vivere senza problemi, devi fare il banchiere. Altro che vendere frutta con l'Ape agli angoli delle strade! Mica posso manipolare, che so, le pere, anche se sono agganciate all'andamento delle pesche e delle susine a breve termine! Ne parlavo proprio l'altro giorno al Bar Clays con un amico che di economia se ne intende".
martedì 10 luglio 2012
La Colba Santa Teresa di Gallura
Ne ho messi talmente tanti che ho perso il conto. E così, sul blog, potrei aver già messo anche questo acquerello. Se così fosse, abbiate pazienza... fa caldo.
Mi è capitato tra le mani oggi pomeriggio, mentre lottavo strenuamente contro "Minosse" con quattro ventilatori accesi!
Ora, in attesa che prima della fine dell'estate ci propongano anche Catreo, Deucalione, Acalla e qualche altro che quasi certamente troveranno disponibile, me ne vado a letto a sudare.
Eh sì, è proprio vero: non c'è più il caldo di una volta...
Mi è capitato tra le mani oggi pomeriggio, mentre lottavo strenuamente contro "Minosse" con quattro ventilatori accesi!
Ora, in attesa che prima della fine dell'estate ci propongano anche Catreo, Deucalione, Acalla e qualche altro che quasi certamente troveranno disponibile, me ne vado a letto a sudare.
Eh sì, è proprio vero: non c'è più il caldo di una volta...
venerdì 6 luglio 2012
Tutti al mare
Buone vacanze a tutti!!
Prima di lasciarvi, volevo farvi partecipi di una mia decisione maturata lipperlì.
Si tratta di questo: siccome mi sono stancato di andare in giro a fotografare immondezzai, amianti, discariche, strade scassate etc. etc., mentre tutti gli altri se ne stanno spaparanzati sulla spiaggia a godere di quanto questa meravigliosa Isola ci offre, ho deciso: farò anch'io come loro e mi godrò la vita. O quello che mi resta. Voto compreso, quando ci saranno le elezioni.
Perciò, stasera ho rimosso tutti quei post che riguardavano questi argomenti, commenti e testi compresi, e giuro che d'ora in poi mi dedicherò solo alle vignette, alle "belle" foto, ai disegni e a scrivere le mie solite corbellerie.
Buone vacanze a tutti, dal vostro affezionatizzimo Francesco
giovedì 5 luglio 2012
Spending review
Poveraccio, altro che "magrino"!
Piucchealtro mi pare ciucciato dalle streghe!!
Com'era facile da immaginare, dalle ultime notizie - peraltro ricchissime di conferme con relative smentite - sembra che non ci saranno più i tagli delle Province, e neppure il promesso blocco delle tariffe energetiche. Per i tagli alla Sanità, ancora devono decidere. Anzi, no. Forse tagliano qualche migliaio di letti, malati compresi. Così, dice Monti. C'è più equità. La scure governativa si abbatterà anche sulla giustizia. Taglieranno tribunali, procure e uffici del Giudice di Pace. Per "razionalizzare" le spese, dice. Chissà... magari con meno tribunali finiranno prima anche i processi...
In compenso, faranno qualche "taglietto" qua e là per tener buono l'elettorato e ci sarà anche l'aumento dell'Iva a partire da luglio del prossimo anno. Continuate così che andate davvero bene!
In compenso, faranno qualche "taglietto" qua e là per tener buono l'elettorato e ci sarà anche l'aumento dell'Iva a partire da luglio del prossimo anno. Continuate così che andate davvero bene!
Intanto, ieri sera, a casa mia, abbiamo provato un nuovo tipo di cena. Che se va bene e non ci debilita troppo, potremo anche ritentare ogni tanto.
Allora, abbiamo fatto così: in un supermercato abbiamo comprato una scatola di pizze surgelate, in offerta a € 4,30 (te ne danno tre, ma ne paghi due), e poi, da uno con l'Ape che vende frutta per la strada, abbiamo comprato 1 kg di fichi neri (€ 3,50 al chilo).
Una pizza, quindi, ci è venuta a costare circa € 1,43. Ma siccome mia moglie non ce la fa mai a mangiarne una intera, allora l'abbiamo divisa in due spendendo la modica somma di € 2,14 per una pizza e mezzo. Con l’avanzo di un’altra pizza e mezzo da lasciare al giorno dopo.
Ora, veniamo ai fichi. Dato che in 1 kg di fichi ce ne vanno circa 10 (costo € 0,35 per ogni fico), così ne abbiamo mangiati due ciascuno e abbiamo speso in tutto € 1,40.
Sommando il costo della pizza (€ 2,14) a quello dei fichi (€ 1,40), abbiamo cenato in due con € 3,54.
Inizialmente, il venditore di fichi, per vedere se eravamo dei pensionati preparati in spending review, ci ha messo alla prova facendoci risolvere questo semplice problemino:
"Ammettiamo - ci ha chiesto - che io abbia raccolto in giardino 5 cassette di pere, 7 di uva e 9 di arance, e che ogni cassetta pesi 50 chili.
Siccome il prezzo al chilo delle pere è 2,50 euro, dell'uva è di 2 euro, mentre quello delle arance è di 2,50 euro, quanto guadagno vendendovi tutte le cassette di pere, uva e arance ?"
Noi, che da tempo siamo diventati dei veri esperti in spesa & tecniche di sopravvivenza, non solo al minuto ma anche al mese, prima lo abbiamo guardato fisso negli occhi e poi, prendendoci il pacchetto dei fichi, gli abbiamo detto di non rompere i coglioni e che quel giorno da noi non avrebbe guadagnato un cazzo perché eravamo usciti solo per comprare i fichi.
mercoledì 4 luglio 2012
Tavolara
Questa è l'isola di Tavolara, vista da Porto San Paolo o giù di lì.
Nel senso che ora non mi ricordo più dove mi ero messo per dipingerla, ma senz'altro mi trovavo in Sardegna.
Nel senso che ora non mi ricordo più dove mi ero messo per dipingerla, ma senz'altro mi trovavo in Sardegna.
lunedì 2 luglio 2012
Satira e umorismo nero
Nella satira, fa ridere tutto ciò che è trasgressivo – o che viene considerato tale – e che, più in generale, della realtà è paradosso, metafora.
Ma anche ciò che da essi si diparte, spesso per terminare nel sarcasmo e nel cinismo, diventando, a torto o a ragione, sinonimo di cattiveria e di sprezzante e crudele sincerità.
Così l’arma dell’umorismo nero, da noi poco in voga (davvero siamo così ipocriti?), che utilizza le deformità e le disgrazie altrui – o dei protagonisti delle sue storie – non per semplice dileggio, ma, al contrario, per farne l’innesco capace di far esplodere le situazioni narrate.
Esiste, infatti, un atavico rifiuto per la raffigurazione della disgrazia, della malattia, della morte, e vige una innata tendenza a rimuovere tutto ciò, facendo, nel contempo, ampi scongiuri.
Per questo accade, qui da noi, che la descrizione della decadenza fisica sia solitamente riservata a deridere i potenti. Cosicché i nostri governanti possono vantare una collezione di vignette che li ritraggono gobbi, sessualmente poco dotati, mostruosamente fisicamente infelici.
Ma esiste anche il paradossale quotidiano che descrive la vita e i vizi privati della gente comune, al quale solo i più duri sopravvivono.
Come per esempio il chirurgo, rivolto al soldato che ha perduto una gamba in battaglia: "Se guardi il lato positivo, potrai sempre risparmiare qualcosa sull'acquisto delle scarpe..."
Oppure quell'altra della mamma che, alla figlia che le chiede perché mai abbiano deciso di festeggiare il Natale con un mese di anticipo, candidamente risponde:
"Ti sei dimenticata che hai la leucemia e che a dicembre è difficile che ci arrivi?"
O l'altra, vecchissima, ma sempre buona:
- "Babbo, perché la mamma è così pallida?"
- "Zitto, Pierino, e scava!"
Insomma, ridere delle menomazioni fisiche o della stessa morte, in fondo serve a renderle meno drammatiche e più accettabili.
Ancor più se si tratta di quelle altrui...