giovedì 30 maggio 2013

Molentargius Saline


Per ora direi basta con le foto del degrado del Poetto. Mettono tristezza. Come il tempo, che sembra peggiorare ogni giorno che passa. Oggi faceva addirittura freddo! Però c'erano in cielo certe nuvole che sembravano uno di quei dipinti del Canaletto. O di William Turner... avete presente?
Insomma, o Canaletto o Turner, c'erano ed erano belle, e così le ho fotonuvolografate. Eccole qua! 


Naturalmente in qualche immagine ho inserito anche Cagliari, e la solita idrovora del Rollone, dove, lungo il canale che la lambisce, stamani c'era anche un battello con alcune persone a bordo.



Se ho ben capito, stavano controllando il percorso naturalistico in battello che l'Ente Parco del Molentargius organizzerà il prossimo mese di giugno. 
Eventuali e più precise informazioni potrete trovarle ai seguenti indirizzi:

http://www.apmolentargius.it/visite_guidate_in_barca.php

http://www.parcomolentargius.it/articolo.php?mid=5&sub=0&sub1=0&art=0


http://www.parcomolentargius.it/

E-mail: infopoint@parcomolentargius.it

Tel. 070 37919201 





Queste sono più belle del degrado, vero? Siccome dovete sapere che da qui si arriva anche al Poetto (a piedi o in bicicletta), immaginatevi che goduria percorrere tale itinerario per giungere al mare sapendo che colà vi attende un luogo incontaminato.  
Buona serata e a presto!

Poetto, baretti e degrado


Stamani ci sono tornato, al Poetto. Perché il degrado è davvero tanto, e una mattinata non basta per documentarlo tutto. Specialmente col tempo che sta facendo: brutto brutto brutto, e con la minaccia incombente della pioggia che ti costringe a rientrare a casa all'improvviso.
Per questo inizio la nuova carrellata di immagini con un paio di "panoramiche" che dovrebbero farvi capire quanto questa spiaggia sia stata bella, e che basterebbe davvero poco per farla tornare a risplendere com'era in passato. 
Solo un po' di buona volontà, basterebbe. E tanto amore da parte di tutti per le cose che ci appartengono.



Riprendo da dove ero rimasto ieri (era troppo tardi e sono andato a letto!) e aggiungo un'altra serie di foto.
Questo qui sotto è ciò che resta del pronto soccorso(?) del vecchio Ospedale Marino. Messo "in sicurezza" con reti di protezione colabrodo, oggi è un deposito di sostanze pericolose - forse anche amianto - per la cui rimozione dall'arenile lo scorso anno, e durante il periodo estivo, sono stati spesi 500 mila euro.
Oggi, dopo oltre vent'anni, è ancora così.   



In basso, le... aiuole tra la strada litoranea e la spiaggia, con i ferri dell'armatura arrugginiti e pericolosamente sporgenti. 
Tra l'altro, provate a immaginarvele con qualche fiore colorato. Non siamo forse a maggio, il mese dei fiori?







Qui, ancora rifiuti. C'è proprio di tutto: buste di spazzatura, cartoni, cartine e cartacce; un materasso per... nani e anche delle scarpe. 
Mmm... vuoi vedere che nelle vicinanze hanno aperto un calzaturificio e non lo sapevo?






 




  
E poi, c'è l'area di fronte al Ristorante "Ottagono": un tempo adibita a parcheggio, oggi sotto sequestro.  Si dice che fosse stata occupata "abusivamente", per questo hanno messo i sigilli.
Lasciando perdere le questioni legali, che non conosco, mi chiedo come mai chi l'ha sequestrata la lasci in tali condizioni di totale abbandono. Erba secca e incolta, tubi arrugginiti, pezzi di legno, aiuole "portapalme" sgretolate...









Dei danni causati all'ambiente se ne parla anche in ambito di Unione europea. Infatti (art. 191 del Trattato di Lisbona) gli Stati hanno il dovere di proteggere l'ambiente attraverso misure preventive atte ad evitare alterazioni ambientali. Se gli Stati hanno questo dovere, mi chiedo perché, a scalare, quest'obbligo non debba essere esteso a Regioni, Province e Comuni. E, di conseguenza, all'ente sequestratario del terreno. Il quale - come peraltro tocca al cittadino comune che possieda un terreno - dovrebbe avere l'obbligo di provvedere alla cura e pulizia delle siepi, delle cunette, delle aree incolte in prossimità di strade pubbliche o nel centro urbano, al fine di evitare incendi, accumulo di acque piovane, di sterpaglie e d'immondizia, queste ultime probabile rifugio di ratti, zecche e altri parassiti potenzialmente portatori di malattie trasmissibili all'uomo. E di "roba" scritta in proposito ce n'è a bizzeffe! 
Il fatto è che dallo scrivere montagne di carta all'applicazione di quanto si scrive il passo non è breve!

martedì 28 maggio 2013

Poetto, baretti e degrado


Stamani ho ripreso a svegliarmi con una discreta incazzatura. Era un bel po' che non mi capitava. Sarà per colpa del tempo, ancora brutto e freddo, oppure per quello che c'è nell'aria e che si respira quando senti le notizie, comunque mi sono svegliato incazzato.
Mi riferisco alla politica e agli annunciati cambiamenti, che però lasciano presupporre che tutto resterà come prima: i rimborsi ai partiti - diventati sempre più "comitati d'affari" -, la legge elettorale - tra porcelli, porcellini e "maialate" in genere -, il lavoro, la disoccupazione e tutto il resto. Intanto, sette milioni di persone sono state chiamate a votare per i consigli comunali e i sindaci, ma se n'è presentata la metà. Forse è un segno. Che sia perché la gente comincia a essere stanca di chiacchiere e promesse? Eppure, se leggi gli slogan - i soliti, idioti e scontati "pensierini"- che scrivono sui "santini", tutti sono pronti a "voltar pagina", tutti ti daranno una "città migliore", tutti promettono "competenza" e "futuro diverso", mentre c'è anche chi dice "ci metto la "faccia", evitando però il culo, perché non si sa mai...

Ma dicevo che mi sono svegliato incazzato, e così, per calmarmi, mi sono fatto un giro con la bici. E con la macchina fotografica. 
Me ne sono andato verso il mare, verso il Poetto: la bellissima e sfortunata spiaggia di Cagliari. "Chissà che non sia cambiato qualcosa - ho pensato -, e magari gli hanno anche dato una ripulita"...
Ve le mostro, le foto che ho scattato, così le vedete anche voi e, chissà, forse anche voi, come me, v'incazzerete. Come incazzati probabilmente saranno i gestori dei punti di ristoro che da mesi (anni?) lottano contro gli smontaggi forzati e i rimontaggi svogliati dei "baretti", tra ordinanze, sentenze, piani urbanistici, violazioni, sequestri e successivi ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato. E così viene da chiedersi come si sia giunti a questo. 



Un po' come l'ineleggibilità di Berlusconi secondo una legge del 1957 (che in pratica riguarda il conflitto d'interessi), ma della quale non si è mai tenuto conto avendo permesso a Berlusconi di fare politica per oltre vent'anni. 
Però vorrebbero applicarla adesso.




Io non conosco a fondo la storia dei baretti, ma anche lì ci sarà stato un inizio. I concessionari avranno chiesto le autorizzazioni necessarie, che immagino saranno state concesse; avranno costruito secondo regole precise, con progetti regolarmente approvati: rispettando stili, dimensioni, colori e tutto il resto, nel frattempo controllati da chi doveva controllare. E poi? Dice che successivamente molti si sono "allargati", abusando di cemento e altri materiali, e pare che qualcuno abbia addirittura ottenuto - com'è possibile? - la "concessione edilizia". Se davvero c'è, la "concessione edilizia", qualcuno gliel'avrà pur data. O se la sono presa da sé? 
E dov'erano, mentre si commettevano gli "abusi", quelli che avrebbero dovuto controllare? Il Poetto non è certo in culo al mondo; ci sarà passato, ogni tanto, qualche vigile o qualcuno del Comune. Possibile che fossero tutti bendati? O ipovedenti? Sembra incredibile! E così, all'inizio dell'estate, ci tocca rivedere cumuli di legname, seggiole di plastica abbandonate, tendoni, materiale di ogni tipo e detriti accatastati sulla spiaggia. Col pericolo di farsi male pestando un chiodo o un vetro. 




Ma se tra un po' dovessimo tornare alle elezioni, state pur tranquilli che tutti i candidati si sgolerebbero ad assicurarci un "futuro diverso", un "Poetto finalmente vivibile", una "Cagliari da amare" (o "Da mare", secondo le fantasie dei pubblicitari), per poi  ricordarci che, passata la festa e gabbato lo santo, il "Baretto è da smontare" o il "Chioschetto è da rifare".


Questo è, dunque, il Poetto dei chioschi e dei baretti. Ma, intorno, cosa c'è? Tutto è davvero bello, come bello dovrebbe essere un luogo che è lo specchio turistico della Città? Fatevi un giro, come l'ho fatto io, e aprite bene gli occhi.

 



Guardatevi intorno, e poi chiedetevi se non è vergognoso lo spettacolo che vi viene offerto! Erbacce, tubi arrugginiti, materassi abbandonati, scarpe vecchie, e cartelli stradali divelti come quello che ho trovato l'anno scorso e che oggi è sempre lì.

Com'era l'anno scorso...


 Com'era agli inizi di maggio...

... e com'è oggi!

Ebbene, quel cartello l'ho pagato anch'io! Come l'avete pagato voi! E non l'abbiamo certo pagato, io e voi, perché fosse lasciato abbandonato per terra e nessuno più se ne curi. E la pulizia dei luoghi? Compresi coloro che questa pulizia dovrebbero fare e che tutti noi paghiamo con tariffe salate insieme agli altri che dovrebbero controllare che questa pulizia venga effettivamente fatta ma non lo fanno altrimenti sarebbe tutto pulito, ma che tra un po' ci troveremo a dover pagare sotto la voce "TIA", ovvero "Tariffa Igiene Ambientale"
Che fine fa tutto questo? Non siete indignati? Io sì. Sono indignato, e anche incazzato. Perché devo pagare per un servizio che non ho. Stiamo diventando, l'Italia sta diventando, un Paese senza più cultura e senza più diritti. Solo doveri.
Mi stanno, ci stanno, scippando anche il diritto alla bellezza!



Le decine di poveri, o finti poveri, di lavavetri, di vendirobe, di nomadi con bambini piccoli che imperversano ai semafori, agli angoli delle strade, fuori dai supermercati, fuori dalle chiese e sui marciapiedi vengono scaricati addosso a noi. Lo Stato non se ne cura. Li accoglie, e in che modo lo fa è sotto gli occhi di tutti, e poi li scarica sulle nostre coscienze perché siamo noi, e non Lui, lo Stato, le Istituzioni, ad occuparcene.
In confidenza, detto tra noi, mi sarei anche rotto un po' i coglioni.

sabato 25 maggio 2013

Record pressione fiscale

Le notizie di questi ultimi giorni ci dicono che in Italia ci sono la bellezza di 4 milioni di poveri assoluti. Che probabilmente, prima dei giri di vite dei vari "Salva Italia", anche se non nuotavano nell'oro, in qualche modo tiravano avanti. Le tasse vanno pagate, nessuno lo mette in dubbio, ma come sancito dalla Costituzione all'art. 53 dovrebbero essere tasse "giuste" da corrispondere in ragione della capacità contributiva di ciascuno. Invece, tra dirette e indirette, tutti noi siamo gravati da un'enormità di balzelli che tra loro si sommano rendendoci la vita impossibile.

E così, per l'occasione, ho composto quest'ode:

Davanti San Paolo

I reietti, che poveri e costretti               
Van da Del Debbio in duplice filar,
Quasi in corsa cercando Trefiletti
Chiedono aiuto insieme agli operai.

"Commercio e imprese a picco e in mezzo ai guai!
- implorano Rosario a capo chino -
Perché non fermi? Perché non ristai?
-
gridano in coro - Ferma il Saracino!"

"Bei derelitti, derelitti miei,
Fedeli amici d'un tempo migliore,
Oh di che cuor con voi mi resterei
-
guardando rispondeva - oh di che cuore!

Ma, cari i miei reietti, lasciatem'ire:
Ho già raggiunto una discreta età,
E poi, scusate, via, non fo per dire,
Ma oggi sono una celebrità.


Difendo, da Del Debbio, la famiglia,
Le imprese, gli esodati e gli operai,
Dall'Imu, l'Iva e altra paccottiglia
Fonte d'immensi, gravi eterni guai.

Da Paolo siedo, a stento trattenuto,
Progetto azioni contro il carovita,
Che strozza e uccide il popolo minuto,
Con legge assurda e mal distribuita"
.

"Ben lo sappiamo, Trefiletti caro
Che dentro al petto tuo c'è il nostro orgoglio
Ferito, bistrattato, nero e amaro,
Che grida per salvare il portafoglio.

Il Belpaese è ormai una polveriera,
Che rischia di scoppiar mattina e sera.
Per questo Paolo, qui, a Quinta Colonna,
Del giusto fa di te il portabandiera"
.

La piazza è piena, invoca una preghiera
Pei poveri mortali abbandonati
Dai mestatori della tiritera
Al paladino dei diseredati.

Per questo Paolo, qui, a Quinta Colonna,
Va in onda sempre in mezzo alla bufera
E credimi, non basta la Madonna
Per fermare i padron della "ferriera"!

Francescuè Dottucci
(da "Rime vecchie & nuove")


giovedì 23 maggio 2013

Abbazia di Spineto


Mi ero dimenticato di dirvi che alla riunione del governo Letta, a Spineto, nella meravigliosa abbazia a metà strada fra Monti e Berlusconi, c'ero anch'io.
La raggiunsi un venerdì col mio deltaplano a elastico, partendo da Olbia a sorpresa alle prime luci dell'alba o giù di lì, già travestito da senatore del movimento di Beppe, quello che va tanto di moda in questi ultimi giorni, per non farmi notare all'arrivo dagli sgherri della sicurezza. A un certo punto, però, mentre stavo sorvolando Sarteano, scoppiò un furioso temporale di quelli che non si vedevano dai tempi del Conte Ildebrando degli Aldobrandeschi e tra tuoni, fulmini & poffarbacco, si mise a piovere di brutto. 
Presa forzatamente terra in una radura nei pressi dell'abbazia, della quale già s'intravvedevano nella bruma del mattino i cipressi che a Bolgheri alti e schietti van da San Guido in duplice filar, bagnato come un pulcino, mi nascosi tra i cespugli sgranando gli occhi sul chivalà e brandendo la mia alabarda corta da viaggio che porto sempre meco. Assicuratomi che non venisse veruno dei ghibellini a guardia del feudo, ed essendo nel frattempo anche smesso di piovere, estrassi a sorte dallo zainetto a spalla carta & pennelli e approfittando di una vicina pozzanghera mi misi sollazzevolmente a dipingere cotesto veloce acquerello. Il quale, anche se non sarà un granché risultato venuto, quivi lo espongo ai frizzi e ai lazzi vostri e, dimenticatomi del tutto del convegno, rimasi nella radura continuando a farmi i lazzi miei.

martedì 21 maggio 2013

Festa di Sant'Efisio


Oggi vi parlo della Festa di Sant'Efisio. Lo so, visto che si celebra il 1° maggio avrei dovuto farlo prima, ma siccome ero indeciso sulle foto da mettere (a dire la verità meno belle di quanto mi sarei aspettato), ci ho pensato tutto questo tempo. Per di più, in certi casi mi sono anche dimenticato di prendere appunti sui paesi di provenienza dei vari gruppi in costume, e quindi le foto sono sprovviste delle necessarie informazioni. Spero che vorrete scusarmi.
Dovete sapere che Efisio, forse nato ad Antiochia (Asia Minore), mentre altre fonti lo danno nato a Aelia Capitolina (antico nome di Gerusalemme) e generale di Diocleziano, inviato in Sardegna per curare gli interessi di Roma, è incaricato dall'imperatore di perseguitare i Cristiani. Però, Efisio, che nel frattempo ha abbracciato anche lui la religione di Cristo, viene rimosso dalla carica, processato e condannato a morte per decapitazione.
Fu imprigionato in questa cripta (un'antica cisterna che raccoglieva le acque per la città), dove i fedeli accendono candele votive e si riuniscono a pregare davanti a un altare. 







L'esecuzione avviene tra il 293 e il 303 a Nora, nei pressi di Cagliari, dove in suo ricordo verrà edificata in seguito una chiesetta. I cagliaritani, che attribuiscono a questo Santo miracolosi interventi come quello di averli salvati nel 1656 da una terribile pestilenza, e, successivamente, dall'attacco francese del 1793, il 1° maggio di ogni anno celebrano in suo onore una solenne festa in costume.


Perciò, dal 1657, da ogni paese e città della Sardegna partono in pellegrinaggio per il capoluogo sardo gruppi di fedeli addobbati con i ricchi costumi tradizionali, ai quali si accompagnano i carri ("traccas") trainati da buoi, e anch'essi parati a festa recano "a bordo" esposti i prodotti dell'artigianato locale: cassepanche scolpite e intarsiate, cestini intrecciati, pizzi, filigrane d'oro e argento, arazzi e tappeti; ma anche dolci e pani finemente lavorati secondo le tradizioni isolane.





La festa, densa di numerosissimi eventi, dura quattro giorni, durante i quali la statua del Santo, custodita all'interno di un cocchio, viene trasportata dalla chiesetta di Stampace, Suo luogo di "residenza", fino a Nora, luogo del martirio, per rientrare a Cagliari il 4 maggio. 


















E tutto il tragitto, di andata e di ritorno (in tutto una settantina di chilometri), viene percorso rigorosamente a piedi! Insomma, è una festa bellissima. Tanto bella e caratteristica che non riesco a descriverla con le parole. E per rendersene conto bisogna vederla di persona. Quindi, vi aspettiamo numerosi l'anno prossimo a Cagliari per la prossima Festa di Sant'Efisio.

Per avere informazioni più dettagliate sulla Festa, questi sono alcuni link di siti dove trovate tutto quello che vi serve:


http://it.wikipedia.org/wiki/Efisio_martire

http://www.comune.cagliari.it/portale/it/festa_di_santefisio_1.page

http://www.cagliariturismo.it/it/eventi-speciali/357-edizione-della-festa-di-sant-efisio-3