lunedì 7 aprile 2008
Olimpiadi di pace
Si parla tanto di boicottaggio delle Olimpiadi di Pechino e personalmente, anche se la mia opinione può contare quanto il due di briscola, ritengo che sia utile esercitare, sì, delle pressioni nei confronti del governo cinese, senza però sconfinare nella violenza. Episodi di intolleranza eccessivamente "infuocati", servirebbero solo ad inasprire ancora di più gli animi e alla fine risulterebbero inutili. Un po' come le varie dimostrazioni di forza dell'amico George "Cespuglio" Bush in Iraq: dopo sei anni di guerra e di morti, civili e militari, si continua a combattere e a morire per le strade. È forse cambiato qualcosa? I terroristi sono rimasti dov'erano, ben nascosti e ancora di più incazzati, Bin Laden ogni tanto ci fa sapere che sta bene e che ad arrendersi e fare il bravo ragazzo non ci pensa nemmeno, l'America spende miliardi di dollari per dare la caccia ai fantasmi ed è sull'orlo del fallimento, e i bambini poveri del mondo continuano a morire di fame e di sete mentre si pensa ad una prossima colonizzazione di Marte. Ora, però, mi sto allargando troppo.
Tornando invece alle Olimpiadi, un segno forte di dissenso nei confronti della Cina e delle sue violazioni dei diritti umani potrebbe essere - e non solo secondo me - proprio il disertare, da parte di tutti i capi di Stato, la cerimonia di inaugurazione dei giochi olimpici. Tanto, fra un miliardo e mezzo di persone, chi se ne accorge?
Francesco Dotti (ex tedoforo di straforo)
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