domenica 30 novembre 2008

Social card


Non è la prima volta che la Guardia di Finanza scova e... fa "le bucce" ai falsi poveri. Per intenderci, i soliti furbi che, con autocertificazioni fasulle ed altri simili trucchetti, hanno spesso intascato le agevolazioni per i veri poveri e sono riusciti a farla franca. Almeno fino a quando non li beccano. E siccome siamo in Italia, e siamo italiani, probabilmente succederà la stessa cosa anche questa volta. Qualcuno piangerà ulteriore miseria, intascherà la vertiginosa somma di quaranta-euri-quaranta al mese (l'anglofonica "social card") con la quale avrà diritto di spesa agevolata al supermercato e, forse, anche bonus per figli magari inesistenti o "intestati" ad altri. Ma al di là dell'italica passione per l'imbroglio e il raggiro, per godere di questi 40 euri mensili di "anonimosina" (ovvero un'elemosina anonima) non bisogna superare il reddito di 6 mila euri all'anno!
Che è davvero un reddito da invidiare. E che, una volta "arricchito" della social card, arriverà nientepopodimenoché a 6.480 euri. All'anno. Così, dopo aver lavorato una vita, per continuare a vivere di stenti aggiungeranno anche questa umiliazione.
E pensare che senatori, deputati e altri "imperatori" di Stato questa cifra la raggiungono in una decina di giorni o forse anche meno.
E allora mi chiedo: senatori, deputati ed altri simil-ricchi non potevano togliersi un po' di soldi dalle tasche, diciamo una media di 15-20 mila euri all'anno, tutti quanti, per darli a chi non li ha? Non credo che per ciascuno di loro un paio di migliaia di euri in meno ogni mese avrebbe fatto una grossa differenza. Mi direte che è la solita goccia nel mare, è vero, ma rappresenterebbe comunque un gesto di buona volontà. Possibile che quando fanno proposte simili non provino un po' di vergogna? Hanno presente cosa si può comprare con 40 euri al mese? Perché non ci provano loro a campare con 6.480 euri all'anno?
Nessuna meraviglia: da un governo dei "consigli per gli acquisti", ci potevamo solo aspettare una... "carta per gli acquisti".
Francesco Dotti

lunedì 24 novembre 2008

La vecchia cantina



Questa è la vecchia cantina della casa di un amico. Vecchio anche lui.
Fotografata in luce naturale con una Pentax K1000, pellicola FP4 sovresposta e sviluppata in Patterson con Microphen a 20°C, diluito 1:30 per 4", martedì 18 novembre 1998 alle 17.30, nei pressi del bagno di casa mia (leggero viraggio seppia, o calamaro se vi piace di più), usando la posa B e con l'ausilio di un cavalletto.

domenica 23 novembre 2008

Consumatori




E' vero, se lo dice Berlusconi ci dovete credere. Uno come lui difficilmente si sbaglia. Ma anche se dovesse succedere, niente paura: partirebbero subito le smentite. Perciò, cari i miei sesquiàlteri consumatori, vi dovete dare una smossa.
Siate più fiduciosi, sorridete, non mettete i soldi (o quello che gli assomiglia) sotto al mattone e, dopo una profonda inspirazione a narici alterne assumendo la posizione del loto (o, a piacere, del caco), correte a fare acquisti.

Dovunque si venda qualcosa
. Alla cassa, poi, potrete sempre dire: "Mi manda Silvio!"

Francesco Dotti

venerdì 21 novembre 2008

Cuneo fiscale



Si legge dappertutto che per rilanciare l'economia bisogna consumare.
E' vero. Ma è altrettanto vero che se non ci sono i soldi come si fa a comprare?
Sono affermazioni talmente banali, che mi vergogno anche a scriverle. Ma poi, perché mi devo indebitare, rischiando anche d'impoverirmi, solo per arricchire chi produce, chi vende e chi mi crea dei bisogni dei quali posso benissimo fare a meno?
Per fare un esempio che mi tocca direttamente, un paio d'anni fa acquistai un paio di scarpe di ottima marca - in saldo, perché sennò non me le sarei mai potute permettere - e poi, all'interno, lessi che erano state fatte in Romania. Dice che la legge consente alle imprese di "delocalizzarsi" nei paesi in via di sviluppo, attribuendo diverse motivazioni di tipo commerciale ed economico che non conosco, e che non vi dico per non scrivere fesserie. Ma uno dei vantaggi di questa operazione che mi salta subito all'occhio - oltre probabilmente alle agevolazioni finanziarie e fiscali di cui gode chi "delocalizza" -, è senza dubbio il minor costo della manodopera. In breve, dunque, le "mie" scarpe fatte in Romania sono costate meno a chi le ha prodotte rispetto a quanto gli sarebbero costate se le avesse prodotte in Italia. E voi credete che per questo motivo, anche se erano in "saldo", le abbia pagate poco? No. Forse - saldi a parte - le ho pagate lo stesso prezzo di un paio di scarpe "made in Italy", con la differenza che chi ha fatto quelle scarpe alla fine ha solo guadagnato di più. Tra l'altro, dopo alcuni mesi mi si sono anche scucite e ho dovuto buttarle. Non solo basso costo della manodopera locale, dunque, ma anche basso livello di specializzazione. Perciò, per quale motivo dovrei contribuire all'arricchimento di imprenditori di questo genere? Non compro nulla, neppure per Natale, e mi tengo ben stretti i pochi soldi che ho, tredicesima compresa.
Con la speranza che quest'anno la diano a me e non serva per risanare l'Alitalia.

Francesco Dotti

martedì 18 novembre 2008

Olbia








Alcune immagini della bellissima Basilica di San Simplicio, a Olbia

domenica 16 novembre 2008

Un anno di blog



E così, ridendo e scherzando, è già passato un anno. Dodici mesi, nei quali, grazie a mia figlia Roberta che mi convinse a mettere in rete (neanche fossi un pescatore...) i miei lavoretti, e grazie anche a voi che mi avete dato la soddisfazione di guardarli e commentarli, in questi mesi mi sono divertito un sacco e una sporta! Sono commosso. Non credevo che ce l'avrei fatta, nonostante il colapasta e il naso finto per non farmi riconoscere.
Tuttavia, a essere sincero, qualche volta mi è venuta anche la tentazione di mollare. Un po' perché, guardando altri blog più belli e più "impegnati" del mio, ho sempre il dubbio di non essere all'altezza della situazione, e un po' per il timore di vivere questa bellissima esperienza a metà tra il patetico e il ridicolo. Per questo, ve lo chiedo dal più profondo del cuore, se dovessi apparire patetico e ridicolo, colapasta e naso finto a parte, ditemelo. Senza tanti complimenti. D'altra parte le critiche, se costruttive, servono a proprio a questo: a migliorare.
Ora basta, sennò mi metto a piangere. Grazie per l'attenzione e distinti saluti a voi e famiglia,
Francesco Dotti

P.S.
Mi ero dimenticato del mio povero cognato, al quale ho letteralmente sfrittellato i genitali, e senza il cui aiuto sarei ancora fermo al... primo "post".
Ogni giorno - specialmente all'inizio - lo chiamavo al telefono e gli chiedevo "Gianni, come faccio per vedere i commenti? E per moderarli? E per cambiare i colori del testo? E cosa vuol dire modifica post? Ma se devo inserire delle foto, come faccio? E se metto un filmato, come si fa a vederlo? Cos'è il layout?..."
Insomma, poverino, se l'anno scorso aveva le mutande di taglia "quarta", quest'anno ho saputo che è passato alla "sesta XXL".
Sua moglie dice che è colpa mia. Però è contenta, perché al mare, in costume da bagno, ora il marito fa un figurone!
Ciao Gianni, e tante grazie. Poi ti chiamo, perché non mi ricordo più come si cambia la data sui post!

Mirto


Questo è un rametto di mirto, disegnato per una etichetta pubblicitaria.
Il famoso liquore sardo è ottenuto dalla macerazione alcolica delle sue bacche mature.

Il nonno


Un vecchio ritratto a matita di nonno Francesco,
il nonno di mia moglie, disegnato nel lontano 1983

Pioggia



Oggi, tanto per cambiare, piove...
Non sono nel "pineto" o "su le soglie del bosco", ma a casa, mentre la mia Ermione, accanto a me, sta facendo le parole crociate.
Così, senza particolari entusiasmi, per vincere la noia sonnolenta di questa giornata umida e uggiosa, ho preso la penna stilografica e ho buttato giù di getto il solito disegnuccio. Tanto per tenermi allenato e non perdere quella "mano" che, a forza di usare il compiutero, mi si sta atrofizzando giorno dopo giorno...


E siccome piove e sono triste, ho ricercato il testo di una delle poesie più belle che Gabriele D'Annunzio scrisse, nell'estate del 1902, per l'amata Eleonora Duse.
Non so se a voi fa la stessa impressione, ma a me pare proprio d'essere lì, nell'immenso parco della Versiliana, nella mia amata Toscana, dove il Poeta e la sua donna passeggiano còlti da un improvviso temporale estivo.


La pioggia nel pineto

Taci. Su le soglie
del bosco non odo
parole che dici
umane; ma odo
parole più nuove
che parlano gocciole e foglie
lontane.
Ascolta. Piove
dalle nuvole sparse.
Piove su le tamerici
salmastre ed arse,
piove sui pini
scagliosi ed irti,
piove su i mirti
divini,
su le ginestre fulgenti
di fiori accolti,
su i ginepri folti
di coccole aulenti,
piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
t'illuse, che oggi m'illude,
o Ermione.

Odi? La pioggia cade
su la solitaria
verdura
con un crepitìo che dura
e varia nell'aria
secondo le fronde
più rade, men rade.
Ascolta. Risponde
al pianto il canto
delle cicale
che il pianto australe
non impaura,
né il ciel cinerino.
E il pino
ha un suono, e il mirto
altro suono, e il ginepro
altro ancora, stromenti
diversi
sotto innumerevoli dita.
E immersi
noi siam nello spirto
silvestre,
d'arborea vita viventi;
e il tuo volto ebro
è molle di pioggia
come una foglia,
e le tue chiome
auliscono come
le chiare ginestre,
o creatura terrestre
che hai nome
Ermione.

Ascolta, ascolta. L'accordo
delle aeree cicale
a poco a poco
più sordo
si fa sotto il pianto
che cresce;
ma un canto vi si mesce
più roco
che di laggiù sale,
dall'umida ombra remota.
Più sordo e più fioco
s'allenta, si spegne.
Sola una nota
ancor trema, si spegne,
risorge, trema, si spegne.
Non s'ode voce del mare.
Or s'ode su tutta la fronda
crosciare
l'argentea pioggia
che monda,
il croscio che varia
secondo la fronda
più folta, men folta.
Ascolta.
La figlia dell'aria
è muta; ma la figlia
del limo lontana,
la rana,
canta nell'ombra più fonda,
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su le tue ciglia,
Ermione.

Piove su le tue ciglia nere
sì che par tu pianga
ma di piacere; non bianca
ma quasi fatta virente,
par da scorza tu esca.
E tutta la vita è in noi fresca
aulente,
il cuor nel petto è come pesca
intatta,
tra le palpebre gli occhi
son come polle tra l'erbe,
i denti negli alvèoli
son come mandorle acerbe.
E andiam di fratta in fratta,
or congiunti or disciolti
(e il verde vigor rude
ci allaccia i malleoli
c'intrica i ginocchi)
chi sa dove, chi sa dove!
E piove su i nostri volti
silvani,
piove su le nostre mani
ignude,
su i nostri vestimenti
leggieri,
su i freschi pensieri
che l'anima schiude
novella,
su la favola bella
che ieri
m'illuse, che oggi t'illude,
o Ermione.




sabato 15 novembre 2008

Chat e sesso


Oggi ho letto di una signora inglese la quale ha scoperto che il proprio marito la tradiva, a quanto pare solo virtualmente, su Internet. Non ho capito la storia dell'avatar e come funzionino queste diavolerie virtuali nonostante, forse, io le stia utilizzando anche in questo momento. Ancora oggi, infatti, a 62 anni suonati, mi chiedo come sia possibile che uno parli dentro un filo, qui, e dall'altro capo si senta la voce, là. Anche a migliaia di chilometri di distanza.
Così, quando leggo queste notizie, o a tarda notte, con mia moglie, saltellando insonni da un canale tivvù all'altro prima di andare a letto, ci capita di vedere procaci ragazzotte che si strusciano sulle puppe il filo del telefono, mi chiedo se davvero possa esistere gente capace di eccitarsi a distanza, e magari per telefono, davanti a spettacoli simili. E se in certe occasioni mi è capitato di sentire una certa animazione nelle mutande, alla fine scoprivo che si era solo spostato il pannolone.
Perciò, non perché sono un ipocrita puritano, moralista falso, bugiardo e bacchettone, ma più semplicemente perché, scusate tanto, sarò anche all'antica, ma io preferisco di gran lunga la vecchia maniera.
Anche se in questi anni, ahimè, mi è calata un po' la ram e non ho più il modem di una volta.
Vuoi mettere?

Francesco Dotti

venerdì 14 novembre 2008

Pensando a Kandinsky



L'altra notte, pensando al caro Vassily, ho elaborato questa foto. Il risultato è quello che vedete.
Modesto, in confronto al grande Artista, ma credo abbastanza suggestivo. Voi, che ne dite?
Francesky Dottily

sabato 8 novembre 2008

La madre dell'ucciso



Disegno a penna biro de "La madre dell'ucciso", una delle più belle opere dello scultore sardo Francesco Ciusa (nato a Nuoro nel 1883 e morto a Cagliari nel 1949), con la quale nel 1907 vinse il primo premio alla Biennale di Venezia

venerdì 7 novembre 2008

Camorra


Commercianti e "magliari" i camorristi nel napoletano, mafiosi-imprenditori nel casertano, dove si costruiscono interi quartieri.
Ora, se a comprare da qualche guappo un paio di pantaloni e una maglietta di marca contraffatta invero si rischia pochino - e magari è anche roba buona -, non dovrebbe essere la stessa cosa per l'acquisto di un appartamento, soprattutto se tirato su coi proventi della vendita di armi e di droga, oppure sfruttando la prostituzione, la monnezza e il gioco clandestino.
Ciò che è emerso nel corso della interessante puntata di "Porta a porta" andata in onda ieri sera, è ancora una volta il quadro desolante di una Campania oltraggiata dal malaffare, ma soprattutto da carenze sociali e politiche di dimensione storica.
Un fenomeno a tutti noto da anni che, nonostante gli sforzi di Polizia e Carabinieri - sostenuti oggi anche dalla provvidenziale presenza dell'esercito -, oltre all'impegno di qualche prete coraggioso, sembra impossibile arginare. Di più: sostituendosi allo Stato, ora la camorra diviene società stessa. Complici coloro che la subiscono e che ne condividono i valori negativi.

Così, ascoltando le testimonianze in studio e guardando i filmati, ingenuamente mi sono chiesto se tra le tante iniziative intraprese, oltre alle tonnellate di analisi minuziose e ricorrenti sull'argomento, peraltro incontestabili, siano stati osservati con attenzione quei soggetti sospettati di attività illecite e criminali e come queste persone, senza arte né parte, abbiano potuto accumulare sì tanta ricchezza da poter costruire palazzi e quartieri. In fondo, conoscendo già le "famiglie" malavitose, basterebbe tenerne d'occhio qualche componente seguendone l'evoluzione economica nel tempo. Se non aveva né soldi né un lavoro a venti-venticinque anni, com'è possibile che dopo una decina d'anni sia diventato ricco e potente e abiti in ville lussuose e viaggi in Ferrari?
E poi, nel caso dei costruttori, per ottenere permessi e concessioni non bisogna avere determinati requisiti "certificati" per legge? Verrebbe da pensare, allora, che tutto questo non dovrebbe essere possibile se non vi fosse, probabilmente, la complicità di qualche "ufficio" che conta. Che, anche se non vi partecipa attivamente, è comunque responsabile. O no?
Credo che siano più o meno queste le domande che l'uomo della strada si fa.
E poi, ancora, com'è possibile che le stesse forze dell'ordine, per avventurarsi nei quartieri più a rischio, tra scugnizzi, "muschilli" e qualche guappo da strapazzo, debbano farlo come i marines in Iraq? Degrado urbano, scarsa prevenzione e mancanza assoluta di mezzi di dissuasione di massa = degrado sociale e delinquenza. In premio, però, a chi delinque e senza aver compiuto alcun percorso rieducativo, lo Stato magnanimo concede l'indulto: qualsiasi reato uno abbia commesso ha diritto a tre anni di sconto. Come al supermercato. Un bel messaggio davvero!
Nessuno, per carità, chiede di ricorrere al napalm o ai carrarmati, però anche sentirsi costretti a cedere le armi non mi sembra giusto. Soprattutto per chi i delinquenti è chiamato a combatterli, ma anche per quella gente perbene che, in questi quartieri, ha la sventura di viverci. Perché non siamo nelle favelas brasiliane, ma in Italia.
Si parla anche di scuola e di strutture parallele che possano in qualche modo ricostruire il tessuto sociale. Li chiamano "centri per la legalità". Ma se molti ragazzi, con la complicità delle loro stesse
famiglie, non frequentano neppure la scuola dell'obbligo, figuriamoci se andrebbero all'oratorio, a teatro o al cineforum! Ve l'immaginate i camorristi e gli aspiranti guappi che giocano a dama in parrocchia, o discutono tra di loro dei capolavori di Billy Wilder?
Certo che, anche qualora si riuscisse a compiere questa difficilissima opera
moralizzatrice, se oggi non c'è lavoro neppure per le persone oneste e per chi ha studiato, come camperebbero i nuovi "legalizzati"? Quali speranze, in cambio della recuperata onestà?
Arrendersi e capitolare, allora? Spero proprio di no. Che fare? Mi dispiace, ma non lo so. Io faccio solo retorica da quattro soldi.
E poi, non pretenderete mica che vi risolva io tutti i problemi? Eccheccazz!!...
Francesco Dotti

martedì 4 novembre 2008

Great success for Obama



Buona fortuna Signor Obama, sono felice che sia stato eletto. Finalmente il "cespuglio" se ne va! Ed è stato un cespuglio di spine, uno di quei grossi rovi spinosi che rotolano spinti dal vento e che, secondo me, in questi lunghi anni di "regno" ha combinato anche un sacco di guai. Grossi guai. Poi, non so se lo avete notato, Bush ha gli occhi "vicini". Intendo dire che sono troppo vicini tra loro. E io ho sempre diffidato delle persone che hanno gli occhi vicini.
Lei, invece, Signor Obama, ha gli occhi lontani e uno sguardo pulito da bravo ragazzo, e sono certo che tutti quei buchi che dovrà rappezzare in questo mondaccio schifo riuscirà a ricucirli solo se sarà affiancato dalle persone giuste.
Se non per il bene nostro - perché ormai è tardi -, almeno per il bene delle generazioni future. Le guerre servono solamente agli speculatori.
Noi ci accontentiamo solo di pace e di un po' più di giustizia. Per tutti. Grazie.
Francesco Dotti
Good luck, Obama!

domenica 2 novembre 2008

Aumenti pane e pasta


 


Il pane, dice che si è fermato. La pasta, invece, no. In un anno, il suo prezzo è triplicato.
Ora non ci resta che aspettare che almeno ci raddoppino gli stipendi...