martedì 1 settembre 2009
Sbarchi e immigrati
Continuano gli sbarchi di poveracci che cercano, forse, lavoro e, forse, anche un po' di tranquillità. Molti di loro scappano dalla fame, dalla guerra e dalle persecuzioni.
Tutto questo è davvero molto triste, ma ormai sono tanti, troppi, quelli che sono arrivati da noi e che continuano ad arrivare. E allora, come si fa? Li pigliamo e ce ne freghiamo, gridando però allo scandalo perché vogliamo dimostrare che siamo buoni? Ma in questo modo è probabile che, prima o poi, vadano a ingrassare le fila di sciagurati e disadattati che da noi abbondano e dei quali faremmo volentieri a meno.
E allora... li accettiamo, li censiamo e li controlliamo sotto l'aspetto sanitario, e poi, in base alle richieste di lavoro, li sistemiamo, magari dando loro anche un alloggio decente per evitare che cadano nelle mani dei soliti profittatori che li sfruttano e li ammucchiano dentro topaie immonde succhiando loro le poche stille di sangue rimastegli? E' una bella domanda...
E così oggi, che sembra tornato l'anticiclone africano e sto sudando come una trota, ho ricominciato a pensare e mi sono chiesto: "Ma perché un po' di loro non se li piglia il Vaticano, visto che in genere si occupa di cose che riguardano la Carità cristiana? Magari inizialmente li potrebbe assumere come giardinieri, o come lucidatori delle corazze delle guardie svizzere, o come idraulici-tubisti-lattonieri-saldatori-elettricisti nelle papaline officine meccaniche, nella venerata centrale termica o nel santo acquedotto di Villa Carpegna dai quali, in seguito, dopo aver conseguito ulteriori specializzazioni, potrebbero far carriera e transitare, sempre all'interno dei sacri uffizi, a mansioni di tutto rispetto invidiate anche all'estero (cioè da noi)".
Francesco Dotti (il solito rompicoglioni)
bravo.
RispondiEliminail troppo storpia. anche nella bontà.
ciao