mercoledì 29 dicembre 2010
Capodanno 2011
Che i simpatici Aldo, Giovanni e Giacomo siano ai primi posti, insieme a Christian De Sica, nella classifica dei "cinepanettoni", mi fa piacere. Abbastanza.
Che abbiano sequestrato tonnellate di "botti" destinati al capodanno, contribuendo - si spera - a far diminuire il numero degli orbi, degli storpi e dei mutilati, mi fa piacere. Soprattutto per gli orbi, gli storpi e i mutilati che scamperanno all'annuale carneficina, mi fa molto piacere.
Che Elton John sia diventato "mamma"(?) e abbia finalmente coronato il suo desiderio di esserlo, mi fa piacere per lui (si fa per dire) e per il babbo-marito(?). Però mi fa pensare. Molto.
Che Benedetta Mazzini mi racconti l'Africa su Rai 5, mi fa piacere (per lei e per i variegati personaggi dello spettacolo che l'accompagnano in questa avventura), ma ci (mi) fa pensare all'utilità di pagare il canone-tassa sulla televisione. Molto.
Che la riforma Gelmini sull'università sia diventata legge mi fa piacere, soprattutto se servirà a diminuire gli sprechi e le "parentopoli", favorendo la trasparenza e la meritocrazia. Però c'è chi non la pensa così. E questo mi fa pensare.
E sui "piaceri" e sui "pensieri" che alcune notizie mi suscitano potrei dilungarmi in una sfiza infinita.
Ma quello che non mi fa piacere, e ugualmente mi fa pensare, è che un condannato all'ergastolo per reati di mafia (o 'ndrangheta, che è lo stesso) sia stato scarcerato dal giudice per scadenza dei termini sulla custodia cautelare (si dice perché la sentenza è stata depositata con "qualche anno" di ritardo).
Ugualmente non mi fa piacere leggere che la delegazione dei pastori sardi sbarcata a Civitavecchia per manifestare - giustamente - sulle disattese promesse della Regione Sarda, sia stata accolta e fermata dalle forze dell'ordine perché, così pare: "la manifestazione non era stata autorizzata". Roma non si tocca!
Solo i black block possono farlo? Forse perché avevano avvertito prima?
"Incendieremo 14 cassonetti, 2 negozi e 6 automobili, e poi spaccheremo 3 bancomat, 4 vetrine e taluni tavolini e sedie di qualche bar". Mah! Evidentemente le "marce su Roma" non sono da tutti.
E ancora non mi fa piacere, e mi riempie il cuore di rabbia e di dolore, leggere di bambini violentati e sottratti alle loro famiglie, spesso ritrovati morti nei pozzi, tra i cespugli, tra le immondizie di questo schifo di mondo che non ha più rispetto per nessuno.
Ed è, quella delle cose che mi fanno dispiacere-pensare, un'altra lista lunga, lunghissima, di questo anno che volge al termine. E non basterebbe un libro per elencarle tutte.
C'è in giro un malessere diffuso, e sempre più montante, della povera gente che ormai non ce la fa più. Una mancanza di certezze, anche di quelle che ormai credevi raggiunte e consolidate: lavoro, famiglia, casa, pensione. Valori importantissimi, indispensabili, che sembrano vacillare, come fossero costruiti sulla sabbia.
Ci sentiamo - mi sento - anche noi degli "insaccati". Come quei 5 milioni di cotechini e i miliardi di panettoni che, stappando spumanti bottiglie e facendoci ipocriti auguri di un anno "migliore", tra un po' ci apprestiamo a consumare.
Francesco Dotti
lunedì 27 dicembre 2010
Cagliari
Questa è una torretta di avvistamento per gli squali.
"Squali?!" "Squelli!"
Anche questa è una torre di avvistamento per gli squali. Che naturalmente non ci sono mai stati, ma, come si dice: "Melius est abundare quam deficere".
E qui, lasciatemelo dire, si abunda. Eccome!
giovedì 23 dicembre 2010
Buon Natale 2
E così, alla faccia della "crisi" (ma poi, c'è, o non c'è?), ci apprestiamo di nuovo a festeggiare il Natale e la fine di dodici lunghi mesi nei quali è successo veramente di tutto. Alluvioni, terremoti, nevicate scandinave, rapimenti & stupri, uccisioni di genitori & parenti, intimidazioni islamiche ai cristiani, attentati al pacco-bomba, minacce di guerre nucleari in Corea, scandali, bunga-bunga, tradimenti politici, terzi poli e via dicendo... Insomma, mesi da dimenticare!
Così, dicevo, tra abeti natalizi "pallati" fino all'inverosimile, mentre fuori nevicano valanghe di panettoni e pandori grossi come carrarmati e dai variegati ripieni, financo alla mousse d'armadillo & pasta d'acciughe, tra il tepore delle pareti domestiche sta per consumarsi anche questo Natale.Nell'opulenza familiare di uno Stivale vecchio e ormai da risuolare, nei soggiorni luccicanti e paludati a festa, tra il miscuglio di odori di fritto e di ascelle sudate, noi giocondi, noi orgiasti, noi gaudenti scarteremo finalmente quella montagna di pacchi-dono argento-dorato-nastrati che ci siamo regalati impegnando più di mezza tredicesima.
"Che bello! Ma è un frullacapezzoli a modulazione di frequenza con preselezione della puppa preferita! C'era anche su internet! Lo desideravo proprio!"
E poi ancora lo sventracozze a sei velocità, l'apripiselli catalitico con telecomando, lo sgocciolavafa a cristalli liquidi... Tutta roba utilissima, frutto delle nuove tecnologie, che se non le possiedi anche tu sei destinato a restare a vita l'ultimo dei pirla.
Anche il nonno, esperto del web a luci rosse e adattatosi da tempo ai catodici suggerimenti per gli acquisti, addentando con la sua nuova dentiera in ferro battuto a doppia presa la reclamizzata mela-spot in marmo di Carrara, aprirà il suo regalo: una confezione formato caserma dei nuovissimi pannoloni di cartone precompresso con l'intercapedine in granito di Gallura che non lascia passare neppure una scoreggia, con i quali sarà costretto a pisciarsi addosso per tutto l'anno nuovo. Più tardi, giunto il momento dei commiati, siccome avevamo paura di morire di fame e di "fare brutta figura" con gl'invitati, tornando nelle cucine troveremo quintali di avanzi:
"È un peccato buttarli!... Perché non te li porti a casa?" "Nooo, figurati... Anch'io ho tanta di quella roba..." "Ma prenditi almeno l'agnello ai quattro formaggi e la pasta al forno coi pipistrelli..." "Grazie, era davvero squisita, ma da domani mi metto a dieta!" "Pazienza... vuol dire che li mangeremo domani con i ragazzi..."
Ma se domani i "ragazzi" non tornano a pranzo, niente paura: abbiamo proprio il cassonetto sotto casa!
Buon Natale
Francesco Dotti
Buon Natale
Cari Amici & Sostenitori, grazie per avermi sopportato un altro anno.
Che le prossime festività vi portino un sacco di cose belle a voi e alle vostre Spett. Famiglie e... vorrei aggiungere altro, ma sono troppo commosso.
Auguri, auguri e ancora auguri!!!
Francesco
Che le prossime festività vi portino un sacco di cose belle a voi e alle vostre Spett. Famiglie e... vorrei aggiungere altro, ma sono troppo commosso.
Auguri, auguri e ancora auguri!!!
Francesco
domenica 19 dicembre 2010
Il terzo polo
Con Bersani & Vendola a contendersi il comando della segreteria di quello che "era" il partito più importante del mio Stivale, al grido di "Più cicoria per tutti!" si va delineando il "terzo polo" di Fini, Casini e Rutelli, con l'adesione di Lombardo (Mpa).
Davvero difficilino, soprattutto per chi ha qualche annetto sulla gobba come me, vedere insieme simili "patacche". Specialmente quando si tenta di spacciarle per buone.La storia di questi "sei personaggi in cerca d'autore", come la famosa opera pirandelliana, ce li propone tutti quanti mentre ciascuno impersona il proprio dramma, nell'illusione che sia comune a tutti gli altri e nella speranza che qualcuno alla fine lo rappresenti.
Ma... chi sarà, di grazia, il capocomico che dovrà rappresentarli?
Calciomercato e governo
"Nessun calciomercato!" assicura Berlusconi, "La maggioranza ce l'abbiamo già. Al massimo, cambieremo qualche maglietta..."
venerdì 17 dicembre 2010
martedì 14 dicembre 2010
giovedì 9 dicembre 2010
Via al test d'Italiano per immigrati
Da oggi va in onda il test d'Italiano per gli immigrati che richiedano il permesso di soggiorno
per un lungo periodo.
Poi bisognerà conoscere anche le tabelline, l'equivalenze, l'Inno nazionale e... tifare per l'Atalanta.
martedì 30 novembre 2010
venerdì 26 novembre 2010
Olbia
Questa è la chiesetta campestre dello Spirito Santo. Edificata intorno al 1700 (se ben ricordo), si trova lungo la SS 125 in direzione San Teodoro, a pochi km da Olbia.
Il giorno del Corpus Domini (sessanta giorni dopo Pasqua) vi si celebra una festa religiosa che termina in canti, balli sardi e una lauta cena con quello che passa il convento (in genere, pecora bollita, formaggio e naturalmente vino a fiumi).
Cagliari
Il Bastione di St. Remy, a Cagliari, mi ispira sempre moltissimo e così, ahivoi, ogni tanto mi coglie l'uzzolo di farne quell'acquerello che, probabilmente, di tanto in tanto vi riproporrò. Come questa versione, uguale alle altre nel taglio fotografico, ma diversa pittoricamente.
Anche in questo caso ho usato la solita matita grassa e ho sporcato il disegno con alcuni rimasugli di colore che avevo nel piatto.
Tanto per non buttarli via, perché i colori diventano sempre più cari e io sono notoriamente tirchio. Molto tirchio.
Anche in questo caso ho usato la solita matita grassa e ho sporcato il disegno con alcuni rimasugli di colore che avevo nel piatto.
Tanto per non buttarli via, perché i colori diventano sempre più cari e io sono notoriamente tirchio. Molto tirchio.
mercoledì 24 novembre 2010
Bersani all'Asinara
(nella foto Ansia-Plast alcuni disoccupati in mobilità precaria mentre si allenano al Tiro alla Cinghia)
Dal nostro corrispondente in Sardegna, pubblichiamo il discorso di Bersani, apparso il 19 novembre al "Palafornelli" dell'Asinara ai cassintegrati sardi.
"Care Amici, stimatissimi Amiche, Compagni tutte, checché se ne dica o se ne pensi, come diceva il mio amico Dahrendorf, la differenza tra ricchi e poveri, oltre che nel diverso livello di vita, sta proprio in questa differenza. E la colpa, oltre ad essere ancora una volta del berlusconismo e delle sue televisioni, è che c'è sempre chi la vuole cotta e chi la vuole cruda. Per dare una svolta decisiva, per vincere, allora bisogna saper essere alternativi all'alternanza, alternandosi nell'alternità. Ohi! E non mi si venga poi a dire che siam venuti fin qui a pettinare le anguille!
Anche se la vita non è tutta rosa, come diceva il mio amico Tarcisio Seppia, l'importante è saperla abbinare ai colori giusti. Soprattutto il 14 dicembre. Della crisi, poi, cari Compagne, se ne parla ormai da troppo tempo, ma invece di far convergere i nobili sforzi produttivi di chi questa crisi, ahimè, la vive sulla propria pelle - e penso non solo ai calzaturifici marchigiani di tutte le marche -, cos'ha fatto il governo in tutti questi mesi? Ha nicchiato tra i cannolicchi, lambiccandosi con gli alambicchi, e si è gingillato scavizzolando gli zizzoli con il suo legiferare ad personam. Senza pensare che, come diceva il mio amico Sisinnio Lèpido, mentre ad rivum eundem lupus et agnus venerant, siti compulsi, superior stabat lupus, longeque inferior agnus, hanno avuto l'imprimatur anche da coloro che di queste leggi avrebbero infine goduto anche senza il digitale terrestre.
E questo, care Compagni e Amici tutte, noi del Piddì lo avevamo capito da tempo, e se non andiamo in giro a dirlo è solo perché ci dobbiamo ancora mettere d'accordo. Su una cosa, però, ci troviamo uniti: non si può più andare avanti così ed è giunta l'ora di rimboccarsi le maniche. Tutte, anche le mezze".
Dopo il discorso, il segretario del principale partito italiano ha salutato i rappresentanti del direttivo "Fame & Aziende" e i segretari di tutti i circoli presenti ed è ripartito in gommone per Sassari da dove in serata, con un volo messo a disposizione dalla "Four Blacks Airways", è rientrato nella Capitale.
(dal n. c. all'Asinara, Guittone da Bacu Abis)
lunedì 22 novembre 2010
Il dopo Berlusconi
E... dopo Berlusconi che ci sarà? Siccome alla frutta ci siamo già arrivati da un pezzo, se questa fantasia culinaria è il dessert, ora ci manca il caffè e l'ammazzacaffè.
Buona digestione!
(liberamente tratto dalla rubrica gastronomica "Guasto")
Buona digestione!
(liberamente tratto dalla rubrica gastronomica "Guasto")
giovedì 18 novembre 2010
Stazzi
E' il "solito" acquerello, dipinto qualche anno fa durante una vacanza a casa dei miei suoceri, e rappresenta due caratteristici stazzi (abitazioni campestri, tipiche di quella zona della Sardegna chiamata Gallura) che si trovano nel territorio di Santa Teresa di Gallura (SS), in località Val di Mela. Sugli stazzi, infine, ho raccolto alcune interessanti informazioni storiche che vi scrivo qui sotto, così che anche voi possiate conoscere meglio la loro origine.
Gli stazzi galluresi
Gli stazzi galluresi
La comparsa dei primi stazzi si può far risalire approssimativamente al periodo romano e bizantino. In quel tempo, infatti, a causa delle frequenti incursioni dei pirati lungo le coste della Sardegna, gli abitanti si rifugiarono all’interno dell’isola e trasformarono le attività pastorali da migratorie a stanziali, dando forma alle prime tecniche di lavorazione della terra e all’allevamento del bestiame.
I numerosi ruderi giunti fino a noi ci mostrano in che modo queste abitazioni - tipiche soprattutto della Gallura, anche se talvolta così diverse tra loro - siano state inizialmente edificate.
Osservando i muri esterni, privi d’intonaco e fatti di pietre rozzamente sbozzate tenute insieme col fango, vediamo che in molti casi essi andavano a formare un unico locale, generalmente a pianta rettangolare o circolare, alto circa tre metri, col pavimento in terra battuta. Il tetto, che era fatto di canne e travi di ginepro, veniva spesso coperto con delle semplici frasche.
All’interno, al centro della stanza, come in quelle che sono chiamate “pinnette” (capanne usate di solito dai pastori come rifugio durante le transumanze) si trovava un focolare per cucinare e scaldarsi nelle fredde notti invernali; mentre la finestra, piccola e senza vetri, serviva solo per far entrare un po’ di luce e d’aria. Nei periodi storici che seguono, col riassetto del territorio avvenuto in età feudale (aragonese e spagnola) e con la successiva chiusura dei fondi (“Editto delle chiudende” del 1820), lo stazzo subisce varie trasformazioni e si evolve sia per struttura che per dimensioni. Verso la fine dell’Ottocento e agli inizi del Novecento, compaiono i primi stazzi a due piani e con più stanze.
I muri esterni, in granito squadrato, ora sono ben rifiniti; il tetto, pur conservando l’antica orditura in ginepro e canne, è coperto con tegole; i pavimenti non sono più in terra battuta ma di rossi mattoni d’argilla e le finestre hanno le ante e i vetri. Di solito, per una migliore identificazione dei luoghi, al nome dello stazzo viene associato anche quello del proprietario.
Ormai simili a veri palazzotti, alcuni di essi hanno anche un piano superiore con dei balconcini in granito, ornati da una ringhiera in ferro battuto lavorato, di stile spagnoleggiante.
I numerosi ruderi giunti fino a noi ci mostrano in che modo queste abitazioni - tipiche soprattutto della Gallura, anche se talvolta così diverse tra loro - siano state inizialmente edificate.
Osservando i muri esterni, privi d’intonaco e fatti di pietre rozzamente sbozzate tenute insieme col fango, vediamo che in molti casi essi andavano a formare un unico locale, generalmente a pianta rettangolare o circolare, alto circa tre metri, col pavimento in terra battuta. Il tetto, che era fatto di canne e travi di ginepro, veniva spesso coperto con delle semplici frasche.
All’interno, al centro della stanza, come in quelle che sono chiamate “pinnette” (capanne usate di solito dai pastori come rifugio durante le transumanze) si trovava un focolare per cucinare e scaldarsi nelle fredde notti invernali; mentre la finestra, piccola e senza vetri, serviva solo per far entrare un po’ di luce e d’aria. Nei periodi storici che seguono, col riassetto del territorio avvenuto in età feudale (aragonese e spagnola) e con la successiva chiusura dei fondi (“Editto delle chiudende” del 1820), lo stazzo subisce varie trasformazioni e si evolve sia per struttura che per dimensioni. Verso la fine dell’Ottocento e agli inizi del Novecento, compaiono i primi stazzi a due piani e con più stanze.
I muri esterni, in granito squadrato, ora sono ben rifiniti; il tetto, pur conservando l’antica orditura in ginepro e canne, è coperto con tegole; i pavimenti non sono più in terra battuta ma di rossi mattoni d’argilla e le finestre hanno le ante e i vetri. Di solito, per una migliore identificazione dei luoghi, al nome dello stazzo viene associato anche quello del proprietario.
Ormai simili a veri palazzotti, alcuni di essi hanno anche un piano superiore con dei balconcini in granito, ornati da una ringhiera in ferro battuto lavorato, di stile spagnoleggiante.
(le fotografie, tutte di mia proprietà, sono state scattate da me medesimo girovagando per la Gallura. Se qualcuno fosse interessato, sappia che gli originali alla max risoluzione sono anche in vendita)
Francesco Dotti
Francesco Dotti
mercoledì 17 novembre 2010
Primarie Pd
Dice Bersani che bisogna dare un'aggiustatina alle primarie. Altro che aggiustatina, dico io!
Il Pd ormai è un giocattolo rotto. E, come spesso fanno i bambini a forza di frugarlo per cercare di capire com'era fatto, sono stati loro stessi a romperlo.
L'unico che dalle noiose, ribollite e rifritte giaculatorie antiberlusconiane del "manica-rimboccato" Pierluigi potrebbe riuscire a recuperare qualcosa, secondo me, è Vendola: persona di notevole cultura e dalle idee certamente più chiare e concrete.
Tutto il resto è... noia. Staremo a vedere...
Il Pd ormai è un giocattolo rotto. E, come spesso fanno i bambini a forza di frugarlo per cercare di capire com'era fatto, sono stati loro stessi a romperlo.
L'unico che dalle noiose, ribollite e rifritte giaculatorie antiberlusconiane del "manica-rimboccato" Pierluigi potrebbe riuscire a recuperare qualcosa, secondo me, è Vendola: persona di notevole cultura e dalle idee certamente più chiare e concrete.
Tutto il resto è... noia. Staremo a vedere...
lunedì 15 novembre 2010
venerdì 12 novembre 2010
Cagliari
Una veduta panoramica di Cagliari (in Inglese: "Casteddu"), vista dal piazzale di fianco alla Basilica di Bonaria.
giovedì 11 novembre 2010
Terronia
Ho letto da qualche parte alcune frasi polemiche che vedrebbero il Sud dell'Italia come una sorta di "palla al piede" per l'altra parte del Paese che produce: il Nord, forse?
Un'equazione, questa del "Sud = palla al piede", prodotta nel tempo soprattutto dal retaggio mediatico? È probabile. Ormai abbiamo imparato a prendere per oro colato tutto quello che leggiamo e vediamo, purtroppo. Da parte mia, per quel poco che so e quelle poche idee che mi sono fatto negli anni, molti dei quali trascorsi proprio al Sud, ritengo invece che ciò abbia radici molto più profonde che affondano nella Storia e nel costante abbandono in cui lo Stato e i suoi mandatari, vassalli, valvassori e valvassini locali, hanno sempre tenuto queste popolazioni e tutto ciò che le circonda.
Peccato, perché nel clima risorgimentale che stiamo imparando ad apprezzare di nuovo con le prossime celebrazioni dell'Unità d'Italia, al di là della retorica, ci stiamo dimenticando di quanti patrioti, allora, e quante braccia-lavoro, oggi e l'altro ieri, quel vituperato Sud abbia dato a questo strano Paese malato di una profonda e terribile crisi d'identità.
Francesco Dotti
Olbia
Questa è una bella immagine del faro di Olbia, a primavera. Sole, mare, fiori e colori.
Servono per allontanare un po' il grigiore dell'inverno che è alle porte...
mercoledì 10 novembre 2010
martedì 9 novembre 2010
Sgambetto della libertà
Lo "strappo" di Fini era nell'aria da tempo, e dire oggi "me l'aspettavo", non ha più senso.
Potrei dire, però, che lo sentivo aleggiare da quando si sono messi insieme. Sono due "galli" troppo importanti per lo stesso pollaio, e la lunga convivenza sarebbe stata molto difficile.
Se mi passate l'esempio "motociclistico", un po' come Valentino Rossi e Jorge Lorenzo alla Yamaha: troppo bravi tutti e due. Perciò, secondo me, che non sono un politologo e che la politica mi sta come il commissario Basettoni sta alla banda Bassotti, ritengo che Fini non abbia fatto una bella azione. Soprattutto in questo momento, difficilissimo per l'Italia, con tutti i problemi che abbiamo e che nessuno è ancora stato capace di risolvere.
Cosa pensano di fare, Fini & compagni, ora che si sono messi per conto loro e hanno "abbandonato la nave"? Faranno un nuovo governo, magari con qualcuno che li appoggia dall'esterno (ma chi, poi?) e, come per incanto, rilanceranno l'occupazione e la competitività? aumenteranno il Pil? faranno arrivare le famiglie alla fine del mese? faranno scendere gli operai dai tetti? leveranno la spazzatura da Napoli? ricostruiranno il centro storico de L'Aquila come era una volta, arrestando i terremoti e le alluvioni nel Veneto? restaureranno Pompei? risaneranno i conti pubblici?
Non credo proprio. Ricominceranno, invece, ne sono certissimo, a discutere tutti insieme di nuove alleanze, di cespugli, di "cose", rivoltando le gabbane qua e là secondo il vento che tira come in passato, e noi continueremo a starli a guardare e, purtroppo, anche a sentire.
Francesco Dotti
Potrei dire, però, che lo sentivo aleggiare da quando si sono messi insieme. Sono due "galli" troppo importanti per lo stesso pollaio, e la lunga convivenza sarebbe stata molto difficile.
Se mi passate l'esempio "motociclistico", un po' come Valentino Rossi e Jorge Lorenzo alla Yamaha: troppo bravi tutti e due. Perciò, secondo me, che non sono un politologo e che la politica mi sta come il commissario Basettoni sta alla banda Bassotti, ritengo che Fini non abbia fatto una bella azione. Soprattutto in questo momento, difficilissimo per l'Italia, con tutti i problemi che abbiamo e che nessuno è ancora stato capace di risolvere.
Cosa pensano di fare, Fini & compagni, ora che si sono messi per conto loro e hanno "abbandonato la nave"? Faranno un nuovo governo, magari con qualcuno che li appoggia dall'esterno (ma chi, poi?) e, come per incanto, rilanceranno l'occupazione e la competitività? aumenteranno il Pil? faranno arrivare le famiglie alla fine del mese? faranno scendere gli operai dai tetti? leveranno la spazzatura da Napoli? ricostruiranno il centro storico de L'Aquila come era una volta, arrestando i terremoti e le alluvioni nel Veneto? restaureranno Pompei? risaneranno i conti pubblici?
Non credo proprio. Ricominceranno, invece, ne sono certissimo, a discutere tutti insieme di nuove alleanze, di cespugli, di "cose", rivoltando le gabbane qua e là secondo il vento che tira come in passato, e noi continueremo a starli a guardare e, purtroppo, anche a sentire.
Francesco Dotti
sabato 30 ottobre 2010
mercoledì 27 ottobre 2010
Toscana
Sì, voglio farvi soffrire! Ecco un altro vecchio lavoro, risalente all'84.
Ricordo che stavo tornando a casa, in Toscana, dopo un viaggio per mare dalla Sardegna a Civitavecchia. Se ci penso, voglio dire al mare, mi sento male ancora oggi: c'erano delle onde pazzesche e si ballava anche senza musica!
Comunque, mal di mare a parte, giunto dopo Grosseto decisi di fare una deviazione per una delle zone più belle della mia amata terra, passando per Roccastrada, Colle Val d'Elsa, Poggibonsi e ancora su verso Certaldo, Castelfiorentino e via andando... fino a Pistoia.
Come sempre mi ero portato dietro gli "attrezzi del mestiere", ma non avevo a portata di mano gli acquerelli, che erano nel cofano della macchina, in valigia.
Così decisi di lavorare con una "Art Pen" della Rotring. Una specie di stilografica, nera e lunga, della quale esistono varie misure di pennino. In genere si usano per calligrafia, ma anche per il disegno sono favolose. E non per fare della pubblicità gratuita alla Rotring, anche se se la merita. Insomma, per farla breve - sennò come al solito per un disegnuccio del cavolo vi scrivo il solito romanzo d'appendicite (perché prima o poi ve la farò venire, l'appendicite) -, buttai giù questo veloce schizzo appoggiandomi direttamente sull'album da disegno (il solito Fabriano F2, liscio) e sul volante della mia Opel Ascona 1200.
La colorazione la feci qualche giorno dopo a casa dei miei, sul tavolo di cucina, nell'intervallo tra il pranzo e la cena, usando una semplice confezione di acquerelli in godets, di quelle che si regalano ai bambini delle elementari. In valigia, avevo solo quelli!
Robert Mitchum
Anche questo, come il precedente, è un reperto del trasloco che risale a quasi trent'anni(!) or sono. Anzi, or erano.
Immagino che l'abbiate riconosciuto: è una caricatura (realizzata con la solita matita grassa) di Robert Mitchum, presa da un rotocalco, quando anche lui probabilmente aveva... trent'anni di meno!
Ogni tanto, mentre rimetto a posto le mie cianfrusaglie - tantissime - trovo qualcosa di vecchiotto, e siccome è giusto che si veda il percorso di un "artista-artigiano", di volta in volta ve le mostrerò.
Poi, rispetto ad oggi, se il cammino intrapreso sia stato positivo o negativo, sarete voi a stabilirlo. In ogni caso un cambiamento c'è stato per forza. E comunque, sto ancora camminando...
martedì 26 ottobre 2010
Toscana
Tra le vecchie cose ripescate dal recente trasloco, ho trovato questo olio su cartone (oil on cardboard, per gli amici stranieri) di quando dipingevo con maggiore impegno. Cioè la bellezza di vent'anni fa!
Ebbene, anche se non dovrei dirlo, questo è un lavoro che mi piace.
lunedì 25 ottobre 2010
Governo in ferie
Dalla prima pagina de "Il Messaggero", a firma Marco Conti, leggo la notizia "... Governo bloccato, la Camera chiude per venti giorni".
In pratica, se tutto va bene, si ricomincerà a lavorare a metà novembre. Davvero una bella notizia, se pensiamo a quali problemi il nostro Paese deve affrontare.
Ma d'altra parte, dato che soldi non ce ne sono, quali provvedimenti il governo dovrebbe varare? Quindi, tanto vale restarsene a casa a riflettere e... riposare. Auguri e Buone Vacanze!
domenica 24 ottobre 2010
Avetrana
Sensazionale!!
Forse un nuovo colpo di scena sul delitto che sta attirando comitive di visitatori e pullman di cronisti da tutta Italia.
Ora, i sospetti si concentrano sul trattore: "Anch'io c'ero - ha detto il noto cingolato ai cronisti -, e ho visto tutto!"
Mentre da giorni circolano voci insistenti che l'automezzo agricolo sarà presto ospite di Porta a Porta, gli inquirenti dispongono che gli vengano bucate le gomme perché esiste sia il rischio di inquinamento probatorio, sia il pericolo di fuga.Presto a una svolta le indagini sulla casa dei Mis(t)seri?
venerdì 22 ottobre 2010
Cagliari
Due panoramiche di Cagliari, vista dal Giorgino.
A questo punto, tutti si chiederanno chi o cosa è il "Giorgino". Ve lo spiego subito.
Dicesi "Giorgino" quel rione periferico a sud ovest di Cagliari, situato sull'isolotto di San Simone (all'interno della laguna di Santa Gilla) e attraversato dalla vecchia SS 195 nei cui pressi si snoda la spiaggia de "La Playa", mèta estiva dei cagliaritani "ricchi" di un tempo lontano prima della "scoperta" del Poetto. Su questo isolotto, abitato addirittura fino dalla preistoria, si sono svolte alcune tra le vicende più importanti del passato dell'Isola: Fenici, Cartaginesi e Romani ne hanno calpestato il suolo lasciandovi numerose testimonianze.
E l'altra mattina ci sono stato anch'io, che sono Toscano...
E l'altra mattina ci sono stato anch'io, che sono Toscano...
Un ponte - quello della Scafa, o "Sa Scaffa", come dicono da queste parti -, costruito intorno alla metà dell'Ottocento, collega la città al borgo che prima poteva essere raggiunto solo via mare. E' probabile che il nome provenga dall'italiano "scafo" (corpo galleggiante di una imbarcazione) in quanto per uscire dalla laguna, prima che il ponte venisse edificato, i pescatori si dovevano servire di piccoli natanti.
Il ponte de "Sa Scaffa" e, sullo sfondo, Cagliari. O... pensavate che fosse Abbiategrasso?
Negli anni Ottanta, dopo la realizzazione del Porto Canale - uno dei più importanti centri di smistamento del Mediterraneo per le navi porta container -, il Giorgino è stato praticamente tagliato fuori dalla città. La SS 195 è stata interrotta in alcuni punti, per riprendere il suo percorso sulla nuova superstrada a quattro corsie, e molte attività che un tempo si svolgevano all'interno del quartiere sono andate a mano a mano sparendo. Anche la spiaggia, devastata dai banchinamenti del porto industriale, col tempo ha perso d'interesse, ma il panorama che vi si gode, credetemi, è impagabile. E forse sarà proprio per questo motivo che in questi ultimi anni qualcosa si è mosso e si è fatto molto per rivalutarla. Nei pressi del vecchio Villaggio dei Pescatori, per esempio, ci sono un paio di stabilimenti e qualche ristorante tipico, addirittura segnalato sulle guide gastronomiche Slow Food, dove si mangia dell'ottimo pesce a prezzi onestissimi, in riva al mare. E scusate se è poco...
L'ingresso del caratteristico Villaggio dei Pescatori, al Giorgino, dove ogni anno, a settembre, si svolge la sagra del pesce. Degustazione, abbondante e gratuita, di tutte - o quasi, se non di più - le specialità marinare locali, offerte dagli abitanti del villaggio.
Appena passato il ponte della Scafa, sulla destra, in lontananza vediamo la superstrada a quattro corsie - il nuovo tracciato della SS 195 che prosegue verso S. Margherita di Pula - e, quasi al centro-sinistra (ma la politica non c'entra un fico secco), una torretta con annessa una vecchia costruzione. Mi direte: "Passi per la superstrada, ma perché ci parli di questa torretta?"
Ebbene, questa torretta, chiamata "Quarta Regia", è una vecchia torre aragonese edificata probabilmente per controllare il braccio di mare intorno alla laguna e mettere in atto quella che per anni è stata una vera e propria tassa. Infatti tutti quelli che praticavano la pesca dovevano corrispondere, alla Corona d'Aragona prima, e alla Corona di Spagna in seguito, la quarta parte di tutto il pescato. La "quarta regia", appunto. Ma sono passati cinquecento anni.
E sapendo che a pagare le tasse, anche le più strane, siamo abituati da secoli e ormai ci abbiamo fatto il callo, è probabile che sia proprio per questo motivo che l'arrendu (così si chiamava la gabella in oggetto) l'hanno lasciata in vigore addirittura fino al 1956!
Capito che roba?
Chioso, dicendo che in quell'anno il Presidente del Consiglio era Antonio Segni, sardo; al Bilancio e alla Programmazione Economica c'era Ezio Vanoni; al Tesoro, Silvio Gava; alle Finanze Giulio Andreotti; Emilio Colombo e Giuseppe Romita avevano incarichi nella Cassa per il Mezzogiorno... e non mi risulta che fossero Aragonesi.
Per chi non se lo ricorda, poi, Vanoni dette il suo nome ad una legge che riformava il sistema tributario nazionale (il nostro, intendo) con l'introduzione della "dichiarazione dei redditi".
Questa dichiarazione - la "Vanoni" -, come deve essere in uno Stato giusto e probo, incideva maggiormente sui redditi fissi (lavoratori dipendenti e pensionati, che erano controllabili fino all'ultima lira), ma lasciava ampio spazio all'evasione (o all'elusione) ai lavoratori autonomi e a tutta la pletora di liberi professionisti e commercianti.
E' forse cambiato qualcosa? Intendo dall'epoca degli Aragonesi...
E questi, infine, sono dei simpatici pescatori che hanno accettato di essere da me ritratti mentre erano intenti a sistemare le proprie reti...
... sotto gli occhi preoccupati del gatto, che probabilmente pensava: "Ma se rimettono quella gabella della quarta parte del pescato, io dopo che mi mangio?"
Ciao a tutti.
Vitalizi
Vitalizi &... virtù
Non credo che servano i commenti. E' sufficiente leggere, e poi andare sul link (quello celeste).
Se è tutto vero, buon fegato marcio a tutti!
Il giorno 21 settembre 2010 il Deputato Antonio Borghesi, dell'Italia dei Valori, ha proposto l'abolizione del vitalizio che spetta ai parlamentari dopo solo 5 anni di legislatura, in quanto affermava cha tale trattamento risultava iniquo rispetto a quello previsto dai lavoratori che devono versare 40 anni di contributi per avere diritto ad una pensione.
Indovinate un po' come è andata a finire !
Presenti 525
Votanti 520
Astenuti 5
Maggioranza 261
Hanno votato sì 22
Hanno votato no 498).
Votanti 520
Astenuti 5
Maggioranza 261
Hanno votato sì 22
Hanno votato no 498).
Ecco un estratto del discorso presentato alla Camera:
Penso che nessun cittadino e nessun lavoratore al di fuori di qui possa accettare l’idea che gli si chieda, per poter percepire un vitalizio o una pensione, di versare contributi per quarant’anni, quando qui dentro sono sufficienti cinque anni per percepire un vitalizio. È una distanza tra il Paese reale e questa istituzione che deve essere ridotta ed evitata. Non sarà mai accettabile per nessuno che vi siano persone che hanno fatto il parlamentare per un giorno - ce ne sono tre - e percepiscono più di 3.000 euro al mese di vitalizio. Non si potrà mai accettare che ci siano altre persone rimaste qui per sessantotto giorni, dimessisi per incompatibilità, che percepiscono un assegno vitalizio di più di 3.000 euro al mese. C’è la vedova di un parlamentare che non ha mai messo piede materialmente in Parlamento, eppure percepisce un assegno di reversibilità.
Credo che questo sia un tema al quale bisogna porre rimedio e la nostra proposta, che stava in quel progetto di legge e che sta in questo ordine del giorno, è che si provveda alla soppressione degli assegni vitalizi, sia per i deputati in carica che per quelli cessati, chiedendo invece di versare i contributi che a noi sono stati trattenuti all’ente di previdenza, se il deputato svolgeva precedentemente un lavoro, oppure al fondo che l’INPS ha creato con gestione a tassazione separata.
Ciò permetterebbe ad ognuno di cumulare quei versamenti con gli altri nell’arco della sua vita e, secondo i criteri normali di ogni cittadino e di ogni lavoratore, percepirebbe poi una pensione conseguente ai versamenti realizzati.
Proprio la Corte costituzionale, con la sentenza richiamata dai colleghi questori, ha permesso invece di dire che non si tratta di una pensione, che non esistono dunque diritti acquisiti e che, con una semplice delibera dell’Ufficio di Presidenza, si potrebbe procedere nel senso da noi prospettato, che consentirebbe di fare risparmiare al bilancio della Camera e anche a tutti i cittadini e ai contribuenti italiani circa 150 milioni di euro l’anno.
Credo che questo sia un tema al quale bisogna porre rimedio e la nostra proposta, che stava in quel progetto di legge e che sta in questo ordine del giorno, è che si provveda alla soppressione degli assegni vitalizi, sia per i deputati in carica che per quelli cessati, chiedendo invece di versare i contributi che a noi sono stati trattenuti all’ente di previdenza, se il deputato svolgeva precedentemente un lavoro, oppure al fondo che l’INPS ha creato con gestione a tassazione separata.
Ciò permetterebbe ad ognuno di cumulare quei versamenti con gli altri nell’arco della sua vita e, secondo i criteri normali di ogni cittadino e di ogni lavoratore, percepirebbe poi una pensione conseguente ai versamenti realizzati.
Proprio la Corte costituzionale, con la sentenza richiamata dai colleghi questori, ha permesso invece di dire che non si tratta di una pensione, che non esistono dunque diritti acquisiti e che, con una semplice delibera dell’Ufficio di Presidenza, si potrebbe procedere nel senso da noi prospettato, che consentirebbe di fare risparmiare al bilancio della Camera e anche a tutti i cittadini e ai contribuenti italiani circa 150 milioni di euro l’anno.
Per maggiori informazioni ecco il link al sito di Borghesi con il discorso:
Non ne hanno datto notizia né radio, né giornali, né Tv OVVIAMENTE.
Facciamola girare noi !!!