lunedì 5 agosto 2013
Grazia a Berlusconi
Dice che le sue aziende hanno pagato 567 milioni di euro di tasse. E se lo dice, da qualche parte risulterà se è vero o no. Dice che è stato condannato per presunte evasioni fiscali per 7 milioni e trecentomila euro. E se lo dice, da qualche parte risulterà se è vero o no. Dice che in appello ha pagato una multa di 10 milioni e cinquecentomila euro. E se lo dice, da qualche parte risulterà se è vero o no.
Perciò mi chiedo: un imprenditore come lui, che ha pagato 567 milioni di euro di tasse, si fa beccare per aver evaso (presuntivamente) 7 milioni e spiccioli?
E' da non credere. Soprattutto avendo addosso gli occhi e le intercettazioni di tutti e sapendo che gli avrebbero controllato anche gli scontrini della colazione al bar. Ed è per questo motivo che il sospetto che lo abbiano voluto far fuori politicamente utilizzando l'arma della giustizia, anche se non univoco ma da più parti avanzato, potrebbe diventare plausibile.
Ora, chi gli è comprensibilmente vicino si appresta a chiedere per lui la grazia. Al suo posto non la chiederei, né la farei chiedere. Aspetterei invece che mi mettessero le manette e pretenderei di scontare in carcere la pena comminata. Perché se grazia dovessero concedergli, resterebbe comunque un "colpevole" graziato e si riaffaccerebbero tutte quelle ombre - anzi, di più - che in questi anni hanno tentato di offuscarne la figura.
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