sabato 24 dicembre 2016

Buon Natale


Buon Natale!


Sempre a proposito di migranti e integrazione, in riferimento ai fatti tragici di Berlino mi viene da dire che l'integrazione, quella vera e non "pelosa" di una certa sinistra, non si fa ammucchiandoli nelle galere a cielo aperto che sono le piazze, le stazioni, i sottopassaggi, oppure nei palazzi abbandonati delle periferie, dove stanno tutti insieme e dove magari covano, moltiplicandoli, sentimenti di rivalsa o di vendetta nei confronti di chi sta meglio di loro. E neppure si fa chiudendo gli occhi davanti a chi sfrutta il loro lavoro nei campi o altrove, sottopagandoli e tenendoli quasi come gli schiavi nei campi di cotone. Per giunta consentendo che vivano in baracche di cartone e lamiera senza servizi igienici e il minimo indispensabile per condurre un'esistenza che possa dirsi dignitosa, alimentando l'eterna lotta tra ricchi e poveri che, ahimè, sta cominciando a farsi strada anche da noi. Come fai a integrare centinaia, se non migliaia, di persone di cultura diversa dalla nostra per di più incazzati col mondo intero per le guerre, la fame e le carestie che spesso abbiamo portato noi stessi a casa loro con le nostre politiche dissennate? Un sano rapporto con questi popoli si porta avanti e si realizza non privilegiando solo i nostri più biechi interessi ma promuovendo legami e relazioni di tipo politico, commerciale e culturale che assicurino loro il giusto benessere a casa loro. Sono anni che lo diciamo.
Eppoi integrare significa attuare, in modo serio e organico, quei processi culturali che, col giusto tempo naturalmente, consentono all'individuo d'inserirsi in un dato ambiente in modo da essere in armonia con l'insieme che lo circonda, rispettandone leggi e regole. Ma non si fa dall'oggi al domani, e neppure isolando e ghettizzando chi vorremmo integrare, con la scusa del "rispetto delle diversità e del multiculturalismo". E della "solidarietà". Troppo comodo. Comodo e pericoloso. Specialmente quando a tutto questo si aggiunge la religione, che nel caso di quella islamica, in particolare se radicalizzata ed estremista, tende a non separare la politica dalla religione in quanto chi governa lo fa praticamente per volere del dio, senza una distinzione logica tra ragione e fede. Come fai a separare le nostre leggi da quelle loro, senza però confondere il dialogo, necessario, ma difendendo le nostre radici cristiane e le nostre tradizioni, con la supina condiscendenza e la rassegnazione?
Se, invece di separarli in piccoli gruppi come sarebbe più giusto, dai loro la possibilità di vivere "ammucchiati", è più facile e probabile che tutti insieme uniformino il loro pensiero "radicale", quando vi fosse, ispirandosi al primo "califfo" di turno facendo proseliti.
Il terrorista di Berlino, che per fortuna i nostri bravi poliziotti hanno ammazzato a Milano, era stato in galera in Italia per quattro anni. E, stando alle notizie che si sentono in giro, aveva avuto come compagni di cella altri del suo "Paese". Non frequentava certo detenuti avviati sulla strada della redenzione!
Magari, almeno in questo, da parte delle istituzioni sarebbe stato più prudente pensarci prima.
Perché l'integrazione può anche iniziare in galera...

4 commenti:

  1. Carissimo, in fretta voglio farti gli auguri di un buon Natale!
    Tomaso

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  2. Ciao Tomaso, e grazie ancora!
    D'altra parte, in questi giorni è tutto un fermento di buoni natali, di buone feste, di buoni anni, con l'augurio che quelli che verranno siano migliori dei precedenti.
    Che dire... speriamo! Perché non ci resta altro da fare. Anche se personalmente non sono per nulla ottimista. Anzi. E non dico altro...
    Un abbraccio, e, nel caso mi dimenticassi... Buona Pasqua! :) :)
    Francesco

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  3. Ciao Francesca! Grazie mille per il gentile pensiero.
    Io, invece, ho fatto una pessima figura perché me ne sono dimenticato...
    Spero di rimediare adesso contraccambiandoteli (ammazza... che parolona!), a te e Famiglia, e ci aggiungo quelli per il Nuovo Anno nel caso mi scordassi pure di quelli! :) :)
    Un caro saluto,
    Francesco

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