Quanti anni sono ormai che ci sorbiamo sempre la solita solfa della ferma condanna di questo o di quel politico, dei mass media, degli intellettuali e degli opinionisti tuttologi per gli "orribili attentati terroristici" che oggi hanno insanguinato la Turchia, ieri Baghdad e l'altro ieri l'Afghanistan? Messaggi ogni volta sempre più gonfi di retorica e di elementi lessicali varianti tra il belluino, il ferino, lo spietato e la rozzezza atroce, tuttavia già largamente pronunciati e comunicati con qualsiasi mezzo d'informazione, compresi i tamburi e i segnali di fumo, per i fatti di Parigi, Bruxelles, Madrid, Berlino... insomma, per tutti quei posti dove le teste calde dei tagliagole part-time dell'Isis hanno causato morti e distruzione. Bene. Anzi, male.
Così il primo dell'anno, che per me è stato un giorno uguale al 23 marzo del '72, e per niente dissimile dal 17 novembre 2003 o dal 13 maggio del '91 - giorni nei quali, almeno per quanto mi riguarda, non è successo nulla d'interessante -, l'ho passato in buona parte a pensare.
Stimolato da alcuni temi ultimamente sollevati, e cioè per quale motivo in Italia malgrado le ripetute minacce e tutta la gente che ci piove in casa da ogni parte del mondo ancora non ci siano stati attentati, ho provato a darmi una spiegazione che, pensa che ti ripensa, anche se non credo d'aver scoperto l'acqua calda, potrebbe essere la seguente. Prima di tutto un cambio di strategie da parte dei fanatici dello Stato Islamico, che invece di colpire in modo massiccio con autobomba, camion, sventagliate di mitraglia e roba simile, si accontentano anche di farci fuori alla spicciolata per mano di qualche "lupo" (senza offesa per i lupi, che stimo e che considero animali degnissimi di rispetto) "solitario" (e questo è giusto, perché la compagnia di certa gentaglia non la vorrebbe proprio nessuno), magari investendoci col carrello del supermercato pieno zeppo lanciato a folle velocità, oppure facendoci lo sgambetto mentre scendiamo dall'autobus o dalla metro. Eppoi la cosa più importante, a mio avviso, è che l'Italia - "ventre molle dell'Europa" - essendo il primo Paese d'approdo di questo tipo di manovalanza, ha le caratteristiche ideali perché vi si possa impiantare una rete terroristica in grande stile che possa affiancare e sostenere, non solo logisticamente ma anche finanziariamente (i sistemi non mancano), tanto i simpatizzanti jihadisti in erba quanto quelli più radicali e addestrati per le missioni più importanti. I quali, soprattutto da noi, si possono spostare tranquillamente e senza troppi controlli, varcando quei confini che assurde leggi "mercatiste" hanno ridotto a veri e propri colabrodo. Perché se questo va bene - ma fino a un certo punto - per il libero mercato, non vale altrettanto per le persone. Soprattutto se di mestiere fanno i ladri o gli assassini. Mi pare che anche il Belgio, altra nazione dove i terroristi hanno trovato terreno fertile e da anni hanno "messo su famiglia", soffra dei nostri stessi problemi: vuoti politici (intendo di idee e di chi ci dovrebbe amministrare), burocrazia appiccicosa e esasperante, disoccupazione giovanile in costante aumento, ghettizzazione massiccia del popolo migrante, giustizia pressoché inesistente e moschee che crescono come funghi. Tutte cose che, se sommate al fatto che ci sono anche un sacco d'italiani che se la passano male, non rendono certo facili le convivenze e le "integrazioni".
Poi c'è internet, la rete, il web, o come lo volete chiamare, con tutta quella pletora di social che nel frattempo si è aggiunta, e che a parer mio fanno benissimo a voler controllare, anche se alla fine dovessimo pagare il prezzo della perdita di alcune libertà per colpa di un vaffanculo di troppo, noi, che col terrorismo non c'entriamo un fico secco! Soprattutto oggi che con un semplice telefonino, viaggiando alla velocità di una scoreggia ti colleghi con tutto il mondo!
Perciò, tornando al motivo per cui da noi ancora non ci sono stati attentati terroristici, credo che dipenda principalmente dal fatto che i potenziali jihadisti hanno l'interesse che in Italia resti tutto tranquillo e che non succedano casini.
Casini che alzerebbero ulteriormente il livello della soglia d'attenzione da parte delle Forze dell'Ordine e dei servizi segreti, e renderebbero loro la vita più difficile. Magari, chissà, contribuirebbero pure a far inasprire le pene - sia preventive che detentive - da noi previste per il reato di terrorismo, secondo me ancora troppo deboli e insufficienti. Perché dare pene di tre, sei o dieci anni di carcere a chi organizza, finanzia o anche solo propaganda azioni del genere - il cui fine, non dimentichiamolo, è quello di uccidere esseri umani in quantità industriale per terrorizzarne altri - e magari scontarne solo la metà e addirittura ai domiciliari con le leggi che abbiamo, è roba da far ridere i polli!
Se fai il terrorista per uccidere (e in questa attività non intravedo propositi diversi), anche se l'obiettivo a cui miri - uccidere - non viene raggiunto, per me sei ugualmente un omicida e per questo delitto dovresti essere condannato.
Perciò hanno fatto benissimo i nostri poliziotti a sparare, e a uccidere, e così dovrebbero fare sempre. Ci avete dichiarato guerra? E noi rispondiamo con la guerra; e il colpo in aria lo sparo dopo averti sparato addosso. Almeno salvo la pelle! E ve lo dice uno che è contro ogni forma di violenza. Però un conto è essere buoni e un altro è essere fessi...
fonti:
http://www.penalecontemporaneo.it/d/5013-ancora-nuove-norme-in-materia-di-terrorismo
Caro Francesco, il nuovo anno è iniziato con il mese di gennaio, speriamo che già ora si possa notare che qualcosa cambi!!!
RispondiEliminaTomaso
Ciao Tomaso, di nuovo scusami per il ritardo col quale ti rispondo ma in questi giorni non mi sento nella vena "creativa" ideale. Stanco e deluso di quanto mi accade intorno, la politica per prima, mi sta anche passando la voglia di lavorare.
RispondiEliminaQuesto nuovo anno è iniziato col mese di gennaio - come dici tu -, mese lungo, freddo e perciò uggioso, e ti confesso che avrei preferito che fosse iniziato addirittura con aprile o maggio...
Un caro saluto, un abbraccio come sempre e buona serata,
Francesco