lunedì 31 agosto 2009

Alghero


Questo, miei amabili lettori, è un acquerello velocissimo realizzato addirittura mentre camminavo sui bellissimi bastioni di Alghero. C'era anche un po' di vento, quella mattina, e per questo, forse, vi apparirà leggermente mosso.
Non crederete mica che mi tremi la mano, non crederete mica chemmi?!
In effetti, qualche tempo fa, soffrit... soffress... soffer... soffrii di un leggerissimo tremor manus dovuto, come scoprett... scopriss... scopror... scoprirono alcuni specialisti da me interpellati, al troppo uso di acqua di colonia che mi aveva procurato un iniziale morbo di Atkinson.
Così è bastato smettere e oggi, anche se puzzo come una capra, sono perfettamente guarito.

Pizzo



Questa vignetta la dedico a un caro amico siciliano: Michele (per gli amici "Mic"), che sono sicuro non abbia mai pagato il pizzo a chicchessia.
Al massimo, la pizza agli amici. Ciao Michele

P.S. note tecniche per chi disegna: vignetta, alquanto modestina e sbrigativetta, realizzata al tratto e colorata con i gessetti in pochi minuti. Due ore, invece, per ripulire il vetro dello scanner dal gessetto...

sabato 29 agosto 2009

Trascendenze




Stamani, appena desto e già sudato come un'anguilla in umido in una risaia del Vietnam durante la stagione delle piogge forti, mi è venuto in mente un pensiero saggio.
Strano, perché di solito mi sveglio con un incazzo che non vi dico. Specialmente se penso a "quei" giardinetti, alla raccolta differenziata, alle strade intasate dai turisti, ai lavori in corso, alla scomparsa delle macchie solari (come ci abbronzeremo tra dieci anni in Sardegna?) e a tutto il resto...
Ma stamani no. Stamani ero saggio, e dunque ho pensato: "Non sempre chi semina riesce anche a raccogliere".
Ora, a dire il vero non so se qualcun altro prima di me abbia avuto questo pensiero, sì permeato d'empirico pessimismo, purtuttavia profondo e, oserei dire, anche erudito. Che volete, oggi si dicono e si scrivono mille cose e certamente, pur avendo corso la cavallina, non posso star dietro a tutte... Ma lipperlì mi è sembrato un bel pensiero, e tenerlo solo per me mi sembrava da egoisti. Io, poi, col caldo-umido penso molto di più, e naturalmente ciò mi predispone a numerose riflessioni. Ieri, per esempio, ne ho fatte trenta sulle braccia anteriori ma, considerandole insufficienti, ne ho fatte subito altre dieci.

E poi, cercare di analizzare la natura dell'animo umano illudendomi di trovarvi vaghi spiragli di luce, oltre a piacermi, esercita su di me un'incommensurabile attrazione intellettuale. D'altra parte non vado al mare, esco poco perché sono anziano e ho paura dei coccoloni estivi, mangio frutta e verdura e bevo molta acqua. Per questo sudo. E, sudando, penso.
E, siccome vi dicevo, proprio perché sono anziano, i miei pensieri li ritengo legittimati dalle presunte verità acquisite nel corso di un'esistenza vissuta sul copione di un'umana commedia, spersa tra ruoli e convenzioni il più dei quali, alla fine, sono risultati inutili e fallaci.
Scoprii la meditazione quasi per caso, quando mi accadde di restare per tre anni davanti alla pagina di Explorer bloccata. Poi, un giorno, durante l'infuriare d'un temporale, il fragore d'un tuono mi scosse e mi avvis... mi avvedet... mi accorsi che non mi avevano ancora attivato l'adsl. Anche se non ero sudato, subito pensai: "Se nella realtà nessuna cosa esiste, dove si appoggerà la polvere?" Questo pensiero, formulato a mezza voce, rese molto felice mia moglie, la quale da quel giorno smise di spolverare e, trovandolo più comodo, anche lei iniziò a pensare.
Perciò, tornando a noi, se "chi semina non sempre raccoglie i frutti di quanto ha seminato", allora che semina a fare? E se io, in effetti, non sono solo quello che faccio, ma sono anche quello che ho fatto, se avessi seminato un seme alla volta e se avessi aspettato, prima di seminarne un altro, che il primo germogliasse, allora avrei visto davvero i frutti del mio seminare?...
Bella domanda. Ma... allora... chi semina pésca, alla fine, raccoglie ventrésca? O chi semina pèsca aspetta che crésca? E... chi semina asbèsto, finisce in un césto? Pensiero funèsto. In effetti potrebbe essere così. Accenti a parte, spesso seminiamo alla rinfusa (non è un'accusa), sbagliando addirittura semi, orario (c'è chi busca la crusca tra il lusco e il brusco) e lo stesso terreno (ameno, sul terrapieno dove corre il treno) su cui li spargiamo in un baleno, aspettando nientemeno il fieno, senza preoccuparci troppo di cosa nascerà qua e là, al di là da venire il dire e il fare, baciare, lettera o testamento? E forse è proprio per questo che non riusciamo mai a vedere i frutti della nostra semina.

Francesco Bacone Dotti

martedì 25 agosto 2009

Superenalotto


Cari miei agnostici lettori, stamani volevo tornare ai "giardinetti" per fare le solite foto schifose, ma avevo altre cose più importanti da fare. Voi mi capite...
A proposito, un amico fotografo - e povero - mi ha detto che sono ancora sporchi...
Ciao a tutti, forse partirò per un po'...
Ma... dite: sono ancora un bel figo, sì o no?

mercoledì 19 agosto 2009

Padrongiano: è solo questione di... ponte


L'estate volge al termine, ma il ponte sul Padrongiano è sempre a senso unico alternato. Neanche si dovesse fare un ponte sul Danubio!
Perciò, Spett. turisti, Egr. bagnanti, collaterali tolleranti & affini, se volete rinfrescarvi le chiappe anche quest'anno il mare ve lo dovete sudare, velo!!
Buone vacanze, stoici!
http://images.google.it/images?hl=it&q=padrongiano&um=1&ie=UTF-8&sa=N&tab=wi

lunedì 10 agosto 2009

Tivvù e spazzatura



Da quando ci hanno decoderizzati tutti, oibò! non riesco più a vedere nulla. Mi spiego meglio.
Ogni sera, dopo un po' che ci siamo imbambolati davanti allo schermo casalingo (panem et circenses), l'immagine si spezzetta in tanti rettangolini colorati (pixel), il video s'interrompe (monitor interruptus) e l'audio scoppietta come la legna secca nel caminetto (verba volant). Come faccio a dire: "come la legna secca nel caminetto"? Semplice: anche se non ho il caminetto, ho degli amici che ce l'hanno i quali mi hanno detto che il loro caminetto scoppietta come l'audio del televisore dopo che ci hanno decoderizzati. Ergo: due più due fa quattro.
A dire il vero in fondo la cosa non mi dispiace: tanto, per quello che trasmettono, ci perdo poco... L'unica differenza è che il televisore non ci riscalda la casa. E, anche se risparmiamo sulla legna, non è la stessa cosa che avere il caminetto. Avete mai provato a cucinare la bistecca sul televisore?
È per questo che sto pensando seriamente di dare il televisore agli amici perché lo mettano nel caminetto. Così risparmio anche il canone!

venerdì 7 agosto 2009

Lido del Sole


Stamani, invece di andare ai "giardinetti", siamo andati al Lido del Sole.
Siamo stati fortunati: il lido c'era, il sole anche, ma soprattutto c'erano davvero quattro gatti.

Così noi abbiamo fatto i topi, e abbiamo ballato fino a tardi. Che bello!

La clandestinità è reato


Il nuovo codice a... sbarre

Da domani, con l'entrata in vigore di leggi tutte nuove, per i clandestini minori di anni 16 senza casco, se non sono accompagnati da genitori italiani alla frontiera, diventerà reato consumare alcolici per almeno 18 mesi durante le stragi del sabato sera quando c'è il blocco dei mezzi pesanti. Mentre per lo straniero che alloggia in soggiorno senza permesso dopo le due di notte e fino a sei mesi di permanenza nei CSVSV (Chi S'è Visto S'è Visto), se è prima casa e dopo almeno tre anni di matrimonio con un italiano, se viene beccato dalle ronde a chiedere l'elemosina col foglio di via sono cazzi!

mercoledì 5 agosto 2009

Elogio dell'Ozio





L'altro giorno, mentre ero seduto al mio deschetto cercando d'inventare qualcosa di simpatico e di accattivante per gli amici che mi seguono numerosi, mi sono imbattuto in una profonda e inquietante riflessione: "Se l'ozio è il padre di tutti i vizi - mi sono chiesto pensieroso -, l'equinozio è il padre di tutti i cavalli?"
E' probabile, ma non avendo intenzione di approfondire la seconda parte della mia indagine perché diosolosà dove mi avrebbe portato, mi sono limitato alla prima e ho scoperto che da alcune ricerche sul nostro stile di vita è apparso come l'intensa attività fisica non sempre sia salutare e quanto, invece, contrariamente a quanto crede la maggior parte delle persone, sia da rivalutare, restituendole la dignità che merita, l'Arte dell'ozio. Anche perché "oziare" non significa per forza stare senza far nulla.
Affannarsi a lavorare, a produrre, a guadagnare, a correre sempre e non perdere tempo fanno capire quanto uno stile di vita rilassato, creativo e naturale, in cui si possa fare ciò che ci piace quando ci pare, alla fine ridoni al tempo una dimensione più umana.
Insomma, per dirla come Roberto Gervaso: "L'ozio è il padre di quei vizi che ce lo fanno amare."


In praise of Idleness

The other day, while I was sitting at my desk trying to invent something beautiful and appealing to my many friends, I ran up against a deep and disturbing reflection: "If idleness is the father of all vices - I asked pensively -, the equinox is the father of all the horses? " (untranslatable idiomatic phrase... sorry)
It's likely, but not intending to investigate the second part of my consideration because only God knows where I would end up, so I limited myself to the first question that research on the lifestyle of Italians has demonstrated that physical activity is not always the best choice and that, contrary to what most people believe, the art of idleness ought to be re-evaluated and restored the dignity that it deserves. Also because “to be idle” does not mean necessarily to do nothing.
Everyday stress to work, to produce, to earn, to always be on the run and not to waste time make clear how a more relaxed, a more creative and natural lifestyle, when we can do what we like when we like, gives to life a more human dimension.
In short, to tell it with Roberto Gervaso: “Idleness is the father of those vices that makes us love it.”
Francesco Erasmo da Rotterdotti

martedì 4 agosto 2009

Grazie Lubumba!!


Ringrazio pubblicamente il mio encicloparchimedeinsteinico cognato "Lubumba" (vedi foto del suo gatto) che stasera (in francese, "sesuàr") mi ha inserito nel blog un sympatico nonché utylissimo traduttore (in inglese, "trenslèitor").
Io ci avevo provato per tutta la settimana, facendoci tardino anche la notte, ma ahimè senza riuscirvi.
Grazie Lubumba!!