Di sicuro avrete sentito parlare del DSA.
https://digital-strategy.ec.europa.eu/it/policies/digital-services-act-package
Si tratta del "Digital Services Act": una forma di censura mediatica, secondo me ambigua, le cui ricadute non tarderanno a manifestarsi sulle nostre libertà di pensiero e di espressione. Perché mentre si propone di regolamentare contenuti e trasparenza delle piattaforme digitali affinché siano rispettati diritti e doveri degli utilizzatori e non vi sia spazio per l'illegalità (tutto ciò sacrosanto, ci mancherebbe!👍), il fatto che l'utilizzo censorio di tale strumento da parte di un oligopolio dell'industria mediatica rischi di trasformarsi in un controllo globale della società esiste.
Se fino ad oggi abbiamo creduto che internet, con la sua capillare diffusione sul web, sui blog e sui social potesse garantirci massima libertà di espressione, anche politica - peraltro sancita dalla nostra legislazione e dalla Costituzione -, naturalmente coi dovuti limiti, col DSA sarà ancora così? 🤔
Infatti, nella Costituzione (all'articolo 21) si stabilisce che il diritto di manifestare il proprio pensiero in ogni forma è libero; ciò tranne nei casi di reati (ingiuria, calunnia, diffamazione, vilipendio, istigazione a delinquere, ecc.) e nel caso di offesa al "buon costume".
Quindi, se esiste già la legge che prevede pene per i contravventori, il DSA diventerebbe una sovrastruttura; per di più regolata da "algoritmi", "intelligenze artificiali" e regole stabiliti da altri?... Chi decide che ciò che affermo, debitamente sostenuto da fonti considerate attendibili, è "disinformazione"? 🤔
In pratica, chi controllerà i controllori dei controllati? 😧
https://www.agendadigitale.eu/mercati-digitali/digital-services-act-e-liberta-di-espressione-non-ci-siamo-ancora-troppo-potere-alle-big-tech/
https://digital-strategy.ec.europa.eu/it/policies/digital-services-act-package
Si tratta del "Digital Services Act": una forma di censura mediatica, secondo me ambigua, le cui ricadute non tarderanno a manifestarsi sulle nostre libertà di pensiero e di espressione. Perché mentre si propone di regolamentare contenuti e trasparenza delle piattaforme digitali affinché siano rispettati diritti e doveri degli utilizzatori e non vi sia spazio per l'illegalità (tutto ciò sacrosanto, ci mancherebbe!👍), il fatto che l'utilizzo censorio di tale strumento da parte di un oligopolio dell'industria mediatica rischi di trasformarsi in un controllo globale della società esiste.
Se fino ad oggi abbiamo creduto che internet, con la sua capillare diffusione sul web, sui blog e sui social potesse garantirci massima libertà di espressione, anche politica - peraltro sancita dalla nostra legislazione e dalla Costituzione -, naturalmente coi dovuti limiti, col DSA sarà ancora così? 🤔
Infatti, nella Costituzione (all'articolo 21) si stabilisce che il diritto di manifestare il proprio pensiero in ogni forma è libero; ciò tranne nei casi di reati (ingiuria, calunnia, diffamazione, vilipendio, istigazione a delinquere, ecc.) e nel caso di offesa al "buon costume".
Quindi, se esiste già la legge che prevede pene per i contravventori, il DSA diventerebbe una sovrastruttura; per di più regolata da "algoritmi", "intelligenze artificiali" e regole stabiliti da altri?... Chi decide che ciò che affermo, debitamente sostenuto da fonti considerate attendibili, è "disinformazione"? 🤔
In pratica, chi controllerà i controllori dei controllati? 😧
https://www.agendadigitale.eu/mercati-digitali/digital-services-act-e-liberta-di-espressione-non-ci-siamo-ancora-troppo-potere-alle-big-tech/