Presepe sì, o Presepe no? Nella "terra dei cachi", mentre un "commando ci aspetta per assassinarci un po'" - come recitava il testo della fortunata canzone di Elio e le Storie Tese, vincitrice al Festival di Sanremo del 1996 del premio della critica e classificatasi al secondo posto in finale -, se la domanda sorge spontanea non lo è però altrettanto la risposta. Già, perché le notizie che in questi giorni si accavallano e si sorpassano sull'opportunità o meno di festeggiare il Natale e tutto ciò che ne consegue rispettando le nostre tradizioni, ci svelano che è in atto un conflitto tra "laicità per moltiplicazione" e "laicità per sottrazione". Siccome la globalizzazione ha fatto sì che popoli, fino a pochi anni fa distanti e tra loro sconosciuti per usanze e religioni, in stretti legami di convivenza si trovassero a competere, in certi casi pretendendo anche d'imporla, su quale debba essere la visione più giusta del mondo, ritengo che sarebbe più intelligente e razionale permettere che religioni e fedi e tradizioni diverse s'incontrassero, ciascuna nel rispetto dell'altra, senza che diventino pericolose "ideologie di Stato". Piuttosto che, per non essere tacciati di illiberali e razzisti o, peggio, di islamofobi, per "paura" si rinunci alle nostre secolari tradizioni.
domenica 29 novembre 2015
Natale e Presepe
Presepe sì, o Presepe no? Nella "terra dei cachi", mentre un "commando ci aspetta per assassinarci un po'" - come recitava il testo della fortunata canzone di Elio e le Storie Tese, vincitrice al Festival di Sanremo del 1996 del premio della critica e classificatasi al secondo posto in finale -, se la domanda sorge spontanea non lo è però altrettanto la risposta. Già, perché le notizie che in questi giorni si accavallano e si sorpassano sull'opportunità o meno di festeggiare il Natale e tutto ciò che ne consegue rispettando le nostre tradizioni, ci svelano che è in atto un conflitto tra "laicità per moltiplicazione" e "laicità per sottrazione". Siccome la globalizzazione ha fatto sì che popoli, fino a pochi anni fa distanti e tra loro sconosciuti per usanze e religioni, in stretti legami di convivenza si trovassero a competere, in certi casi pretendendo anche d'imporla, su quale debba essere la visione più giusta del mondo, ritengo che sarebbe più intelligente e razionale permettere che religioni e fedi e tradizioni diverse s'incontrassero, ciascuna nel rispetto dell'altra, senza che diventino pericolose "ideologie di Stato". Piuttosto che, per non essere tacciati di illiberali e razzisti o, peggio, di islamofobi, per "paura" si rinunci alle nostre secolari tradizioni.
Ciao Francesco, se avessimo il coraggio di fare un serio esame di coscienza - che oggi non va certo di moda!!! - ciascuno dovrebbe chiedersi in che cosa crede e non sfruttare occasioni varie per "lavarsi le mani" e dimenticare così da dove veniamo e chi ci ha trasmesso i valori che adesso chiamiamo perlomeno "Tradizioni" ("in ambito filosofico (con la iniziale maiuscola: Tradizione), come concetto metastorico e dinamico, indicante una forza ordinatrice in funzione di principi trascendenti, la quale agisce lungo le generazioni, attraverso istituzioni, leggi e ordinamenti che possono anche presentare una notevole diversità" - Wikipedia). Se non conosciamo noi stessi come riusciremo a confrontarci seriamente e con rispetto con gli "altri"? Grazie per lo spunto e buona settimana di Avvento. Luigi
RispondiEliminaCaro Luigi, ti ringrazio per il tuo prezioso commento del quale molti dovrebbero fare tesoro.
RispondiEliminaPensa a quanto sarebbe bello il mondo se tutti quanti ci lasciassimo andare, dando libero sfogo alla parte buona che c'è dentro di noi, invece di voler vedere sempre un nemico in chi ci sta di fronte. Il pregiudizio, la presunzione, e quindi l'ignoranza, invece, prendono spesso il sopravvento!
Un forte abbraccio, a te e Famiglia, e un caro augurio per tutto ciò che desiderate,
Francesco
Grazie, caro Francesco, ricambio di cuore da parte nostra. Luigi
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