mercoledì 10 agosto 2016

Libertà di espressione




Non so se ve ne siete accorti, ma ormai è sempre più difficile - e talvolta anche pericoloso - trovare le parole adatte per definire qualunque cosa o qualcuno senza rischiare il linciaggio mediatico. Così avviene che il "politicamente corretto", proprio perché spinto all'eccesso, stia diventando una questione di lana caprina. Mi riferisco alla feroce, e secondo me inutile, polemica esplosa sul web a proposito delle atlete olimpioniche di tiro con l’arco, definite “cicciottelle” dall’estensore di un articolo apparso su un quotidiano. Certo che se invece del vezzeggiativo “cicciottelle” avesse scritto “ciccione”, “grassone”, “pingui”, “trippone”, “buzzone” o quello che vi pare, avrei capito. Magari avrebbe fatto meglio a non scrivere nulla, limitandosi a un titolo più scarno e “asettico” che descrivesse l’evento sportivo e basta. Ma da qui a licenziare - o minacciare di farlo - una persona per un aggettivo che secondo me non intendeva certo offendere ce ne corre.
fonti:
  
Così, soprattutto quando si parla al “femminile”, da un po’ di tempo le accuse di sessismo volano come aquiloni al vento. Naturalmente senza alcun riferimento ironico o sarcastico nei confronti di chi, gli aquiloni, li fa volare. Ci mancherebbe! Mi accuserebbero subito di… aquilonismo.
Allora, pensandoci più attentamente, mi soccorre la pubblicità televisiva. Una delle tante, per intenderci, è quella delle “supposte effervescenti” che addirittura mostra come e dove s’introducono. Una animazione così ben fatta che la supposta ti pare di averla già nel culo!
fonte:

O le altre, dove a tutte le ore del giorno, pranzi e cene compresi, le varie aziende ci propinano video del “gentil sesso” impegnato a promuovere una miriade di prodotti che, oibò, dai materassi ai pannolini per finire agli assorbenti con annesso odore di urina in ascensore nella stragrande maggioranza dei casi fanno cadere l’attenzione unicamente sull’aspetto fisico di chi li reclamizza  - ragazze belle e quasi sempre poco vestite - e non certo sul prodotto. D’altra parte, se queste immagini le vediamo vuol dire che dall’altra parte c’è chi ha accettato di vendersi.
Poi ci sono anche programmi - tantissimi – dove i culi e le curve femminili si sprecano, che possono piacere oppure no. Certamente io li preferisco a quelli dove si parla di politica, oggi divenuti pesanti e noiosi soprattutto perché di politica ci si discute addosso, spesso contrapponendosi violentemente senza dialogare.
Concludendo, a conti fatti, parlando al femminile ma non al “femminista” e dilatando la mia riflessione, credo che l’arma della seduzione si possa manifestare anche solleticando, perché no? certe fantasie erotiche e soprattutto discutendone liberamente senza tuttavia scadere nella volgarità gratuita. E io, per esempio, che non mi chiamo Freud ma che appartengo alla fortunata generazione dei reggicalze, ricordo che quando vennero soppiantati dai collant andai profondamente in crisi. Perciò, non siamo ipocriti e bacchettoni. Che vogliamo fare: mettere un bel burqa a tutte e chi s’è visto s’è visto? Sennò per quale motivo a Capodanno alle nostre care compagne regaliamo dei graziosi e intimamente “perversi” completini rossi? Che per dimensioni e trasparenze non sono certo come quelli che indossava mia nonna. Altrimenti, se di buon augurio e di fortuna si tratta, invece delle mutande basterebbe semplicemente un piatto di lenticchie. A proposito, si potrà dire “mutande”?

 

Nessun commento:

Posta un commento

I commenti sono sempre graditi. L'importante, per quanto possibile, è che non siano anonimi. Ma soprattutto che non contengano pubblicità.
Altrimenti non li pubblico e li cestino! 😉
Grazie per la comprensione 😊