martedì 27 maggio 2025

sabato 17 maggio 2025

Città e traffico

 

Pubblicità invasiva e ossessiva

E' da un po' che si parla del traffico urbano che paralizza molte nostre città, rendendo l'aria irrespirabile. Mancano i parcheggi e quelli che ci sono, oltre a essere pochi, sono a pagamento e scomodi da raggiungere. I rimedi, che si traducono quasi sempre in divieti e blocchi orari alla circolazione nelle zone centrali di mezzi più o meno inquinanti, tuttavia non consentono lo svolgimento delle normali attività lavorative anche a coloro che sono obbligati a usare un mezzo per le proprie attività commerciali. Insomma, oggi chi ha un'auto o va a piedi, in bicicletta o, se può permettersela, si compra un'auto elettrica. Oppure usa i mezzi pubblici. Quando ci sono e quando funzionano… 😟
Però, fateci caso, se accendete la tivvù su 10 pubblicità di pannolini, biscotti, creme vaginali, integratori per evacuare meglio e offerte internet e telefono, tutte quante mandate in onda ininterrottamente al punto che non sai più se stai guardando i pannolini o i biscotti seduto sul water, almeno 25 riguardano proprio le automobili! Che tuttavia, stando ai mercati, si vendono sempre di meno... 😇 

fonti:
https://www.ecofantascienza.it/argomenti-trattati/urbanistica/proposta-per-i-problemi-del-traffico-di-una-citta-italiana
https://lumila.it/tema/scuole-medie-superiori/29033/il-traffico-e-la-salute-delle-citt-necessit-di-mis
https://www.motorage.it/2020/12/pubblicita-ossessiva-specie-in-tv/

 

lunedì 5 maggio 2025

Bambini in moschea

 

Bambini visita moschea

Il "dialogo interreligioso" è sì una importante conquista socio-culturale, specialmente se fonda le proprie basi sulla conoscenza di culture e religioni diverse. Anche a partire dall'infanzia. D'altra parte lo sancisce anche la nostra Costituzione, all'art. 19, che recita testualmente: "Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume". (Vedi anche artt. 8 e 20)
Ma quello che è accaduto a Treviso in seguito alla visita organizzata di un gruppo di bambini a un centro islamico, secondo me, è andato oltre alla semplice conoscenza. Mi spiego meglio. Voglio dire che un conto è ascoltare le parole dell'imam che spiega la religione musulmana, anche togliendosi le scarpe per rispetto - noi, entrando in chiesa, forse non ci dobbiamo togliere il cappello? -, un altro però è permettere che dei bambini, cristiani fino a prova contraria, anche se non costretti si genuflettano. In direzione della Mecca o meno ha una importanza relativa.
Aggiungo che se l'imam avesse voluto documentare l'intero cerimoniale - intendo anche quello relativo alla genuflessione -, avrebbe potuto farlo vedere lui stesso, magari insieme a un "collega". Perché un conto è informare i bambini sulle religioni, un altro è renderli partecipi direttamente e anche emotivamente a un insieme di regole e rituali codificati che però non ci appartengono.
Allora, visto che si parla di "fraternità" e "dialogo interreligioso", mi aspetto che alla prossima visita di scolaresche musulmane in una chiesa cristiana ci si faccia il segno della Croce. E naturalmente, sempre nel rispetto del "dialogo interreligioso" e più in generale, che non si pretenda di togliere il crocifisso. Dovunque sia affisso, e soprattutto a scuola.
  
fonti: