mercoledì 27 ottobre 2010

Toscana

Sì, voglio farvi soffrire! Ecco un altro vecchio lavoro, risalente all'84. 
Ricordo che stavo tornando a casa, in Toscana, dopo un viaggio per mare dalla Sardegna a Civitavecchia. Se ci penso, voglio dire al mare, mi sento male ancora oggi: c'erano delle onde pazzesche e si ballava anche senza musica!
Comunque, mal di mare a parte, giunto dopo Grosseto decisi di fare una deviazione per una delle zone più belle della mia amata terra, passando per Roccastrada, Colle Val d'Elsa, Poggibonsi e ancora su verso Certaldo, Castelfiorentino e via andando... fino a Pistoia.
Come sempre mi ero portato dietro gli "attrezzi del mestiere", ma non avevo a portata di mano gli acquerelli, che erano nel cofano della macchina, in valigia. 
Così decisi di lavorare con una "Art Pen" della Rotring. Una specie di stilografica, nera e lunga, della quale esistono varie misure di pennino. In genere si usano per calligrafia, ma anche per il disegno sono favolose. E non per fare della pubblicità gratuita alla Rotring, anche se se la merita. Insomma, per farla breve - sennò come al solito per un disegnuccio del cavolo vi scrivo il solito romanzo d'appendicite (perché prima o poi ve la farò venire, l'appendicite) -, buttai giù questo veloce schizzo appoggiandomi direttamente sull'album da disegno (il solito Fabriano F2, liscio) e sul volante della mia Opel Ascona 1200. 
La colorazione la feci qualche giorno dopo a casa dei miei, sul tavolo di cucina, nell'intervallo tra il pranzo e la cena, usando una semplice confezione di acquerelli in godets, di quelle che si regalano ai bambini delle elementari. 
In valigia, avevo solo quelli!

Robert Mitchum

Anche questo, come il precedente, è un reperto del trasloco che risale a quasi trent'anni(!) or sono. Anzi, or erano. 
Immagino che l'abbiate riconosciuto: è una caricatura (realizzata con la solita matita grassa) di Robert Mitchum, presa da un rotocalco, quando anche lui probabilmente aveva... trent'anni di meno!
Ogni tanto, mentre rimetto a posto le mie cianfrusaglie - tantissime - trovo qualcosa di vecchiotto, e siccome è giusto che si veda il percorso di un "artista-artigiano", di volta in volta ve le mostrerò.
Poi, rispetto ad oggi, se il cammino intrapreso sia stato positivo o negativo, sarete voi a stabilirlo. In ogni caso un cambiamento c'è stato per forza. 
E comunque, sto ancora camminando...

martedì 26 ottobre 2010

Toscana

 Tra le vecchie cose ripescate dal recente trasloco, ho trovato questo olio su cartone (oil on cardboard, per gli amici stranieri) di quando dipingevo con maggiore impegno. Cioè la bellezza di vent'anni fa!
Ebbene, anche se non dovrei dirlo, questo è un lavoro che mi piace.

lunedì 25 ottobre 2010

Governo in ferie

Dalla prima pagina de "Il Messaggero", a firma Marco Conti, leggo la notizia "... Governo bloccato, la Camera chiude per venti giorni".
In pratica, se tutto va bene, si ricomincerà a lavorare a metà novembre. Davvero una bella notizia, se pensiamo a quali problemi il nostro Paese deve affrontare.
Ma d'altra parte, dato che soldi non ce ne sono, quali provvedimenti il governo dovrebbe varare? Quindi, tanto vale restarsene a casa a riflettere e... riposare. Auguri e Buone Vacanze!

domenica 24 ottobre 2010

Avetrana


Sensazionale!!    

Forse un nuovo colpo di scena sul delitto che sta attirando comitive di visitatori e pullman di cronisti da tutta Italia.
Ora, i sospetti si concentrano sul trattore: "Anch'io c'ero - ha detto il noto cingolato ai cronisti -, e ho visto tutto!"
Mentre da giorni circolano voci insistenti che l'automezzo agricolo sarà presto ospite di Porta a Porta, gli inquirenti dispongono che gli vengano bucate le gomme perché esiste sia il rischio di inquinamento probatorio, sia il pericolo di fuga.
Presto a una svolta le indagini sulla casa dei Mis(t)seri?

venerdì 22 ottobre 2010

Cagliari


Due panoramiche di Cagliari, vista dal Giorgino.
A questo punto, tutti si chiederanno chi o cosa è il "Giorgino". Ve lo spiego subito.
Dicesi "Giorgino" quel rione periferico a sud ovest di Cagliari, situato sull'isolotto di San Simone (all'interno della laguna di Santa Gilla) e attraversato dalla vecchia SS 195 nei cui pressi si snoda la spiaggia de "La Playa", mèta estiva dei cagliaritani "ricchi" di un tempo lontano prima della "scoperta" del Poetto. Su questo isolotto, abitato addirittura fino dalla preistoria, si sono svolte alcune tra le vicende più importanti del passato dell'Isola: Fenici, Cartaginesi e Romani ne hanno calpestato il suolo lasciandovi numerose testimonianze.
E l'altra mattina ci sono stato anch'io, che sono Toscano...

Un ponte - quello della Scafa, o "Sa Scaffa", come dicono da queste parti -, costruito intorno alla metà dell'Ottocento, collega la città al borgo che prima poteva essere raggiunto solo via mare. E' probabile che il nome provenga dall'italiano "scafo" (corpo galleggiante di una imbarcazione) in quanto per uscire dalla laguna, prima che il ponte venisse edificato, i pescatori si dovevano servire di piccoli natanti.

  Il ponte de "Sa Scaffa" e, sullo sfondo, Cagliari. O... pensavate che fosse Abbiategrasso?

 Negli anni Ottanta, dopo la realizzazione del Porto Canale - uno dei più importanti centri di smistamento del Mediterraneo per le navi porta container -, il Giorgino è stato praticamente tagliato fuori dalla città. La SS 195 è stata interrotta in alcuni punti, per riprendere il suo percorso sulla nuova superstrada a quattro corsie, e molte attività che un tempo si svolgevano all'interno del quartiere sono andate a mano a mano sparendo. Anche la spiaggia, devastata dai banchinamenti del porto industriale, col tempo ha perso d'interesse, ma il panorama che vi si gode, credetemi, è impagabile. E forse sarà proprio per questo motivo che in questi ultimi anni qualcosa si è mosso e si è fatto molto per rivalutarla. Nei pressi del vecchio Villaggio dei Pescatori, per esempio, ci sono un paio di stabilimenti e qualche ristorante tipico, addirittura segnalato sulle guide gastronomiche  Slow Food, dove si mangia dell'ottimo pesce a prezzi onestissimi, in riva al mare. E scusate se è poco...

L'ingresso del caratteristico Villaggio dei Pescatori, al Giorgino, dove ogni anno, a settembre, si svolge la sagra del pesce. Degustazione, abbondante e gratuita, di tutte - o quasi, se non di più - le specialità marinare locali, offerte dagli abitanti del villaggio.

 Appena passato il ponte della Scafa, sulla destra, in lontananza vediamo la superstrada a quattro corsie - il nuovo tracciato della SS 195 che prosegue verso S. Margherita di Pula - e, quasi al centro-sinistra (ma la politica non c'entra un fico secco), una torretta con annessa una vecchia costruzione. Mi direte: "Passi per la superstrada, ma perché ci parli di questa torretta?"

Ebbene, questa torretta, chiamata "Quarta Regia", è una vecchia torre aragonese edificata probabilmente per controllare il braccio di mare intorno alla laguna e mettere in atto quella che per anni è stata una vera e propria tassa. Infatti tutti quelli che praticavano la pesca dovevano corrispondere, alla Corona d'Aragona prima, e alla Corona di Spagna in seguito, la quarta parte di tutto il pescato. La "quarta regia", appunto. Ma sono passati cinquecento anni. 
E sapendo che a pagare le tasse, anche le più strane, siamo abituati da secoli e ormai ci abbiamo fatto il callo, è probabile che sia proprio per questo motivo che l'arrendu (così si chiamava la gabella in oggetto) l'hanno lasciata in vigore addirittura fino al 1956! 
Capito che roba?
Chioso, dicendo che in quell'anno il Presidente del Consiglio era Antonio Segni, sardo; al Bilancio e alla Programmazione Economica c'era Ezio Vanoni; al Tesoro, Silvio Gava; alle Finanze Giulio Andreotti; Emilio Colombo e Giuseppe Romita avevano incarichi nella Cassa per il Mezzogiorno... e non mi risulta che fossero Aragonesi.
Per chi non se lo ricorda, poi, Vanoni dette il suo nome ad una legge che riformava il sistema tributario nazionale (il nostro, intendo) con l'introduzione della "dichiarazione dei redditi". 
Questa dichiarazione - la "Vanoni" -, come deve essere in uno Stato giusto e probo, incideva maggiormente sui redditi fissi (lavoratori dipendenti e pensionati, che erano controllabili fino all'ultima lira), ma lasciava ampio spazio all'evasione (o all'elusione) ai lavoratori autonomi e a tutta la pletora di liberi professionisti e commercianti. 
E' forse cambiato qualcosa? Intendo dall'epoca degli Aragonesi...

 E questi, infine, sono dei simpatici pescatori che hanno accettato di essere da me ritratti mentre erano intenti a sistemare le proprie reti...

... sotto gli occhi preoccupati del gatto, che probabilmente pensava: "Ma se rimettono quella gabella della quarta parte del pescato, io dopo che mi mangio?"
Ciao a tutti.
 

Vitalizi


 Vitalizi &... virtù


Non credo che servano i commenti. E' sufficiente leggere, e poi andare sul link (quello celeste). 
Se è tutto vero, buon fegato marcio a tutti!




Il giorno 21 settembre 2010 il Deputato Antonio Borghesi, dell'Italia dei Valori, ha proposto l'abolizione del vitalizio che spetta ai parlamentari dopo solo 5 anni di legislatura, in quanto affermava cha tale trattamento risultava iniquo rispetto a quello previsto dai lavoratori che devono versare 40 anni di contributi per avere diritto ad una pensione. 
Indovinate un po' come è andata a finire !

Presenti 525
Votanti 520
Astenuti 5
Maggioranza 261
Hanno votato sì 22
Hanno votato no 498).

Ecco un estratto del discorso presentato alla Camera:

Penso che nessun cittadino e nessun lavoratore al di fuori di qui possa accettare l’idea che gli si chieda, per poter percepire un vitalizio o una pensione, di versare contributi per quarant’anni, quando qui dentro sono sufficienti cinque anni per percepire un vitalizio. È una distanza tra il Paese reale e questa istituzione che deve essere ridotta ed evitata. Non sarà mai accettabile per nessuno che vi siano persone che hanno fatto il parlamentare per un giorno - ce ne sono tre - e percepiscono più di 3.000 euro al mese di vitalizio. Non si potrà mai accettare che ci siano altre persone rimaste qui per sessantotto giorni, dimessisi per incompatibilità, che percepiscono un assegno vitalizio di più di 3.000 euro al mese. C’è la vedova di un parlamentare che non ha mai messo piede materialmente in Parlamento, eppure percepisce un assegno di reversibilità.
Credo che questo sia un tema al quale bisogna porre rimedio e la nostra proposta, che stava in quel progetto di legge e che sta in questo ordine del giorno, è che si provveda alla soppressione degli assegni vitalizi, sia per i deputati in carica che per quelli cessati, chiedendo invece di versare i contributi che a noi sono stati trattenuti all’ente di previdenza, se il deputato svolgeva precedentemente un lavoro, oppure al fondo che l’INPS ha creato con gestione a tassazione separata.
Ciò permetterebbe ad ognuno di cumulare quei versamenti con gli altri nell’arco della sua vita e, secondo i criteri normali di ogni cittadino e di ogni lavoratore, percepirebbe poi una pensione conseguente ai versamenti realizzati.
Proprio la Corte costituzionale, con la sentenza richiamata dai colleghi questori, ha permesso invece di dire che non si tratta di una pensione, che non esistono dunque diritti acquisiti e che, con una semplice delibera dell’Ufficio di Presidenza, si potrebbe procedere nel senso da noi prospettato, che consentirebbe di fare risparmiare al bilancio della Camera e anche a tutti i cittadini e ai contribuenti italiani circa 150 milioni di euro l’anno.
Per maggiori informazioni ecco il link al sito di Borghesi con il discorso:


Non ne hanno datto notizia né radio, né giornali, né Tv OVVIAMENTE. 
Facciamola girare noi !!!

Lodo Alfano

Meglio di niente...

giovedì 21 ottobre 2010

Porticciolo

Ecco l'acquerello del porticciolo dei "pescatori poveri", tratto dalla foto in bianco e nero scattata tanti anni fa, e inserita nel blog qualche post fa.
Me lo aveva chiesto con insistenza il cugino Franz Art (Art, è il nome d'arte di Franz), e l'altra sera ho provato a farlo. Inutile dire che anche questo mio lavoro poteva venire meglio. Bah!

Siccome non ero soddisfatto (ve ne sarete accorti), ho "ritoccato" leggermente il porticciolo, scurendo alcune luci per eliminare gli elevati contrasti di tono e uniformare di più l'insieme. 
Poi, confrontando i due lavori sullo schermo, mi sono accorto di un ulteriore difetto, che non è dipeso da me ma dalla acquisizione digitale. 
In pratica, avevo lo scanner regolato male e ciò mi falsava i colori. Così, rileggendomi le istruzioni e gli "aiuti" del prezioso strumento, ho provveduto a correggere gli errori e adesso, dopo averlo acquisito di nuovo e sostituito al vecchio, quello "nuovo" mi sembra migliorato.
Siete d'accordo?

Porticciolo

Ecco l'acquerello del porticciolo dei "pescatori poveri", tratto dalla foto in bianco e nero scattata tanti anni or sono, e inserita nel blog qualche post fa.
Me lo aveva chiesto con insistenza il cugino Franz Art (Art, è il nome d'arte di Franz), e l'altra sera ho provato a farlo. Inutile dire che anche questo mio lavoro poteva venire meglio. Bah!

Siccome non ero soddisfatto (ve ne sarete accorti), ho "ritoccato" leggermente il porticciolo, scurendo alcune luci per eliminare gli elevati contrasti di tono e uniformare di più l'insieme. 
Poi, confrontando i due lavori sullo schermo, mi sono accorto di un ulteriore difetto, che non è dipeso da me ma dalla acquisizione digitale. 
In pratica, avevo lo scanner regolato male e ciò mi falsava i colori. Così, rileggendomi le istruzioni e gli "aiuti" del prezioso strumento, ho provveduto a correggere gli errori e adesso, dopo averlo acquisito di nuovo e sostituito al vecchio, quello "nuovo" mi sembra migliorato.
Siete d'accordo?

lunedì 18 ottobre 2010

Fiom manifestazione a Roma

Fermo restando il successo della corale protesta di Roma per la vasta partecipazione delle classi operaie - sempre più destinate al Paradiso? -, si annota l'assenza di chi, queste classi, si vanta da sempre di rappresentare: il Partito Democratico (segretario compreso). 
Che abbiano sbagliato manifestazione e siano ritornati a Torino?  Che fossero tutti impegnati in un colossale rimboccamento di maniche? Presi dall'inventare nuovi slogan ad effetto contro il governo? Oppure, più semplicemente, se fossero andati non avrebbero saputo quale sindacato appoggiare?
Bla... bla... bla... bla...  E la gente comincia ad essere stanca di stare per strada.

sabato 16 ottobre 2010

Gallura

Ecco, per farvi un esempio, cosa intendo per acquerello "veloce". Questo è uno stazzo che ho disegnato dal vero, prima di lasciare la Gallura. Bella terra, la Gallura, soprattutto per chi ama dipingere. Ci sono un sacco di spunti interessanti. 
Così quel giorno, bellissimo perché eravamo a fine estate e non c'era più il traffico caotico dei vacanzieri a renderti la vita difficile, me ne ero andato a spasso per mari & monti con l'unico scopo di trovarmi un bello scorcio da dipingere con gli acquerelli. Ma... ahi, me lasso! (come direbbe il Poeta), mi ero portato dietro per sbaglio un album Fabriano 2 (addirittura "liscio"), invece del Fabriano 4 ruvido, che era lì vicino. E chi li ha usati, conosce la differenza tra i due. 
Il primo, di grammatura di poco superiore ai fogli per le fotocopie (110 gr/mq), teme l'acqua più di un alcolista incallito; il secondo, invece, ha una buona grammatura (220 gr/mq) che, anche se non è proprio il massimo (l'ideale sarebbe almeno 240-250 gr/mq), se non lo strapazzi troppo col pennello e non lo bagni eccessivamente, va bene lo stesso. Così, decisi di provare il "2 liscio" (che non è un cocktail), anche perché ero troppo lontano da casa per tornare indietro. Qualcosa sarebbe venuto fuori...
Tracciato il primo abbozzo a matita, mi raccomandai al santo protettore dei pittori (se c'è) e iniziai a dipingere. Dopo i primi momenti di difficoltà, superati quasi subito dosando l'acqua, mi accorsi che la forzata velocità di esecuzione mi obbligava a non soffermarmi troppo sui particolari - naturale inclinazione nella quale, purtroppo, sono portato ad indulgere - e questo, come potete vedere, è il risultato finale. Del quale naturalmente non sono pienamente soddisfatto, ma che mi sembra molto meglio di quella cagata madornale della casa cantoniera in tutt'e due le versioni.

San Gregorio - Cantoniera Anas 2

Promessa mantenuta! Stamani ho rifatto la casa cantoniera che "mi era venuta male"... 
Non che questa volta mi sia venuta meglio, però ho cercato di correggere qualcosa. Per esempio, l'ombra, prima troppo scura, del primo piano, che dovrebbe "incorniciare" il soggetto principale; i tratti a matita grassa (cancellati); il cielo (ho fatto in modo che se ne vedesse di più per aumentare la profondità); e poi qualche altro particolare di scarsa importanza, ma che nell'insieme fa sì che qualcosa di "nuovo" ci sia.
Ebbene, nonostante i miei sforzi - e il brontolìo sommesso di mia moglie, che è dovuta uscire da sola a fare la spesa -, non sono affatto contento. Non so cosa sia, ma c'è qualcosa che mi disturba. Forse è ancora troppo "disegnato", almeno per me che amo l'acquerello veloce, che non si perde nei particolari. E' probabile anche che dipenda dal soggetto, che può essere una bella fotografia, ma che nel mio caso, per come io lavoro, non mi si addice. 
In ogni caso ho avuto il "coraggio" di farvelo vedere, esponendolo alla impietosa critica, per avere il vostro rispettabilissimo parere.
Saluti a tutti

venerdì 15 ottobre 2010

Campu Omu - Arcu 'e Tidu - San Gregorio

Ecco l'intrepido motoscooterista mentre riposa le sue stanche membra al valico "Arcu 'e Tidu", poco più di 400 metri sul livello del mare, a circa 30 km da Quartu S. Elena (o da Cagliari).
Il posto è bellissimo, peccato che il tempo non era l'ideale per questo tipo di gita "fuori porta"...
Pazienza, sarà meglio la prossima volta.

E questa è la casa cantoniera dell'Anas, nella centrale piazzetta di San Gregorio, che ho avuto la pretesa di dipingere e trasformare in acquerello. Perdonatemi, perché lo rifarò.

San Gregorio - Cantoniera Anas

L'altra mattina, con lo scooter, sono tornato dalle parti di Campu Omu. Pensavo che avrei scattato delle foto migliori della volta precedente - quando avevo portato con me la "macchinetta" sconosciuta -, invece il tempo non mi ha aiutato. C'erano, per l'aere, certi nuvoloni neri e minacciosi che, di tanto in tanto e senza alcun preavviso, mi rovesciavano addosso degli scroscioni d'acqua pazzeschi. 
Così mi sono fermato prima, a San Gregorio, e approfittando di qualche timido raggio di sole che ogni tanto faceva capolino tra i cumuli e i cumulonembi ho scattato lo stesso qualche foto. San Gregorio è un bellissimo posto. Sembra quasi un angolo di Toscana portato in Sardegna. Non me lo ricordavo neppure, così suggestivo e "intrigante". 
Ho parcheggiato lo scooter e mi sono incamminato per l'erte viuzze che si snodano tra le vecchie case e gli allisi intonaci che paiono quasi dipinti dal sapiente pennello di un macchiaiolo, e ho cominciato a scattare fotografie.
Da una di queste - che vi mostrerò -, ho pensato di ricavare questo acquerello che, naturalmente, come tutti gli altri, alla fine mi ha deluso. 
Il soggetto è bello, e si presta ad essere dipinto, ma a vanificare il lavoro penso che siano state le mie pennellate: troppo leziose e uguali tra loro, e forse anche i colori, troppo forti e carnascialeschi. 
Insomma, cari Amici & stimatissime Amiche, ho ancora molto da imparare. E, ve lo garantisco, farò di tutto per riuscirci. Dovessi dipingerlo altre cento volte.

giovedì 14 ottobre 2010

Volterra o Vercelli


Questo è un acquerello di difficilissima realizzazione. Trattasi, infatti, di una veduta panoramica di Roma al tramonto dipinta, nientepopodimenoché, dai colli vercellesi all'alba (colpa del fuso orario e dell'ora legale).
A questo punto, se non dovessi essere riuscito totalmente nell'interpretazione di questo complesso panorama, la colpa è della fitta coltre di nebbia che la sera gravava, quasi a fette, sulle campagne nei dintorni di Volterra.
Che mestiere difficile, quello del pittore...

mercoledì 13 ottobre 2010

Il porticciolo

Tra le mie cose inutili, ma indispensabili, ieri ho trovato questa vecchia foto scattata nella laguna di Cagliari (Santa Gilla) con l'altrettanto vecchia, gloriosa Pentax K1000.
Naturalmente l'originale è in bianco e nero, il negativo (un FP4 della Ilford) sviluppato in proprio, e anche la stampa è stata curata dal sottoscritto utilizzando un vecchio ingranditore Krokus 66 con obiettivo Rodenstok.
Altri particolari non li ricordo, trattandosi di una foto scattata una trentina d'anni fa. 
In ogni caso tutto è autenticamente "vecchio". Accontentatevi...
Però, potrebbe essere uno spunto per un bel quadro. Che ne dite?

Sinistra pronta al voto

Eh sì, quando uno ha il senso dell'umorismo fa davvero piacere starlo a sentire!

martedì 12 ottobre 2010

Italia - Serbia



Credevo di assistere a una bella partita, invece mi è toccato guardare per tutta la sera le immagini di quel delinquente & teppista che se ne stava appollaiato come un gufo sulle transenne a tagliare la rete, mentre i suoi degni compari, teppisti & delinquenti come lui, tiravano fumogeni e razzi e distruggevano mezzo settore a loro riservato. 
Certo che per chi assiste da casa a scene come questa è molto difficile contenere la rabbia. D'accordo che la Polizia aveva avuto l'ordine di non intervenire per non creare ulteriori disordini, ma uno si continua a chiedere come abbiano fatto a introdurre nello stadio tutto un campionario di petardi e fumogeni da festa del santo patrono. Ci mancavano i missili e le bombe a mano e il campionario sarebbe stato completo.
Mi auguro che quel tànghero, e i suoi degni compari, siano stati "fotografati" (perché a un certo punto, il "gufo" bendato, si è abbassato anche il passamontagna mentre l'altro, quello con un pezzo di transenna in mano, a viso scoperto, distruggeva i pannelli di vetro divisori) e, una volta riconosciuti, si facciano pagare loro i danni e si dia loro una punizione esemplare.
Cosa molto difficile, quest'ultima, soprattutto in un Paese come il nostro, dove ormai sembra consentito fare di tutto, non solo da chi vi abita e vive da italiano, ma anche da qualche coglione, stronzo, teppista e delinquente che dovrebbe starne alla larga e invece ci viene anche in trasferta. 
E al quale si consente pure di frequentare gli stadi.
Francesco Dotti 

Poetto

Vi avevo promesso che avrei provato a ridipingere l'acquerello della spiaggia del Poetto. Promessa mantenuta!
Ma questa volta mi sono trasferito in... cucina, sul tavolo, spostando un paio di tegami e una fruttiera, sennò mi mancava... lo spazio. Si vede che io ho un problema esistenziale con lo spazio. Eppure sono nato in una casa molto grande, con una decina di stanze, e non si può dire che abbia vissuto in ristrettezze ambientali. Anche adesso, nella nuova casa, ho una stanza tutta per me, che naturalmente ho provveduto a... riempire. E se mia moglie, pur paziente e tollerante, non s'imponesse talvolta con qualche divieto, chissà dove mi espanderei.
Perciò, dovunque mi trovi, tendo a riempire questo dovunque con un sacco di roba, più o meno utile ma per me evidentemente indispensabile. 
Comunque, a parte lo spazio e tornando all'acquerello in questione, come vi dicevo, oggi l'ho rifatto. Questa volta, però, ho usato la carta adatta: di robusta grammatura, bianca, e di composizione senz'altro migliore. Anche se i risultati, come prevedevo, li ritengo sempre deludenti, la differenza si nota. Il colore è più pulito, non ho avuto necessità di usare "trucchi" con la tempera, e anche il mare e il cielo mi sembrano migliorati. Poi, me lo direte voi. Un accorgimento da usare, ma questo sempre, è quello di dosare il colore quando si stende sulla carta. Per questo si fanno delle prove prima su un cartoncino bianco, e si assorbe il sovrappiù con un tovagliolino di carta.  Inoltre, il colore, quando è fresco, tende a sembrare più scuro, ma poi, una volta che è asciugato, si schiarisce di nuovo. Quindi: attenzione alle dosi!
Con affetto, sempre vostro,
Francesco

Atelier

Ecco, io lavoro qui. E quello che c'è intorno, che vi risparmio perché vi voglio bene, fa parte del mio... atelier.
Il tavolo, a dire la verità, sarebbe molto più ampio, ma c'è tanta di quella roba sopra che quando mi viene voglia di dipingere dovrei prima rimettere tutto a posto e poi iniziare a lavorare. Invece, forse per il timore che l'ispirazione se ne vada lasciando il posto alla disperazione, con le mani sposto le cose qua e là, tanto per avere almeno una quarantina di centimetri di spazio disponibile, e inizio a disegnare.
Può darsi che i risultati, quasi mai soddisfacenti, dipendano da questo disordine diffuso. Voi, che ne dite?

domenica 10 ottobre 2010

Poetto

Acquerello su cartoncino "vile". Nel senso che il supporto in oggetto, di dimensioni cm 30x8, è uno di quegli avanzi che un amico tipografo, prima di gettare nell'immondizia i ritagli del suo lavoro, mi conserva in un angolo del laboratorio in attesa che me li vada a prendere. 
Rappresenta - spero che si noti, altrimenti devo cambiare mestiere - la spiaggia di Cagliari - il Poetto -, che ha sullo sfondo la caratteristica "Sella del diavolo", più altri manufatti turistico-marittimi comuni a moltissime altre spiagge. La partenza è una sommaria traccia a matita grassa di tutto il panorama, e i pini in primo piano sono gli stessi che circondano quella doccia che avete già visto in alcune mie foto, ma che qui non ho disegnato.
Devo dire che, come sempre, non sono per niente soddisfatto del mio lavoro, che immaginavo diverso da come invece mi è uscito. Vi spiego anche i motivi di questa mia insoddisfazione. 
Partiamo dai pini. I tronchi sono troppo visibili e troppo simili tra loro, e quindi monotoni. Colpa del fatto che mi sono lasciato trascinare mentre lavoravo di pennello. E poi, pensavo a quello che stavo facendo. Non si deve pensare a quello che si fa. Se si pensa si sbaglia quasi sempre. Bisogna riuscire ad essere "assenti", lasciar andare la fantasia e pensare ad altro. 
Detto questo, e tornando ai pini, di questo acquerello forse potrei salvare il fogliame e le ombre sotto ai tronchi, ma anche quelli potevano venirmi meglio... La spiaggia, diciamo che va benino... Il mare, come i tronchi, lascia molto a desiderare. L'ammasso di case e casette, indefinibili, sullo sfondo, non ha molta importanza. Serve solo come quinta di "stacco" sulla retrostante collina. 
E qui casca l'asino, come si dice. Sulla collina, appunto. Sono partito coi colori chiari, com'è la regola, ma poi, per l'eccessiva fretta di terminare, non ho aspettato che il colore asciugasse del tutto e ci sono tornato sopra con una velatura più scura che, anziché "velare" in trasparenza lo sfondo, si è fusa con esso. Risultato prevedibile: cagata pazzesca! 
A questo punto, che fai: butti via tutto e per punirti ingoi l'acqua sporca dove sciacqui il pennello? 
Così provi a ricorrere a quel "mestiere" che hai ormai nel sangue. Non potendo schiarire la collina "lavandola" col solito sistema acqua-pennello asciutto-assorbi-acqua-pennello asciutto-assorbi, sennò la carta si sfibra e non risponde più, bisogna ammorbidirla in qualche altro modo. Come? Semplice: chiamando in aiuto la tempera bianca. 
Si bagna con molta acqua un pennellino tondo di martora n.1 e s'infila con la punta nel tubetto del bianco. Poi, delicatamente, pensando rigorosamente ad altro, si sbiancano leggermente le parti troppo scure, mischiando con un po' di ocra gialla sporcata con pochissimo rosso di Venezia. Si lascia asciugare, poi ci si torna sopra aggiungendo ancora acqua e si "spalmano" con molta attenzione le successive velature opache (perché la tempera è coprente) per fare in modo che il nuovo colore si amalgami a quello sottostante. Ma non troppo, perché la parte di roccia calcarea sulla cima della collina e le sue asperità si devono poter vedere, come in un mosaico, altrimenti tutto si appiattisce di nuovo. E poi si accennano, sullo sfondo, alla base della collina, vicino agli stabilimenti e a sinistra dei pini, anche delle confuse linee verticali chiare che dovrebbero rappresentare gli alberi delle barche ancorate al porticciolo di Marina Piccola.
Infine, il cielo. Che, inutile dirlo, poteva venirmi molto meglio. Poi ci si ferma. Anzi, ci si deve fermare. Sennò si fanno ancora più danni. Già ne ho fatti abbastanza...
Concludo dicendo che molto probabilmente il supporto utilizzato, per la sua composizione evidentemente scadente, non era adatto a questo genere di lavoro. Succede anche questo, quando non si è troppo attenti e, soprattutto, tirchi come lo sono io.
Scusatemi se magari vi ho annoiato.

venerdì 8 ottobre 2010

Errori e Orrori


L'altro giorno, stanco per le lunghe passeggiate al mare, la scarsa alimentazione, i viaggi su per le montagne, il ragù di mia moglie e le fotografie bruttine scattate con la sconosciuta "macchinetta" da pochi megapixel, mi è sfuggito un grave errore di svista. Nella didascalia a corredo della foto del motociclista in curva, ho scritto "pocanzi" con l'apostrofo, e cioè "poc'anzi". Brutto, bruttissimo. Soprattutto per me, che per la lingua italiana sono piuttosto pignolo. Ebbene, anche se sono ignorante come spesso vi ricordo, me ne vergogno ugualmente. 
Anzi, quando vi capita di trovare errori di questo tipo - o anche altri -, vi prego di farmelo notare, magari scrivendomi apposta un post (allitterazione in questo caso voluta, ndr). 
Non mi offenderò, ma vi ringrazierò di cuore.
Ciao!

 

Però stanotte ci ho pensato e ripensato, a quel "poc'anzi", e non mi davo pace. Possibile, pensavo, che mi sia sbagliato a scrivere una parola che avrò scritto centinaia di volte? Sapete, quei momenti in cui avete il cervello un po' più confuso del solito, e più dubitate di una cosa, anche la più semplice, più i dubbi su quella cosa si moltiplicano?
E così stamani, di buon'ora... buonora... buona ora... prestissimo, ho cominciato a cercare su tutti i vocabolari d'italiano che ho a casa, poi su internet, scomodando perfino l'Accademia della Crusca, e alla fine ho scoperto che la forma contratta di "poco anzi" può essere "poc'anzi" (quindi avevo scritto giusto), e anche "pocanzi", anche se antiquato. 
Praticamente, ho fatto ammenda di un errore che non avevo commesso. La prossima volta, d'altronde, se avrò altri simili dubbi, userò un sinonimo. Come l'altr'anno, all'incirca a febbraio, mentre ero in  tutt'altre cose affaccendato, senz'altro scrissi ciò che poc'anzi dissi e quant'altro a tutt'oggi con tutt'e due feci tutt'uno. 
Ovvia! Finalmente mi sono sfogato!
Buon fine settimana a tutti!

Natura morta - 2


Questa, invece, è sempre una natura morta ma è realizzata con tempera acrilica, ripassata, in finale, qua e là, con dei colori a olio. Di quelle che in gergo pittorico si chiamano, se mi hanno informato bene, "tecniche miste". 
Il supporto è un cartoncino bianco di buona grammatura, preparato con un fondo acrilico di colore scuro (quel rosso vinaccia in primo piano, in basso, al centro).
Sovrapposizione possibile, la tempera sull'olio, se prima partiamo con le tempere - o gli acquerelli - e poi aggiungiamo l'olio. Altrimenti, voi capite, che se facciamo l'inverso sarà molto difficile applicare la tempera sull'olio (almeno, io non ci ho mai provato), a meno che non si usi una cazzuola da muratore e si stenda sul disegno la tempera a mo' d'intonaco.
Ma in questo caso, dato che si parla d'intonaco, se non avete un progetto realizzato da un tecnico autorizzato e non avete presentato regolare domanda in Comune, rischiate d'essere denunciati per abuso edilizio. E non c'è legge sulla casa che tenga. Il quadro dev'essere demolito, altrimenti arrivano le ruspe!
Anche questo "inguacchio" risale a una quindicina d'anni fa, quando ancora sperimentavo ed ero aduso a cibarmi di frittata di cipolle serale.

Natura morta - 1


Questa è una vecchia natura morta che risale a circa quindici anni fa. L'ispirazione mi venne osservando dei lavori di Morandi e Degas.
È un acquerello, disegnato su un cartoncino bianco di robusto spessore trovato chissà dove e utilizzando, invece dei soliti acquerelli in pastiglie, i colori concentrati che usano gli imbianchini per colorare le tempere murali. 
Basta infatti una sola goccia di prodotto, mischiata con acqua in un piattino - rigorosamente bianco -, per ottenere una quantità quasi industriale di colore da stendere sul supporto e da miscelare, all'occorrenza, con altre quantità industriali di colore delle altre bottigliette. Il risultato finale, se siete fortunati, potrebbe anche essere qualcosa di veramente gradevole, ma soprattutto "nuovo". Provate, e poi me lo saprete dire.
L'importante, con questo tipo di colore, è di saperlo dosare insieme all'acqua. Perché è molto penetrante e, a differenza dell'acquerello, anche molto... colorante. Insomma, se ne mettete troppo e avete sbagliato qualcosa è davvero difficile toglierlo o "ammorbidirlo", anche se lavate il disegno sotto al rubinetto.
Bei tempi, quando sperimentavo e mi svegliavo anche di notte per mettere in pratica le idee che la frittata di cipolle serale, mal digerita, mi aveva ispirato negl'incubi notturni!

mercoledì 6 ottobre 2010

Acquerelli


Oggi, dopo alcuni mesi di "sonno", ho ripreso due acquerelli che avevo messo da parte per chissà quale motivo... Forse la stanchezza, fisica & intellettuale... la paura di non poterli terminare  per mancanza di colori nella mia tavolozza cerebrale... idee confuse... eccessiva autocritica... Insomma, non lo so neppure io. 
Fatto sta che, prima di uscire di casa, questo pomeriggio, ho acchiappato un pennello e la scatoletta degli acquerelli rinsecchiti dalla lunga inattività e li ho terminati. O almeno ci ho provato.

Lo so, voi direte che sono sempre le solite cose: una barchetta su uno sfondo indefinibile, una campagnetta anonima con una casupola mezza diroccata (forse il solito casello ferroviario?) con qualche roccia in primo piano e delle macchie di verde qua e là...
Però, quella che mi è venuta bene in tutti e due gli acquerellucci, mi sembra davvero la... firma. 
Che davvero sia rimasta l'unica cosa che ultimamente mi riesce meglio?

domenica 3 ottobre 2010

Nuvole

Dice che da domani cambierà il tempo e arriveranno le nuvole. 
Così ho fotografato quelle dell'anno scorso. Caso mai ci ripensassero...

Campu Omu - Cagliari - Muravera

Come vi ho detto, appena rientrato a casa dal mare mi sono ricordato di una passeggiata panoramica che facevo ogni tanto gli anni passati, quando stavo da queste parti. E così ho preso la Panda, ci ho infilato dentro mia moglie e la macchina fotografica, e... via di corsa, come ai bei tempi! 
E' la vecchia strada statale 125, che collega Cagliari a Burcei, a Muravera, e da lì a Costa Rei arrivando fino a Olbia. Una strada insidiosa e piena di curve, lungo il cui tracciato (circa 7 km) dagli anni Cinquanta si corre la cronoscalata San Gregorio-Burcei. Dal 2006 la gara è stata sospesa, ma quest'anno si è ricominciato a correrla. Meglio così, perché è uno tra i percorsi più suggestivi e tecnicamente interessanti, insieme alla Alghero-Scala Piccada.
Ma lungo questi tornanti, al di fuori delle gare automobilistiche, è facile incontrare avventurosi motociclisti "bardati" di tutto punto e inguainati nelle tute di pelle, che, in groppa a rombanti motociclette, si esibiscono in "pieghe" da brivido sfidando le leggi della fisica e della geometria(?). 

 Eccolo, uno di quei "centauri", mentre sfida le leggi pocanzi descritte
(ops! mi è sfuggito un imperdonabile errore di svista: avevo scritto pocanzi con l'apostrofo. 
Che vergogna! Vi chiedo scusa)

Ogni tanto ci si può imbattere anche in qualche ciclista, ma solo quelli con polmoni... d'acciaio e gambe di granito. Perché le salite sono impegnative, e se non hai fiato sufficiente è meglio che stai a casa.

 Panorami mozzafiato, orridi e forre da inferno dantesco, rocce aguzze a picco che si aprono su canyon coloradeschi (tipo Colorado, intendo) sul fondo dei quali, tanti anni fa, ricordo lo scorrere impetuoso di un torrente, oggi in secca per chissà quali "umani" motivi...

 Il letto, ormai in secca, di quello che un tempo era un torrente

Mi rammento che una volta, in macchina con un amico, mentre percorrevamo questi tornanti alla volta di Cagliari, fummo fermati perché più avanti stavano ampliando la strada a suon di candelotti di dinamite. Davanti a noi c'erano numerose vetture incolonnate, anch'esse bloccate per lo stesso motivo, che aspettavano di poter ripartire. Era una calda giornata di luglio (o agosto) e stare fermi al sole significava morire bruciati entro pochi minuti. Perciò, lasciata l'auto parcheggiata in una piazzola, ci fiondammo verso il salvifico torrente, le cui anse in quel punto avevano creato dei vasconi pieni d'acqua freschissima, e seguiti di lì a poco da altri "imitatori" vi restammo a mollo fin quando non vedemmo le prime auto riprendere il cammino. 
La Sardegna, cari Amici, è anche questo. Provate a farlo sul Roncobilaccio, se vi riesce...
Ma intanto si era fatta l'ora di pranzo. La camminata al Poetto mi aveva risucchiato tutte le energie di cui disponevo e la fame cominciava a brontolare all'altezza della cintura dei pantaloni. Così ho girato la Panda, e "ottimisticamente" mi sono diretto, con mia moglie e la macchina fotografica, verso un fumante piatto di spaghetti conditi con il ragù che, previdentemente, la mia signora aveva preparato mentre ero al mare. Poi, se vi interessa, vi do la ricetta.
Ah, a proposito di macchina fotografica (avevate già pensato al ragù, dite la verità), vi chiedo scusa se le foto non sono delle migliori, ma nella fretta ho preso una digitale da "battaglia" che conosco poco e che ha bisogno di alcune regolazioni prima di scattare. Per questo le immagini sono un po' sbiadite e i colori lasciano a desiderare. La prossima volta ci torno con quella "buona", e allora vedrete che foto!
Tanti saluti a tutti

sabato 2 ottobre 2010

Poetto

 I soliti fenicotteri... acefali. Che sia l'alba?...

Stamani, alle sei ero già in piedi! Anche se io sono ancora giovanissimo, talvolta soffro dei soliti problemi... idraulici degli anziani. E stamani era una di queste "talvolta".
Prima di uscire dal bagno, mi sono guardato allo specchio per un po' e poi, quando mi sono riconosciuto, mi sono chiesto cosa facessi in bagno alle sei del mattino. Ah! dimenticavo: l'idraulica... Ma siccome non mi andava di tornare a letto a poltrire - anche se era  buio fitto e nella strada i fanali erano ancora accesi -, mi sono lavato, vestito, pettinato (poco, perché mi è rimasto poco da pettinare), ho preso due cucchiaini di miele giusto per reggermi in piedi per qualche ora e sono partito, armato di tutte le macchine fotografiche che avevo in casa, alla volta del Poetto. 
Alle sette stava già facendo giorno, e pochi minuti dopo, mentre parcheggiavo la mia Panda "giallo ottimista" in riva al mare, spuntava il sole. Non so a voi, ma a me il Poetto mi mette una tale energia che me lo farei su e giù anche dieci volte senza stancarmi. Poi, la mattina presto, quando non c'è ancora nessuno in giro, ti senti il padrone dell'Universo!
Insomma, non pretenderete mica che vi scriva un romanzo su una semplice giratina al mare che tutti, proprio tutti, sono in grado di fare? Perciò non vi dico più nulla e lascio che siano le mie foto a parlare. 
Al massimo, per facilitarvi le cose, potrei aggiungere qualche didascalia qua e là.
Che dite, didascalizzo? Ma sì, didascalizziamo; tanto, che mi costa?

 Poetto - Alba rosa con sedia rossa

 Sullo sfondo delle saline, Cagliari all'alba

 
E questo sono io. All'alba, naturalmente. 
Perché al tramonto di solito cambio


Tranquilli. Non le metto tutte le foto altrimenti rischio di annoiarvi. Tanto, il Poetto è lì e non me lo piglia nessuno.  Ma siccome quando sono rientrato a casa non era ancora ora di pranzo e avevo voglia di andare in giro, questa volta mi sono spinto più all'interno, verso le montagne, sulla vecchia S.S. 125. Forse sarebbe stato meglio se avessi preso la moto. Infatti la strada è stretta e ci sono pochissimi posti per fermarsi con la macchina. 
Comunque, la "125" è quella straduzza che, passando per Muravera, dopo qualche migliaio di curve e tornanti, attraversando panorami mozzafiato, porta fino  a Olbia. 
Chi conosce la Sardegna, sa dove si trova Muravera. Chi non la conosce, invece, prenda una cartina - della Sardegna, naturalmente - e si documenti. 
Ora però è tardi, sono un po' stanchino, e così le foto delle montagne ve le farò vedere domani.
Buonanotte!


Piuttosto, ieri sera, prima di andare a letto, mi sono dimenticato di aggiungere due foto. 
Lo faccio adesso - domenica mattina, per chi legge - , per farmi invidiare. Già, perché ieri mattina, anche se siamo in ottobre, era una giornata meravigliosa: verso le nove faceva caldo quasi come in estate e anche l'acqua, pur se più fresca, era molto invitante. 
Peccato che nella fretta di uscire non mi ero messo il costume da bagno, altrimenti mi sarei fatto una bella nuotata. E non sarei stato il solo, perché di lì a poco il pèlago si sarebbe riempito di allegri e starnazzanti bagnanti. 

 Lo stabilimento balneare "Il Lido" e, sullo sfondo, il promontorio chiamato "Sella del diavolo"

 E questi sono i "bagnanti". 
Anche se vi sembrano pochini, dobbiamo tenere conto dell'ora: le nove, o poco più, di mattina... e siamo in ottobre. Ricordo che diversi anni fa, anche nel mese di dicembre, quando eccezionalmente - ma non tanto per la Sardegna - saltava fuori qualche bella giornata di sole, ne approfittavo per farmi dei bagni incredibili! E non ero il solo. 
A tenermi compagnia c'erano, in acqua, anche molti arzilli e abbronzatissimi vecchietti. Perciò, quest'anno, dato che potrò ricalpestare finalmente questi lidi, anche se con qualche annetto di più sulla gobba, spero di poter essere anch'io uno di quegli arzilli e abbronzati vecchietti.