domenica 31 luglio 2011

Verminaio Italia?



Presunti abusi abitativi di ministri, presunti abusi delle guardie di finanze, presunte mazzette a destra, a sinistra e al centro, presunti intrallazzi di banchieri, industriali & affini, presunte corruzioni e sperperi di denaro pubblico, presunte condotte antisociali da parte delle pubbliche amministrazioni, presunte interferenze della magistratura presunta indipendente e super partes, presunte infiltrazioni mafiose e camorristiche in tutti i settori della politica e viceversa... 
Presunto questo e presunto quello, l'Italia rischia di diventare un presunto verminaio. 
Non staremo mica diventando un Paese di presuntuosi?


Come ciliegina sulla torta, aggiungo questo articolo apparso su "Il Giornale" di oggi, 2 agosto 2011, a firma di Anna Maria Greco:


http://www.ilgiornale.it/interni/quella_casta_che_zitta_zitta_vuole_raddoppiarsi_paga/02-08-2011/articolo-id=538020-page=0-comments=1


Poi quest'altro, a firma di Mario Giordano:

 http://www.ilgiornale.it/interni/politici_senza_vergogna_chiedono_sacrifici_e_ottengono_privilegi/casta-privilegi_politica/02-08-2011/articolo-id=538148-page=0-comments=1  

Quest'altro ancora, sempre a firma di Mario Giordano:

http://www.ilgiornale.it/interni/dalema_rinunci_pensione_che_pagano_giornalisti/28-07-2011/articolo-id=537163-page=0-comments=1

Le conclusioni traetele da soli, ché ormai siete grandi, vaccinati e ora anche informati.

venerdì 29 luglio 2011

Ministeri al Nord

Ha ragione da vendere, il Presidente Napolitano, quando replica alle pretese leghiste di non essere d'accordo a decentrare alcuni ministeri in terra Lombarda.
Prima di tutto perché, oltre a sminuire la centralità del Parlamento, vanno considerate anche le spese che un simile spostamento comporterebbe alle già disastrate tasche della Repubblica. E quindi alle nostre.
Il dislocamento di alcuni ministeri al Nord, a meno che non si diano incarichi a politici locali, dovrebbe prevedere che coloro che tali ministeri attualmente presiedono - oltre al codazzo dei vari dipendenti che vi sono impiegati - si trasferiscano nelle nuove sedi. Quindi nuovi affitti, trasferte, bonus, gettoni, scorte, portaborse, e via dicendo, quando ci sono già le "istituzioni di prossimità" - Regioni, Province e Comuni - che con i rispettivi assessorati dovrebbero già fare da tramite allo Stato centrale.    
Devo anche osservare, ma è la mia ignorantissima opinione, che alcuni articoli della nostra amata Costituzione, ormai ultrasessantenne, vengono talvolta dimenticati o aggirati.
Taluni provvedimenti attuati dal Parlamento per compiere, sintetizzandole e indirizzandole verso interessi generali, le scelte politico-legislative che gli spettano, capita infatti che qualche volta contrastino con quei 139 articoli che compongono la nostra Carta costituzionale.
Gli esempi non mancano, e tanto per farvi cosa gradita ve ne citerò qualcuno dei più evidenti che, almeno secondo me, trovo più rivolto a soddisfare interessi locali e di categoria che generali.

art. 1- sorvoliamo sul fatto che la nostra è una "Repubblica democratica fondata sul lavoro". Magari è democratica, ma in quanto a lavoro...

art. 3 - "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali".
"È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'uguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana...."
(sarebbe molto bello se tutto ciò si traducesse realmente in termini pratici, ma non mi pare sia così. Mi pare invece che chi ha più soldi, e quindi gode di una condizione personale e sociale più vantaggiosa, alla fine ha maggiori probabilità di riuscire, per esempio, a farla franca davanti alla legge. E anche per la seconda parte avrei qualcosa da ridire, soprattutto in fatto di "ostacoli di ordine economico e sociale" da rimuovere...)

art. 16 - "Ogni cittadino può circolare e soggiornare liberamente in qualsiasi parte del territorio nazionale, salvo le limitazioni che la legge stabilisce in via generale per motivi di sanità o sicurezza."
Questo articolo richiama il 120, che recita:
"La Regione non può istituire dazi d'importazione o esportazione o transito fra le Regioni. Non può adottare provvedimenti che ostacolino in qualsiasi modo la libera circolazione delle persone e delle cose fra le Regioni..."
(e allora perché a Venezia - semplificando tra le offerte delle variegate tariffe "a tempo", "ordinaria", "gruppi e anziani", "rolling Venice", "carta Venezia" ecc. -, se devo prendere un vaporetto e sono un "turista" di Pistoia devo pagare € 6,50 per compiere lo stesso percorso per il quale un residente paga invece € 1,20? Non sono forse italiano anch'io? E per di più, sempre se sei un "turista", perché hai un accesso separato da quello dei residenti?
E la tassa di soggiorno, allora, che da "turisti" si paga in alcune Regioni, Province, Comuni e Città metropolitane? Non contrasta forse con quanto sancito dalla Costituzione sulla libera circolazione di genti e cose sull'italico territorio? 
Forse perché, mi direte, Comuni, Province e Regioni hanno risorse autonome, e in base a queste stabiliscono e applicano tributi ed entrate propri. Sì, ma devono comunque essere in armonia con la Costituzione. O no?
Ma se poi (art. 119) "Per promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale, per favorire l'effettivo esercizio dei diritti della persona, o per provvedere a scopi diversi dal normale esercizio delle loro funzioni, lo Stato destina risorse aggiuntive ed effettua interventi speciali in favore di determinati Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni", perché mai, lo Stato, allora non dovrebbe contribuire a pagarmi la differenza del costo del biglietto? O la tassa di soggiorno? Qualcuno me lo potrebbe spiegare?

art. 31 - "La Repubblica agevola con misure economiche e altre provvidenze la formazione della famiglia e l'adempimento dei compiti relativi, con particolare riguardo alle famiglie numerose."
(come mai molti giovani che aspirano a formare una famiglia non possono farlo perché non c'è lavoro o perché sono precari a vita o lavoratori a tempo determinato e lo stipendio percepito non garantirebbe loro una vita decente? Senza contare i tagli del Governo ai fondi per le famiglie, previsti peraltro dalla Costituzione.
E allora perché si riconosce qualcosa come valido, costruendoci addirittura sopra una legge, se poi non si rispetta? Che senso ha?)

art. 47 - "La Repubblica incoraggia e tutela il risparmio in tutte le sue forme, disciplina, coordina e controlla l'esercizio del credito. Favorisce l'accesso del risparmio popolare alla proprietà dell'abitazione..."
(come mai i pochi risparmi di una vita, che ho messo in banca e che quindi, comprimendo con sacrificio i miei consumi, destino ad affluire, per vie dirette o mediate, nel ciclo produttivo del mio Paese per accrescere il patrimonio della collettività, a conti fatti non mi rendono un euro? Anzi, è quasi certo che se oggi metto in banca "dieci" tra un anno troverò "nove"
Se non "otto"...
E perché, se mi "favorisci" per l'acquisto di una casa, dopo me la tassi fino all'ultimo mattone?)

 53- "Tutti sono tenuti a concorrere alle spese pubbliche in ragione della loro capacità contributiva - Il sistema tributario è informato a criteri di progressività".
(è un articolo aggirabile - e aggirato - in quanto non sempre chi è più ricco paga più tasse. Anzi, spesso è proprio il contrario...)

Ecco che, cari Amiche & stimatissime Amici, prendendo spunto dalla pretestuosa richiesta leghista di spostare qualche ministero in terra padana, mi sono - e vi ho - fatto tutte queste domande, alle quali vi sarei davvero grato se voleste dare una risposta perché sono tre notti che non ci dormo.

Con devota osservanza,
Francesco Dotti 

domenica 24 luglio 2011

Dipendenti di Palazzo Chigi

Non ricordo se ne ho disegnati di più o di meno...  
Ho provato anche a contarli, ma si muovevano sempre!

mercoledì 20 luglio 2011

Rilancio della politica

Intanto beccatevi la vignetta, poi se mi viene in mente qualcosa ve lo scrivo...
Magari domani, perché è tardi e vado a letto!

Anzi, qualcosa ve la dico subito perché sennò non piglio sonno: il governo Berlusconi, che avevo creduto migliore degli altri, e che anch'io avevo votato - che ingenuo! -, ricattato dalla Lega, sta deludendo tutto il suo elettorato, e sono convinto che se nei prossimi giorni andassimo a votare il centrodestra prenderebbe una batosta memorabile. Roba da correre a nascondersi! 
Perché anche loro, alla fine, dopo tanti proclami, promesse, giuramenti e "patti firmati" - ve lo ricordate il "contratto con gli Italiani"? - per avere il nostro voto, si stanno comportando come molti loro predecessori. In sintesi, come "Cane non mangia cane", "politico non mangia politico". 
Le mani nelle loro tasche corazzate non le metteranno mai, anche se lo dicono ogni tanto per tenerci buoni. Ma nelle nostre, eccome che ce le mettono!

Leggetevi l'articolo di Mario Giordano, e non dimenticatevi anche del suo libro: "Sanguisughe":


http://www.tgcom.mediaset.it/rubriche/articoli/articolo1015613.shtml


Ce le mettono, e ci frugano pure, per vedere se gli è sfuggito qualcosa! Hanno aumentato benzina, sigarette, ticket sanitari, depositi titoli, assicurazioni, qualche bollo qua e là e chissà cos'altro, e poi, dal prossimo anno, vengo a sapere che ci sarà di nuovo la tassa sulla casa che concorrerà a "fare" reddito. Ma che bravi! Ci colpiscono sempre sulle cose alle quali non possiamo più rinunciare. Prima ci invogliano a comprarle e poi ce le tassano. E se facciamo due conti tra quello che prendiamo (intendo quei poveracci come me a reddito fisso) e tutte le cose che dobbiamo pagare, alla fine non ci rimane più nulla! Avete mai provato, per un anno, a fare questi conti? Io sì.
E sono rimasto piuttosto contrariato. Anzi, incazzato. Come tutti quelli che riempiono l'Italia della vignetta.
Demagogia, la mia? populismo? qualunquismo da quattro soldi? Può darsi. Sono gli unici rimasti. Se volessi farlo da... cinque soldi non potrei: non li ho!
Spero di riuscire a dormire...

giovedì 14 luglio 2011

Patto di stabilità

L'altra mattina, mentre gironzolavo senza mèta per la città alla ricerca di un po' di fresco, ho visto seduto su una panchina all'ombra di un carrubo un vecchio collega di lavoro che non incontravo da almeno vent'anni.
«Càspita, com'è invecchiato!», ho pensato per un attimo, riflettendo però immediatamente che anch'io gli avrei fatto la stessa impressione.
«Ciao Roberto, ti ricordi di me?», gli ho chiesto andando verso di lui con la mano tesa al saluto. E' rimasto per un attimo a pensare, poi mi ha chiesto di rimando: 
«Ma tu sei Dotti, quello che lavorava in Sala motori! Accidenti, se non fosse stato per la voce non ti avrei riconosciuto! Ma lo sai che sei invecchiato? Hai perso quasi tutti i capelli... sei pieno di rughe..
«Basta così, Roberto!», l'ho subito interrotto. «Anche tu, in fatto di capelli e di rughe non scherzi! E poi, dimmi se sbaglio, ti ricordavo anche più magro... Hai una pancia! Ma che ti è successo?»
Così mi ha raccontato dell'operazione al fegato, dei calcoli renali, di una cataratta che lo aveva quasi reso cieco, ma che ora, dopo un difficile intervento al cristallino, riesce a leggere anche le postille sui contratti dell'assicurazione, e infine dell'artrosi e della prostata che non gli danno tregua.
«Figurati che la notte mi sveglio per i dolori alle spalle e poi devo correre in bagno a svuotare la vescica perché sembra che mi scoppi. Torno a letto, dove mi rigiro per almeno mezz'ora leggendo le postille dell'assicurazione per riprendere sonno, e dopo un po' sono di nuovo in piedi per andare in bagno a fare pipì e subito mi torna il dolore alle spalle. Tutta la notte così! Avanti e indietro dalla camera al bagno, e la mattina mi sento uno straccio. Anche se ora conosco a memoria le postille dell'assicurazione, non ce la faccio più!»
Così, di dolore in dolore, ci siamo raccontati tutti i nostri acciacchi. Per consolarlo un po' gli ho detto che anch'io non me la passo tanto bene. Che ho la dentiera per colpa della piorrea, e che anche a me la prostata comincia a darmi qualche fastidio; che anch'io ero stato operato: prima di un'ernia, poi a un menisco, aggiungendo anche l'appendicite per farlo più contento, e che le postille dell'assicurazione non riesco a leggerle neppure con gli occhiali, annacquando le nostre pene con un tuffo ai "bei tempi" delle nostre avventure, quando uscivamo insieme dopo il servizio. Fino a quando il discorso si è spostato inevitabimente prima sulla pensione: «Sei andato con la massima? quanto ti danno? fai un altro lavoro? riesci ad arrivare a fine mese? hai l'esenzione per i ticket? », e poi sulla famiglia: «Quanti figli hai, se studiano o lavorano, se sono ancora a casa, tua moglie cosa fa: lavora, è casalinga, o è solo disperata?»
Poi, abbassando la voce quasi per non farsi sentire, anche se eravamo soli, Roberto mi ha confidato che l'altra sera, dopo cena, hanno fatto una bella riunione di famiglia. Si sono seduti tutti attorno al tavolo, si sono guardati per una decina di minuti negli occhi e poi lui ha detto che a quel punto era imperativo fare qualcosa per tentare di superare questa crisi.
Che i momenti difficili certe volte si superano partendo proprio dalla famiglia e che tanto, se aspettiamo che a farlo siano quelli che ci governano, siamo praticamente fottuti! Quelli pensano solo a se stessi!
«Le nostre pensioni, caro Cecco, sono diventate come le "mezze stagioni": non sono più quelle di una volta e non bastano più per tirare avanti. Mia moglie - la Pina, te la ricordi? -, che quando ci siamo sposati faceva l'insegnante, quando nacque il primo figlio, Maurizio, decise di rimanere a casa per accudirlo. Poi, tre anni più tardi, al mio ritorno dalla missione in Libano nacque Eleonora. Così, dopo qualche supplenza qua e là, la Pina abbandonò del tutto l'insegnamento per dedicarsi interamente alla famiglia. 
Risultato? Eccolo qua, il risultato: Maurizio, laureato in lettere a pieni voti, ancora oggi è disoccupato part-time. In pratica, una settimana non lavora di mattina e sta in casa tutto il pomeriggio, e la settimana dopo passa tutta la mattina in casa e non lavora di pomeriggio. Dice che vorrebbe fare il ricercatore, e che intanto prova con un impiego. Che è pur sempre ricerca, dice lui. 
Ha spedito curricula dappertutto, ma senza risultato. Gli dicono che terranno in considerazione le sue richieste, ma che per colpa del "patto di stabilità", dello spread, del Nasdaq e delle accise sulla benzina, c'è poco da sperare. Il lavoro, in generale, manca per tutti. Ci sono pochi soldi in giro e anche la gente spende di meno. Non penseranno mica di togliere qualche privilegio ai ministri? Poveracci, ci hanno messo così tanto per ottenerli... anni di sagrifizî, di privazioni e privative che neanche a pensarci! Sarebbe un esproprio proletario, quasi da Rivoluzione Francese! Impopolare, imprevedibile, irrealizzabile. Almeno da noi. 
E poi dicono che bisogna aumentare i consumi. Sì, delle suole delle scarpe per andare in giro a cercare un lavoro! Meno male che Eleonora è stata più fortunata. Ti ricordi che le piacevano le lingue straniere? Ebbene, dopo il diploma è partita per l'Inghilterra, dove ha fatto mille mestieri - tutti onesti, per carità! - per mantenersi agli studi, e dopo anni di sacrifici ha ottenuto un sacco di qualifiche, comprese quelle rilasciate ad Oxford - mica a Garbagnate di Sotto! -  per poter insegnare l'Inglese. 
Ma non nelle scuole della Repubblica Italiana. Per insegnare, da noi, bisogna essere per forza di madrelingua - o di padre ignoto - anche se parli inglese come uno scaricatore del porto di Liverpool bocciato alla Junior School, stage two. Queste sono le leggi ministeriali, e questo dicono. 
Così, facendo appello alla cocciutaggine che le deriva dal suo carattere, Eleonora non si è data per vinta e anche lei ha cominciato a spedire curricula dappertutto, fino a quando non è riuscita a realizzare il suo sogno: insegnare l'inglese!
Ora devi sapere, caro Cecco, che tempo fa la Regione Sardegna aveva messo a disposizione dei fondi della Comunità europea per diffondere la conoscenza della lingua inglese nell'Isola attraverso il vasto programma offerto da "Sardegna Speaks English".  
In pratica, questi fondi  - chiamati "Fondi strutturali" - dovevano servire a finanziare l'intero progetto. Purtroppo, a causa del famigerato "patto di stabilità" che mette dei limiti all'indebitamento delle Pubbliche Amministrazioni (Regioni e Enti locali), pare che la Regione Sardegna non sia in grado di pagare "Sardegna Speaks English", la quale, a sua volta, non ha i soldi per pagare Eleonora che nel frattempo aveva lavorato a contratto come insegnante d'inglese proprio per questi corsi. E' quasi una beffa, ma è così.
Quindi, tornando alla riunione di famiglia dell'altra sera, mi è venuta un'idea.
Mettiamo il caso che io sia la Regione Sardegna e che i miei "Fondi strutturali" siano la mia pensione, per mettere dei limiti al mio futuro indebitamento ho pensato di fare anch'io un "patto di stabilità".
Così, dal mese prossimo, non pagherò più il condominio e neppure il meccanico che mi ha revisionato la macchina. Che ne pensi: potrebbe essere un'idea?
»
Francesco Dotti

martedì 12 luglio 2011

Box lettori fissi, riapparso!!

Care Amiche, cari Amici, stimati Nemici,

dopo il Vostro tempestivo intervento il box dei miei amati "Lettori fissi" è improvvisamente riapparso!!
Prodigio? Litigio? Remigio? Chi può dirlo? Il fatto è che ora siete di nuovo con me.



Sono contento, perché ormai mi ci ero affezionato, e il solo vedere completamente vuoto lo spazio a Voi dedicato mi causava un profondo senso di solitudine e di sconforto dal quale difficilmente mi sarei ripreso.

Grazie a tutti per l'aiuto e... alla prossima sparizione.

Un abbraccio, Francesco

lunedì 11 luglio 2011

Box lettori fissi del blog, scomparso!!

Care Amiche, cari Amici, stimati Nemici,

da ieri sera è misteriosamente scomparso il box dei miei lettori fissi, che era posizionato nella colonna di sinistra del blog.


                                                                      ?


Andando a curiosare in giro per i forum, ho letto che in alcuni casi l'inconveniente si elimina semplicemente spostando il box lungo la lista "Crea gadget".  

Io l'ho messo in fondo a tutti gli altri, ma non è cambiato niente. Poi l'ho messo anche in cima a tutti, ma anche in questo caso... nisba!

Qualcuno di voi mi può aiutare?

Grazie


domenica 10 luglio 2011

Lacrime e sangue

E a chi dovrebbero prendere qualcosa, se non sempre ai soliti?

"Caro mio, in giro c'è un mangia-mangia generale! E il guaio è che hanno sempre fame!"
Una frase ancora oggi tristemente in voga che sentivo dire spesso al babbo, quando col suo stipendio da impiegato mandava avanti una famiglia di quattro persone: la nostra.
E riusciva a farlo più che degnamente, ricorrendo a equilibrismi contabili nei quali era imbattibile, pagando le mie ripetizioni di latino e anche le vacanze estive al mare a me, alla mamma e al mio fratello maggiore, mentre lui continuava a lavorare, a luglio e agosto, senza aria condizionata o ventilatori, e ci veniva a trovare solo per i fine settimana.
A quei tempi le camicie non si buttavano perché avevano collo e polsini di ricambio; i pantaloni si "rivoltavano" e passavano di padre in figlio (come altri capi d'abbigliamento); al massimo avevi due paia di scarpe (uno estivo e l'altro invernale); la carne si mangiava la domenica o i giorni di festa e a letto ci si scaldava con lo "scaldino" a carbonella, o al massimo con qualche scoreggia del minestrone di fagioli o della pasta e ceci che la mamma  ci ammanniva un giorno sì e l'altro pure. 
Non avevamo lo scaldabagno e l'acqua per lavarci la scaldavamo sulla cucina economica, né avevamo la televisione o il digitale terrestre. Non avevamo neppure il frigorifero. 
Al massimo una ghiacciaia, coi pani di ghiaccio che arrivavano dalla vicina montagna pistoiese, dove d'estate c'infilavamo il burro (che d'inverno si conservava in un vasetto di vetro pieno d'acqua, sul davanzale della finestra), e qualche altro alimento facilmente deperibile. Solo molti anni più tardi fece la sua comparsa a casa nostra il frigorifero: un Fiat grosso e pesante come un autotreno, dentro al quale il babbo, che in casa era l'unico ad avere la "patente" da frigorifero, oltre alla "pomarola" settimanale della mamma e i "deperibili", ci metteva anche le supposte e lo sciroppo per la tosse. 
Erano tempi in cui non si sprecava nulla. E noi, quelli a "reddito fisso", li battevamo tutti! 
E stavamo anche meglio in salute!
Ma quelli a reddito "variabile", con tutti quegli altri che già da allora avevano le mani in... casta, di sprechi ne hanno sempre fatti. Eccome!
Non hanno mai smesso, e pare che non abbiano alcuna intenzione di smettere.
Così, di "manovra" in "manovrina", decurtando la spesa pubblica (sempre la nostra) con gli aumenti dei ticket sanitari, l'introduzione di nuove tasse scolastiche, gli aumenti di Iva, Irpef, Irap, Ici, Tarsu, Tosap e altre diaboliche sigle che alla fine gravano sempre sui redditi da lavoro dipendente e sulle pensioni, chiedendo pure i soldi dei nostri risparmi in prestito alle banche per pagarsi i debiti, i vari governi si sono succeduti al grido-mantra di "nuove lacrime e nuovo sangue".
Credete che prima o poi la smetteranno? Io dico di no.

domenica 3 luglio 2011

Finanziaria 2011

"Manovre", "manovrine", "correzioni protettive", "provvedimenti per la stabilità", "rimodulazioni strutturali", "armonizzazioni delle prestazioni sociali" e vari altri sinonimi, più o meno folkloristici, tutti comunque tesi a significare, molto semplicemente, che a pagare, immolandosi sull'ara delle "caste", è, e sempre sarà, il ceto medio-basso e i soliti pensionati. Quelli poveri.
Così, mentre ancora una volta "paga pantalone", i costi della politica saranno rimandati a data da destinarsi.
A questo punto, se non fossi una persona educata, vi direi altre cose, ma opto per il più contenuto: "Vergognatevi!!"
Come si fa a difendere un'operazione di questo genere? E anche quell'Altro, poi, che da tempo si fa bello formulando, un giorno sì e l'altro pure, il protettivo e salvifico mantra: " non metteremo le mani nelle tasche degli italiani!", ma davvero ci crede oppure lo dice tanto per dire?
La seconda che ho detto mi pare più verosimile, tanto, a metterci le mani in tasca, ci penseranno gli altri (lo stanno già facendo): Regioni, Province e Comuni che, stretti nella morsa dei tagli, dovranno rivedere al basso i costi per i servizi al cittadino: trasporti, sanità, asili e tutto il resto, aumentando le addizionali Irpef a seconda della base imponibile di ciascuno di noi.
Per l'esattezza, dal sito del Governo:

http://www.lineaamica.gov.it/risposte/risposta/1072/Addizionali-regionale-e-comunale-all-Irpef.html 

ricavo quanto segue:


Come si pagano le addizionali lavoratori dipendenti e pensionati

"Per i titolari di redditi di lavoro dipendente e assimilati, e di pensioni, le addizionali regionale e comunale all’Irpef vengono determinate dai sostituti d’imposta (datore di lavoro o ente pensionistico) all’atto dell’effettuazione delle operazioni di conguaglio relative a tali redditi. 
Il saldo delle imposte dovute è trattenuto in un numero massimo di 11 rate mensili entro il mese di novembre, oppure in un’unica soluzione alla cessazione del rapporto di lavoro, se antecedente alla fine del periodo d’imposta. 
Per l’addizionale comunale è dovuto anche un acconto per l’anno successivo nella misura del 30%. L’acconto si calcola sull’addizionale dovuta sull’imponibile dell’anno precedente, in base alle aliquote stabilite dal Comune, e viene trattenuto a partire dal mese di marzo in un numero massimo di 9 rate mensili."

Per Cagliari, per esempio, l'addizionale Irpef  per redditi superiori a € 15.000,01 è dello 0,7%; per Olbia è lo 0,8%; per Quartu S. Elena è lo 0,5%.
Qui trovate l'elenco completo di tutte le località, scaricabile in PDF:

http://www.finanze.gov.it/export/download/Fiscalita-locale/Elenco_unico_saldo_2010_-_acconto_2011.pdf     





Intanto io, pensionato povero e neo-macellato sociale dell'ultima ora, il mese scorso ho dovuto aiutare mia figlia, insegnante d'Inglese, a pagarsi l'assicurazione.
Che avrebbe potuto pagarsi da sola se la Regione Sardegna, in evidente sofferenza economica, le avesse corrisposto il meritato stipendio, in sospeso da gennaio (sei mesi fa!), per i corsi d'Inglese che la Regione stessa aveva indetto fruendo dei "Fondi strutturali" messi a disposizione dalla comunità europea. In pratica, i soldi c'erano ma sono "misteriosamente "spariti". Oibò!
Il guaio è che in questo Paese, da sempre, tutti i governi hanno scialacquato il denaro pubblico (il nostro) distribuendolo a piene mani ad amici e sodali senza farsi troppe domande, salvo, poi, alla resa dei conti, crisi o non crisi, dover correre ai ripari all'ultimo minuto. Ma a spese nostre.
Ce lo venga a spiegare, l'ineffabile Tremonti, perché ancora una volta è andato a inzuppare il biscotto nel caffellatte dei pensionati e delle buste paga da un migliaio di euri, mentre i politici e tutta la pletora dei privilegiati loro simili saranno appena sfiorati da questa manovra o rimandati, pilatescamente, alle prossime legislature. Forse aveva finito i biscotti?