A Napoli hanno mandato l'esercito. Dicono che abbia "la forza e l'immagine giusta per fare ciò che non sono riuscite a fare le amministrazioni".
Quindi, i soldati dovranno fare quanto non è stato fatto, non solo da Regione, Provincia e Comune, ma anche da quelle aziende incaricate da Regione, Provincia e Comune di raccogliere a' munnezza. E per il cui smaltimento i cittadini, in Campania, si dice che paghino le tasse più alte d'Italia.
Cercherò, se mi riesce, secondo la mia logica da illuso cronico, di capire come funziona questa storia dell'immondizia, e se qualcuno volesse correggere le mie traballanti e incerte riflessioni, per favore mi aiuti. Ma non mi racconti ecoballe.
Dunque, abbiamo detto che il cittadino paga questa tassa per lo smaltimento dei rifiuti (tecnicamente chiamata "Tarsu") alle amministrazioni locali, le quali danno in appalto il servizio alla ditta che se lo è aggiudicato. Tralascio, per ora, i termovalorizzatori, troppo complicati per liquidarli con quattro parole, e i siti di stoccaggio, la cui individuazione è soggetta, per legge, ad una serie d'indagini di carattere ambientale, e torno alla ditta che deve occuparsi della raccolta e dell'allontanamento dalla città dei rifiuti che produciamo. Ma aggiungo la separazione, tra loro, di questi rifiuti, a seconda della loro composizione, che in un paese civile dovrebbe essere la regola e non l'eccezione.
La regola: i nostri cittadini, orbene, escono di casa con i loro bravi sacchetti della spazzatura, già selezionata per componenti (differenziata), e in orario e giorno prestabiliti (cioè prima che passi il camion per il ritiro, e nel giorno fissato per il tipo di rifiuti da ritirare) li depositano negli appositi contenitori: vetro con vetro, carta con carta, umido con umido, plastica con plastica e così via. Intanto, per le strade delle nostre città ancora addormentate (come vedevamo un tempo, del resto), solerti netturbini, organizzati in squadre, si danno da fare per raccogliere tutto quello che non dovremmo gettare per terra: pacchetti vuoti di sigarette, cicche, barattoli e bottiglie vuoti, merde di cani, fazzolettini di carta e via elencando.
A questo punto, mi direte voi: "O Dotti, ma dove vivi: sulla luna?" Forse ci andrò...
Nel frattempo, i camion adibiti alla raccolta sono giunti in prossimità dei cassonetti dove abbiamo messo i nostri rifiuti. Li svuotano del loro contenuto, abbiamo visto già differenziato dai diligenti cittadini, e lo trasferiscono nella discarica. Quella regolarmente autorizzata, non quella della camorra. Per lo svolgimento di questo servizio, lo ripeto se non si fosse ancora capito, i cittadini pagano profumatamente la Tarsu.
Ora veniamo a Napoli: l'eccezione. A Napoli, come in ogni altra parte d'Italia, anche i napoletani escono di casa coi loro bravi sacchettini della spazzatura che, al contrario delle altre parti d'Italia, non è differenziata, e li depositano nel cassonetto che, sempre al contrario delle altre parti d'Italia, non viene però svuotato.
Il cassonetto in breve tempo si riempie, e la spazzatura piano piano si accumula tutt'intorno. Siccome nessuno di quelli che abbiamo pagato (e che mensilmente percepiscono uno stipendio) viene a portarla via, la spazzatura si ammucchia, si ammucchia, si ammucchia sempre di più e diventa la città di Napoli oggi: un cumulo di monnezza. Allora che si fa? Dato che non si possono obbligare con la forza i netturbini a fare il lavoro per il quale sono pagati perché sennò i sindacati di categoria si risentono, si chiamano i soldati - che sindacati non ne possono avere per contratto - e li si obbliga a fare il lavoro dei netturbini. Pagandoli anche meno.
E la monnezza? Dove la mettiamo, la monnezza? Ma nelle caserme, che diamine! Non sono forse state costruite per questo? Senza pensare che, non essendo idonee a sostenere un'emergenza del genere, così facendo si creano nuovi siti a rischio, altre "bombe ecologiche " a orologeria le quali, in seguito e con ulteriori costi aggiunti, si dovranno bonificare.
Se ci vuole l'esercito per svolgere quei compiti che invece spettano alle amministrazioni, allora cosa aspettiamo a eleggere una giunta militare? Mi è sfuggito qualcosa? Ditemelo, vi prego, non vorrei passare per cretino.
P.S. (aggiunto in data 27 gennaio 2008)
Le notizie, si sa, vanno e vengono. Così da un po' di tempo non si sente più parlare delle caserme dismesse come luogo per stoccare i rifiuti. Si dice che dovrebbe pensarci, dopo l'arcivescovo, un certo De Gennaro. Il sindaco Jervolino, stizzita per l'invasione di ruolo, ha redarguito l'alto prelato rammentandogli d'incaricarsi solo della salvezza delle anime ché a quella dei rifiuti avrebbe pensato chi di dovere (?). In compenso, però, si parla molto di cannoli e di casini in quel della Trinacria.
Francesco Dotti
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