Ormai lo sanno anche i sassi che il problema grave di chi è afflitto da un handicap, sia esso transitorio o permanente, nelle nostre città è pochissimo sentito. Anzi, non è sentito per nulla. Ne sono prova gli innumerevoli ostacoli che si frappongono tra chi è costretto a subirli e le mète da raggiungere quotidianamente.
Eppure le leggi ci sono. Una di queste, la n.13 del 9 gennaio 1989, stabilisce puntigliosamente un insieme di norme la cui pervicace inosservanza da parte di chi amministra diventa gravissimamente spudorata allorché a praticarla sono proprio coloro che la legge dovrebbero applicare e far rispettare.
Ma non mi va di scrivere troppo, rischierei di annoiarvi con inutili chiacchiere. Preferisco invece che a parlare siano le immagini che ho raccolto (non ho faticato molto per trovarle, credetemi). Immagini che dimostrano ancora una volta quanto tempo abbia perso il legislatore per cercare le parole adatte a confezionare un’altra, ennesima raccoltina di utilissime e ragionevolissime ma inapplicate regole.
Le foto-vignette a corredo di queste fesserie che ho scritto, spero che servano soprattutto a far riflettere. Su quella carrozzella dove mi sono seduto io per fare le foto, un giorno ci potrebbe finire chiunque. E allora, ditemi la verità: quanti di noi, diversamente abili o abilissimi, trovandosi in circostanze simili a quelle da me illustrate, non hanno pensato almeno una volta: “Ah, se avessi una ruspa farei piazza pulita!”
Francesco Dotti
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