A proposito dei due poveri cicloturisti olandesi violentati, picchiati selvaggiamente e derubati dai due pastori rumeni, avendo letto alcune dichiarazioni del ministro Maroni nelle quali si accennava ad un eventuale "rimpatrio" dei colpevoli, faccio alcune considerazioni.
Dalle ultime agenzie sembra che il magistrato ne abbia convalidato il fermo, anche se il loro avvocato ha annunciato che si sono già "pentiti". Hanno fatto in fretta!
Addirittura, siccome uno dei due pastori ha protestato la sua innocenza, visto come funziona la giustizia in Italia, si potrebbe riuscire perfino a dimostrare che "trattavasi di pastore protestante", applicando le attenuanti generiche. Sappiamo tutti che di questi tempi, quando viene tirata in ballo la religione - basta ascoltare le discussioni sulle moschee - non si sa più che pesci pigliare...
Ma, se dovessero condannarli, avendo commesso il reato in Italia ed essendo i due rumeni cittadini comunitari, la pena dovrebbe essere scontata in carcere oppure in qualche residence turistico sull'Adriatico? Considerato il tipo di reato, io spero vivamente che li condannino. Con l'aggravante che non possano pubblicizzare nuove marche di jeans, né occhiali da sole e tantomeno orologi. Neppure a cucù.
Inoltre, se il ministro Maroni ha detto: "...se per un cavillo tra una settimana escono, li rispediremo in Romania", evidentemente ciò significa che potrebbero anche non scontare la pena in Italia. Addirittura non scontarla affatto. La qual cosa, lasciatemelo dire, considerati i proclami ante-elezioni sulla sicurezza pubblica sbandierati dalla Lega, significherebbe un voltafaccia del ministro che verrebbe letto dai più come un vero e proprio "giramento di maroni".
Però, se li rispediscono in Romania e lì non li puniscono, questi due ceffi potranno ritornare in Italia quando vorranno. Tanto, visti i controlli che si fanno da noi, chi li ritrova più?
Concludo dicendo, questa volta seriamente, che per reati gravi come questo, ed altri di cui le pagine dei giornali sono piene, commessi da cittadini comunitari, il nostro Paese dovrebbe, prima di rispedire i colpevoli a casa loro, concordare con il paese d'origine le pene da comminare. Con la garanzia scritta che vengano applicate. Altrimenti è solo aria fritta.
Francesco Dotti
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