L'altra sera, spinto da una irrefrenabile curiosità, alimentata dal desiderio di "connessioni universali" - oltre alla possibilità di poter sviluppare nuove conoscenze in ambito professionale e personale che mi avrebbero assicurato maggiore visibilità -, mi sono iscritto su Facebook.
Dicono che sia la più importante tra le "reti sociali" esistenti, dopo Myspace, con un centinaio di milioni abbondante di iscritti. Troppi, per i mei gusti, ma buon per loro! Nel senso che mi fa piacere che le persone si divertano così e trascorrano il loro tempo a raccontarsi emozioni, interessi e passioni di ogni tipo davanti a uno schermo. D'altra parte anch'io, col mio blog, non faccio forse la stessa cosa?
Così mi sono chiesto il perché della mia corsa ad iscrivermi su Facebook, quando, facendolo, avrei solo replicato le mie pubblicazioni da un'altra parte. E' pur vero che mi avrebbe dato la possibilità di incontrare amici, vecchi e nuovi, e magari anche qualcuno di cui non ho più notizie da anni... Ma poi, mi sono chiesto: "Cui prodest?". A chi prude? A me no, per ora. E, se mi prudesse, vi assicuro che mi gratterei da solo.
Perciò io sono soddisfatto del mio blog: mi ci diverto, è facile da gestire, molti lo visitano, qualcuno mi scrive, altri lo criticano. Tutto ciò senza che io mi affanni a rispondere a lettere di "amici" che mi hanno aggiunto alle liste di altri "amici" ai quali devo rispondere più o meno subito sennò chissà che potrebbero pensare; senza dovermi scervellare per decifrare incomprensibili sigle, tipo ":); :P prrrr; XDVX; :-D; TKS" che imperversano tra i giovani moderni. Preferisco di gran lunga una... "facondazione assistita", magari da un paio di buoni dizionari d'italiano, alle amenità in lingua inglese di cui certi siti sovrabbondano.
Per farvi un esempio, quando un "amico" già iscritto ha saputo che anch'io ero entrato a far parte della comunità di Facebook, mi ha inviato subito una lettera avvisandomi: "... ricordati che il «Wall to Wall» è pubblico, ovvero che tutti possono leggerlo, «so please» non scrivere cose...". Che vuol dire "Wall to Wall"? Letteralmente significherebbe "da muro a muro", oppure "che copre tutto il pavimento". Non bastava che mi dicesse soltanto che "è pubblico e che tutti possono leggerlo"? E, invece di "so please", non poteva scrivermi "perciò, per favore"? E' così bello l'italiano, perché dobbiamo far di tutto per dimenticarcelo?
Così, dopo aver preso una decisione neppure tanto sofferta, sono tornato su Facebook, ho cancellato la mia iscrizione e,"Wall to Wall", mi sono... "suicidato"!
Absit iniuria verbo.
Francesco Dotti (blog lover)
Così mi sono chiesto il perché della mia corsa ad iscrivermi su Facebook, quando, facendolo, avrei solo replicato le mie pubblicazioni da un'altra parte. E' pur vero che mi avrebbe dato la possibilità di incontrare amici, vecchi e nuovi, e magari anche qualcuno di cui non ho più notizie da anni... Ma poi, mi sono chiesto: "Cui prodest?". A chi prude? A me no, per ora. E, se mi prudesse, vi assicuro che mi gratterei da solo.
Perciò io sono soddisfatto del mio blog: mi ci diverto, è facile da gestire, molti lo visitano, qualcuno mi scrive, altri lo criticano. Tutto ciò senza che io mi affanni a rispondere a lettere di "amici" che mi hanno aggiunto alle liste di altri "amici" ai quali devo rispondere più o meno subito sennò chissà che potrebbero pensare; senza dovermi scervellare per decifrare incomprensibili sigle, tipo ":); :P prrrr; XDVX; :-D; TKS" che imperversano tra i giovani moderni. Preferisco di gran lunga una... "facondazione assistita", magari da un paio di buoni dizionari d'italiano, alle amenità in lingua inglese di cui certi siti sovrabbondano.
Per farvi un esempio, quando un "amico" già iscritto ha saputo che anch'io ero entrato a far parte della comunità di Facebook, mi ha inviato subito una lettera avvisandomi: "... ricordati che il «Wall to Wall» è pubblico, ovvero che tutti possono leggerlo, «so please» non scrivere cose...". Che vuol dire "Wall to Wall"? Letteralmente significherebbe "da muro a muro", oppure "che copre tutto il pavimento". Non bastava che mi dicesse soltanto che "è pubblico e che tutti possono leggerlo"? E, invece di "so please", non poteva scrivermi "perciò, per favore"? E' così bello l'italiano, perché dobbiamo far di tutto per dimenticarcelo?
Così, dopo aver preso una decisione neppure tanto sofferta, sono tornato su Facebook, ho cancellato la mia iscrizione e,"Wall to Wall", mi sono... "suicidato"!
Absit iniuria verbo.
Ben fatto; questo vuol dire ragionare con la propria testa!
RispondiEliminaMi sono alzata in piedi e ti ho applaudito!
RispondiEliminaBravo..ben detto,ben fatto !!!!
Giulia
Grazie! Grazie! Grazie!
RispondiEliminaSon proprio ganzo!!