martedì 13 gennaio 2009

Terra promessa

4 commenti:

  1. Francesco...
    forse è meglio lascaire zero commenti!
    speriamo che questa settimana sia migliore..
    Giulia

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  2. Ciao Giulia, finché tra la gente ci sarà intolleranza nei confronti di chi ha idee diverse dalle tue, le cose non potranno che peggiorare. Bisognerebbe riuscire a convivere nella diversità ma, paradossalmente, nonostante oggi siamo tutti più vicini e "globalizzati" e abbiamo la possibilità di conoscerci meglio, questo fatto invece ci allontana e ci divide. E io non sono per niente ottimista. Quindi, come dici tu, speriamo. Se è vero che la speranza è l'ultima a morire...
    Ciao, Francesco

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  3. Francesco,alle volte mi chiedo se arriverà un giorno(se arriverà!) in cui ci sarà la fine...ma non sò mai darmi la giusta risposta,se sarà la fine di ogni guerra oppure se sarà la fine e basta...
    Quello che più mi angoscia sono i bimbi di oggi che vivono la realtà dlla guerra..domani che adulti saranno?in pace od in guerra?

    Giulia

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  4. Dài Giulia, non essere così pessimista! In fondo, da che mondo è mondo le guerre ci sono sempre state. L'unica differenza è che è passato molto tempo da quando le
    abbiamo vissute a casa nostra, e così ora ci preoccupiamo per quelle degli altri.
    Non voglio apparire indifferente e insensibile verso la morale comune, le devastanti ferite che le guerre provocano o le lacrime che altri versano, ma questo è quello che penso.
    Ti ricordi, per esempio, quando ci strappavamo le coscienze per i mutilati dalle mine anti-uomo (fabbricate, guarda caso, proprio in Italia e poi bandite alcuni anni fa), o per gli aiuti umanitari destinati al Kosovo e finiti - perché qualcuno glieli aveva venduti - nelle mani della camorra nel napoletano? E il famoso scandalo "oil for food" (petrolio in cambio di aiuti umanitari) in Irak, ai tempi dell'embargo a Saddam, dopo l'invasione del Kuwait nel '90, nel quale furono coinvolte importanti aziende mondiali - oltre a qualche "pezzo grosso", nostro connazionale - che, mentre il popolo irakeno moriva di fame e di malattie, si riempivano le tasche di soldi. Perciò, cara Giulia, l'Uomo è un grandissimo
    bastardo, e non cambierà mai. Neppure quei bambini, che vediamo ogni giorno impauriti e affamati saltellare sulle macerie della guerra, probabilmente cambieranno, e può anche darsi che un giorno o l'altro si riempiranno di tritolo e in nome di qualche dio si faranno saltare in aria.
    Fatti coraggio, Francesco

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