La folle legge del branco
Le nuove generazioni dei "bulletti del quartierino" - ma anche peggio -, senza speranze e progetti per il futuro, consumano il loro tempo - perso - alla ricerca di "emozioni" sempre più forti.
Come con la droga: si comincia da una pasticca, e poi...
"Emozioni da non dimenticare", dicono, per tentare di colmare quel vuoto di valori e di ideali trasmesso da famiglie distratte, spesso distrutte e irresponsabili, e troppo facilmente metabolizzato da una società che ha un serio bisogno di cure urgenti.
Perché, prima di tutto, è proprio l'ambiente familiare dal quale questi disadattati provengono ad influire in modo negativo sulle loro probabilità di riuscire a fare qualcosa di buono nella vita. E il risultato finale sarà sempre direttamente proporzionale all'impegno e al tempo che queste famiglie avranno loro dedicato.
Non basta, infatti, frequentare una scuola, affidandosi semplicisticamente alla selezione che essa opera nella valutazione dei progressi ottenuti, ma è importante che questi strumenti, che la scuola fornisce, proseguano, dopo la scuola, come promozione culturale autonoma, all'interno delle famiglie stesse. Se questo avviene, cioè se non si perdono di vista quei valori etici e morali in base ai quali si riesce - perché ce lo hanno insegnato - a distinguere il bene dal male, l'individuo che ne proviene è capace di relazionarsi col mondo che lo circonda: la struttura sociale.
Perciò, quando dei balordi danno fuoco a un essere umano per provare "emozioni forti" e vincere la noia delle loro giornate vuote e senza futuro, perché allora non si danno fuoco tra di loro?
Lo sai che "emozioni", se sopravvivessero alle fiamme, raccontarsele in ospedale bendati fino agli occhi?
"Mmmm... ao'... possino ammazzatte, hai visto come bbruciavo bbene?! Ma se po' sape' che cazzo ciài messo drento ar bidone?"
Francesco Dotti
Come con la droga: si comincia da una pasticca, e poi...
"Emozioni da non dimenticare", dicono, per tentare di colmare quel vuoto di valori e di ideali trasmesso da famiglie distratte, spesso distrutte e irresponsabili, e troppo facilmente metabolizzato da una società che ha un serio bisogno di cure urgenti.
Perché, prima di tutto, è proprio l'ambiente familiare dal quale questi disadattati provengono ad influire in modo negativo sulle loro probabilità di riuscire a fare qualcosa di buono nella vita. E il risultato finale sarà sempre direttamente proporzionale all'impegno e al tempo che queste famiglie avranno loro dedicato.
Non basta, infatti, frequentare una scuola, affidandosi semplicisticamente alla selezione che essa opera nella valutazione dei progressi ottenuti, ma è importante che questi strumenti, che la scuola fornisce, proseguano, dopo la scuola, come promozione culturale autonoma, all'interno delle famiglie stesse. Se questo avviene, cioè se non si perdono di vista quei valori etici e morali in base ai quali si riesce - perché ce lo hanno insegnato - a distinguere il bene dal male, l'individuo che ne proviene è capace di relazionarsi col mondo che lo circonda: la struttura sociale.
Perciò, quando dei balordi danno fuoco a un essere umano per provare "emozioni forti" e vincere la noia delle loro giornate vuote e senza futuro, perché allora non si danno fuoco tra di loro?
Lo sai che "emozioni", se sopravvivessero alle fiamme, raccontarsele in ospedale bendati fino agli occhi?
"Mmmm... ao'... possino ammazzatte, hai visto come bbruciavo bbene?! Ma se po' sape' che cazzo ciài messo drento ar bidone?"
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