La Sardegna, specialmente coi "pacchetti-vacanza" scontati, si avvicina solo d'estate, ma poi, per il resto dell'anno, quel mare che richiama milioni di turisti e qualche vip (ma ce ne sono ancora ?) rischia di diventare una barriera insormontabile. Soprattutto per chi, in Sardegna, vive e lavora.
Quando riesce a lavorare, e quando addirittura non è costretto a sopravviverci.
A questo proposito, il testo della vignetta, scritto in sardo - credo logudorese e suggerito da un amico di Bressanone -, tradotto in italiano, più o meno dovrebbe suonare così:
"Staccare la Sardegna dall'Italia (secondo un antico desiderio indipendentista, ndr)... Perché, non è staccata abbastanza?"
Intendendo, con questa frase, non solo la distanza geografica, ma soprattutto l'isolamento e il divario sociale ed economico che ne deriva, al quale da secoli il popolo Sardo deve sottostare.
Ne sanno qualcosa i pastori, sempre Sardi, in questi giorni al vertice di una protesta - con occupazione di strade e aeroporti - per una crisi che nell'Isola ormai coinvolge molte aziende, anche quelle a conduzione familiare.
L'economia isolana, è bene ricordarlo, si basa (o si dovrebbe basare) principalmente sul turismo, sull'artigianato e sul comparto agro-alimentare; mentre le fabbriche e le industrie, portate nell'Isola a dispetto dei veri sentimenti e delle radici profonde del popolo Sardo, e nelle mani delle solite "cricche", alla lunga si sono rivelate un fallimento. E la prova è sotto gli occhi di tutti, basta leggere un po'.
Mi fermo qui, perché è arcinoto che sono un ignorante e non sono all'altezza di certi argomenti, ma avrei piacere se qualcuno che ne sa più di me intervenisse e magari commentasse queste mie fesserie.
Distinti saluti,
Francesco Dotti
Non sono fesserie caro Cecco, i tuoi post hanno sempre una motivazione! questa per esempio, come ha capito io dalla vignetta e che la Sardegna è lontano dallo stivale, il resto aspetto qualcuno che ci spiegherà il resto.
RispondiEliminaBuona serata caro amico