sabato 3 novembre 2012

Chioschi e degrado Poetto

Rimossi alla fine dell'estate del 2011, all'inizio di quella del 2012 i nuovi chioschi del Poetto risorgono con una nuova veste che ricorda i vecchi "casotti" degli anni Sessanta. Lo prevede il "Piano Urbano del Litorale", concepito per rivalorizzare e conservare nel tempo una delle spiagge più belle, da tempo trascurata e tuttavia di notevole importanza per l'economia cittadina.



Non solo la spiaggia, però. In questo ambizioso e complesso progetto, infatti, vi figurano anche il rispetto per l'ambiente e la riqualificazione di tutta la fascia costiera che lambisce le saline e il Parco di Molentargius. 

Tutto bello, quindi, tutto giusto. Ma terminata la ricostruzione dei chioschi, diventati operativi nel giugno 2012, una tegola imprevista si abbatte sugli gli operatori del settore. La scoperta di tracce d'amianto tra le sabbie della "spiaggia dei centomila" - in seguito addebitate alla demolizione dei vecchi casotti avvenuta un trentina d'anni fa -, proprio all'inizio dell'estate, impone una bonifica che compromette seriamente l'attività economica ai chioschi collegata.
Siamo così giunti alla fine di ottobre, e dopo un'estate segnata da quella crisi che tutti conosciamo i chioschi del Poetto, secondo quanto stabilito dal Piano Urbano del Litorale, sembra che dovranno di nuovo essere rimossi. 



Insomma, quella dei chioschi "marini", tra rinvii, proroghe, proposte, delibere e attese di approvazioni, sta diventando una storia lunga e destinata per ora a non avere una fine certa. 
Certa, invece, sembra la fine riservata al lungomare del Poetto, che da troppo tempo racchiude nelle sue spire tutto il peggio che si potrebbe trovare in una discarica. Oggi, questa bella e suggestiva passeggiata che confina con la pista ciclabile e con quella riservata al jogging, è ridotta a un ammasso di legna e baracche abbandonate, cui fanno da corollario rifiuti di ogni genere ed erbacce incolte. 
Davvero troppi, al punto che non se ne può più.
Senza contare i pericoli che spesso nascondono - come la tavoletta, qui sotto, col chiodo e  semisepolta nella sabbia, o i pericolosissimi cristalli infranti e chissà quali altre "sorprese".



 


E siccome l'elenco sarebbe troppo lungo, è sufficiente dare uno sguardo alle foto per immaginarlo. 


 











Infine, per gli odori, che tali luoghi emanano, non essendo ancora stata inventata una "olfattocamera digitale", ve li lascio immaginare. La fantasia non vi manca. Ecco, per esempio, dove potrebbe finire una parte delle tasse che paghiamo a Regioni, Province e Comuni, i cui amministratori, prima o poi, dovremo rivotare.
Per non parlare della TARSU (la tassa sui rifiuti solidi urbani), che ogni anno viene aumentata e che, a quanto pare, viene impiegata male. Molto male.    

2 commenti:

  1. Non ho parole!
    Vivo all'estero e ogni volta che vengo in Italia la gioia mi assale perché in fondo questo paese lo amo. Perché gli amici con cui sono cresciuto sono qui, perché.... perché si.
    e poi mi scontro con realtà come questa che qui documenti. Ogni giorno, ovunque e mi assale la tristezza.
    Chissà forse un giorno un fulmine si abbatterà sul parlamento, sulle sedi dei partiti su tutti quelli che stanno portando alla rovina l'Italia. E con questa speranza la prossima volta tornerò in Italia sperando che sognando che qualche cosa cambi.
    Flavio
    http://vadoapanama.com

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  2. Caro Flavio, sapessi quanto fa male a me che, oltre ad amare questi luoghi, ci vivo, e questo spettacolo me lo ritrovo tutti i giorni sempre davanti agli occhi!
    E' come se fossimo amministrati da sordi e ciechi, che ormai, voto o non voto, fanno quello che vogliono.
    A questo punto, non ci resta che aspettare i fulmini...
    Grazie per il passaggio e un carissimo saluto,
    Francesco

    P.S. Se ti serve qualcosa per il tuo giornale, serviti pure. Ciao

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