domenica 26 luglio 2015

Campidoglio crisi



Un po' come Renzi, che pur avendo una giovane età ha fatto proprio di tutto, anche Mikolaj Kopernik, in arte Niccolò Copernico, in quella settantina d'anni di vita non è di certo stato con le mani in mano. Ecclesiastico, giurista, medico, governatore, astrologo e financo astronomo, si occupò pure di economia politica e di fisco. E forse sarà per questo - cioè l'aver saputo di tutti questi incarichi - che il Nostro, pur non avendo alcuno zio vescovo, ha deciso che era arrivato anche per Lui il momento di formulare, dopo il job's act e le tutele crescenti, il Patto del Nazareno e qualcos'altro che ora mi sfugge come l'abolizione delle tasse sulla casa, una sua teoria che in qualche modo lo avvicinasse al suo predecessore. Partendo da soli 80 euri e tenendo presenti tutti gli equinozi senza perderne di vista nemmeno uno, avviene così quella conversione dottrinale che avrebbe stupefatto anche Keplero se fosse ancora vivo. Il tutto si può riassumere in ciò che oggi prende i nome di "renzocentrismo a parametri orbitali", altrimenti detto "De Rivolutionibus Matthæi Rentii", dove il corpo orbitante - detto anche elettorale - e quello attrattore - il suo governo -, seguendo la legge di gravitazione universale si conservano nel tempo. Naturalmente, siccome in certi casi tutto si crea ma tutto si può anche distruggere, ecco che entra in ballo il Sindaco Marino e il probabile rimpastino... 



6 commenti:

  1. ...mangiato pesante?
    Scherzoooo....
    Bella l'ultima formuletta: me la spieghi? Riconosco un prodotto scalare e una matrice poi più nulla :-(

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  2. In effetti, le sei aringhe affumicate e ripiene di mandorle e panna che ho mangiato l'altra sera erano un po' pesantine. Sarà stata la salvia...
    La formuletta? Semplice come affogare in un bicchier d'acqua. Innanzitutto, se ancora non sei stata a Tubinga ci devi andare; poi, come diceva Cavendish quando si pesava sulla bilancia di torsione che aveva in bagno: "Che mi peso a fare, se anche girandomi peso sempre uguale?"; infine, last but not least, non dobbiamo dimenticarci che l'equante posto sulla linea degli apsidi dal quale si misura la velocità angolare, anche se ipotetico, è costante nel tempo. Un po' come avviene per gli epicicli deferenti, e sai di cosa parlo, nel sistema ticonico e nella legge di conservazione della quantità di moto. In pratica, semplificando, se non avessi venduto la Guzzi, La Vespa, le due Lambrette, la Honda e la Yamaha, in base a questa legge oggi le avrei ancora tutte.
    Sarai anche un ingegnere, però... :) :)
    Posso dirti che ti voglio bene?
    Ciao!

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  3. Però, anche tu, vendere una Guzzi...

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  4. Già, e mi sono pentito. Però a quel tempo dovevo fare dei lavori urgenti in casa e non avevo denaro a sufficienza. Così fui costretto a privarmene. Poi mi resi conto che sarebbe bastato chiedere un piccolo prestito, da restituire a rate mensilmente, e avrei risolto. Ma ho sempre odiato i prestiti, le rate, le cambiali e le finanziarie. E così...

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  5. Non era la vecchia 500, quella con "l'affettatrice" (il volano rosso cerchiato d'argento che ricordava tanto l'affettarice del salumiere). Mi pare che la mia, una Guzzi V35, fosse degli anni Ottanta. Ho avuto anche una Gilera 175 (ex militare, presa a un'asta), che mi dava un sacco di rogne e la vendetti quasi subito. Mi si rompeva spesso una vite che regolava l'apertura delle puntine, e mi andava fuori fase. Così, quando uscivo, ero costretto a portarmi dietro un barattolino (di quelli in plastica dei rullini fotografici) pieno di viti, oltre agli attrezzi necessari. Quando mi capitava, mi fermavo e cambiavo la vite. Poi dovevo rifare tutta la fasatura del motore. Meno male che la meccanica è sempre stata il mio lavoro!
    Una volta, mentre stavo andando al mare, mi capitò il solito guasto e mi fermai a ripararlo. Mettendola in moto (aveva solo la pedivella), siccome non era perfettamente in fase, nel cercare il punto adatto (punto morto superiore e inizio fase di compressione) la pedivella mi dette un tale contraccolpo sul piede che mi ruppe in due (di lungo) lo zoccolo! Meno male che era di legno duro (non come quelli di plastica moderni), altrimenti mi avrebbe rotto il piede!
    Alcuni anni dopo passai felicemente alla Vespa PX 125. Mitico scooter, indistruttibile e con un gran motore, che ancora oggi rimpiango. E se avessi la possibilità di trovarne uno me lo ricomprerei subito!
    Oggi ho uno scooter Honda 250 Foresight, modello del quale non sono particolarmente innamorato ma che comunque è molto affidabile e comodo per gli spostamenti brevi.

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