Alla periferia di Olbia, dalle parti dove abitavo alcuni anni fa, c'è una stradina che costeggia la ferrovia e che, dopo aver attraversato la bella campagna gallurese, fatti alcuni chilometri, porta alla piccola borgata di Enas. E' una stradina molto frequentata, soprattutto dagli amanti del footing e dai ciclisti, proprio perché lontana dal traffico cittadino e da qualsiasi genere d'inquinamento. Anche se non era raro scoprirvi, depositati in qualche angolo, dei vergognosi cumuli d'immondizia.
La ferrovia, poi, è quella "principale", nel senso che se vuoi andare a Cagliari o a Sassari i treni, ancora quelli coi motori diesel, passano solo di lì. E c'è anche un binario solo.
Io ci andavo spesso, non in treno ma a piedi o in bicicletta, di solito prima che tramontasse il sole, perché a quell'ora c'era una luce meravigliosa. Le ocre gialle dei campi e dell'erba secca si scaldano e virano al bruciato, così come le ombre gettate dai cespugli e dai lecci cangiano nelle garanze brune e nell'oltremare, mentre il cielo alterna le sue tinte tra il cobalto e la garanza rosa con lievi velature ocra all'orizzonte. Insomma, era uno spettacolo! Ebbene, lungo questa stradina fuori dal tempo, seguendo la ferrovia, a distanza di alcuni chilometri l'uno dall'altro, ci sono alcuni vecchi caselli ormai dismessi, coi muri scrostati e sommersi alla base dai rovi, ma che per me hanno da sempre avuto un fascino particolare.
Così, quando l'ispirazione mi assaliva furiosa (cosa sempre più rara in questi ultimi tempi), mi portavo dietro gli attrezzi del mestiere e buttavo giù quello che potevo. Più che altro erano appunti, impressioni tirate su carta con semplici matite acquerellabili e che poi, una volta rientrato a casa e seduto al mio deschetto, tentavo di sviluppare e rifinire mantenendo vive e intense quelle emozioni al momento suscitate.
Oggi quei giorni lontani, che ricordo con un po' di nostalgia, mi sono tornati in mente, e così vi ripropongo un paio di vecchi lavori...
Ciao!
Facile che ti lasci affascinare da bellezze che tu sai cogliere e descrivere e mostrare con grande intensità. I tuoi lavori diventano esemplari per la personalità e la voglia di non mollare. Eppoi... grazie per essermi amico nel mio 'mondo di colori'. Ciao.
RispondiEliminaCiao caro Amico, ho visto i tuoi ultimi lavori: la spiaggia di Rosapineta, Velo, il cui cielo acquoso fonde il paesaggio in una nebbia irreale; poi le belle foto della delicata Condino e la mostra degli acquerelli dei "grandi" e quella dei bambini. Tutto questo, descritto con la poesia di cui sei capace, ci mostra delle immagini quasi fuori dal tempo ma che, grazie a Dio, esistono e sono stupendamente reali. Ecco, forse è proprio qui che mi piacerebbe vivere...
RispondiEliminaTi abbraccio e ti ringrazio perché sai donarci tutto questo.
A presto, Francesco
P.S. ho visto il bel libretto che avete stampato, e perché altri possano ammirarlo ho pensato di mettere su blog il link della Editrice Veneta.
Spero che non dispiaccia a nessuno.
Ciao Cecco, i tuoi acquerelli sono davvero belli. E non sai quanto mi piace l'ispirazione che hai avuto da un luogo così fuori dai canoni, e dotato di una sua bellezza atipica. Molto bella questa rappresentazione di posti isolati e un pò tagliati fuori, ma pregni di fascino e interesse.
RispondiEliminaCiao carissimo Alex, grazie per le belle parole. Ti rispondo qui, anche se ogni tanto vado sul tuo blog. Ma anche se mi dimentico di inserire qualche commento mi godo ugualmente i tuoi bei lavori. Puliti e disegnati benissimo. Io, invece, sono più pasticcione. E poi ho fretta di concludere. Pensa che molte delle località che dipingi le ho conosciute anch'io. Prima di arrivare in Sardegna sono stato due anni all'aeroporto di Ghedi, e mentre tu stavi nascendo io, con la mia "500" grigio-topo con il volantino sportivo in legno "Momo" e le gomme "larghe", correvo dietro alle tedesche, tra l'archetto di Sirmione, Limone, la rocca di Manerba e Riva del Garda.
RispondiEliminaSpesso, poi, da Riva salivo a Idro e dopo aver fatto il giro del lago rientravo a Brescia da Lumezzane. Avevo 21 anni. Bei tempi!
Ma allora, invece che agli acquerelli, pensavo ad altro...
Un abbraccio, Francesco
I tuoi colori … mi fanno stare bene… : )
RispondiEliminaSono bellissimi!
Che poesia … i caselli ferroviari!! Già , ora tutti abbandonati
La mia regione è un po' disastrata per quanto riguarda le strade ferrate, però ho sempre amato tanto viaggiare in treno
Sai , me li ricordo i casellanti sulla tratta Campobasso-Termoli , mi ricordo di quando abbassavano le sbarre … e il fischio del treno …
Oh mamma , sto invecchiando!! : ) :)
Scusa , ho chiacchierato un po' : )
Sempre tanti complimenti Cecco
un abbraccio
Pensa che quei caselli sono tutti sulla strada ferrata principale, quella che da Olbia porta fino a Cagliari. Ti confesso che queste costruzioni mi hanno sempre affascinato, un po' come i fari. Specialmente quando sono abbandonati. E la stessa emozione mi suscitano le case cantoniere. Da queste parti se ne incontrano parecchie, ormai in gran parte dismesse, e così la manutenzione delle strade viene spesso lasciata al... caso. E i risultati si vedono!
RispondiEliminaAnch'io ho molti ricordi di quando, in treno, viaggiavo sui sedili di legno; e d'estate, coi finestrini aperti, mi arrivava l'odore del fumo e del carbone della locomotiva che da Pistoia mi portava a Firenze... Poi sono arrivate le littorine, ma coi sedili di "finta similpelle" che mi si attaccavano alle cosce (avevo i calzoni corti). Oggi, anche coi pantaloni lunghi e meno capelli, ma tutti bianchi, non mi dispiace invecchiare: ho tanti bei ricordi di un passato che nessuno può portarmi via. Ho solo paura che possano togliermi quel po' di futuro che ancora mi resta...
Grazie per i complimenti che mi fai, un abbraccio e felice settimana!
Mi piace ascoltarti.... Oltre che guardare, ammirare...
RispondiEliminaGrazie!
Grazie a te!
RispondiEliminaFelice domenica