sabato 28 giugno 2008
Calcio Italia
Come l'Italia della politica, anche quella del calcio ci lascia ancora una volta con l'amaro in bocca.
Insieme alle disavventure giudiziarie di un miliardario in maniche di... bandana, la televisione di questi giorni caldi e afosi di prima estate ci ha trasmesso anche le disavventure di un gruppo di peripatetici, sempre miliardari ma in mutande, che rincorrevano un pallone nella vana speranza di farci qualcosa di utile...
Anch'io, lo ammetto, sono stato tra quelli che hanno seguito queste inutili corse degli omini mutandati e, pure ammettendo che il calcio mi sta come può starmi una tesi sull'habitat degli echinodermi, la mamma m'ha fatto gli occhi e io li uso per guardare. Senza preconcetti, ma osservo e poi faccio le mie considerazioni.
Abbiamo sbagliato due rigori, anzi, uno, ma la partita - o le partite, vuoi con l'Olanda, con la Romania o con chicche e sia, avrebbe detto Totò - avremmo dovuto averle in pugno sin dall'inizio. Se avessimo giocato meglio. D'altro canto, mi pare che anche il bravo Lippi abbia conquistato il titolo mondiale ai rigori ma ebbe solo più fortuna di Donadoni. Non che i nostri calciatori non sappiano giocare, perché di bravi ce ne sono: primo fra tutti Buffon, e poi Gattuso, Zambrotta, Grosso, Pirlo, Chiellini, Del Piero e altri ancora. Il fatto è che non sanno giocare tutti insieme e tra di loro manca l'intesa che c'è tra i giocatori di altre squadre. E tutte le volte che vedo giocare la Nazionale italiana penso la stessa cosa. Perciò la colpa non è di Donadoni, che senz'altro ha fatto il possibile per vincere, ma è del tipo di calcio che giochiamo da anni. L'avete vista, la Spagna, come si muoveva in campo? Con quale eleganza e sicurezza si passavano il pallone, come se tutto fosse stato previsto e organizzato con matematica precisione? Con abili triangolazioni si portavano la palla fino nell'area avversaria, e con tiri filtranti e insidiosi riuscivano a dare la zampata finale, quasi sempre inattesa e vincente. Ma le hanno viste, i nostri commissari tecnici, gli allenatori e gli stessi giocatori, le registrazioni delle partite di tutti questi anni?
È mai possibile che dalla nostra metà campo si debba depositare il pallone direttamente sui piedi o, ancora più difficile, sui lobi frontali di Toni, o di Vieri e di Inzaghi (quando c'erano loro), pensando che così possano segnare? Se ci pensate bene è soprattutto una questione di tempi: più il tiro è lungo, più tempo ci mette a giungere a destinazione e, oltre ad essere quasi sempre poco preciso, è anche facilmente prevedibile e intercettabile dall'avversario. Perché allora non tirare direttamente dagli spogliatoi o dalla biglietteria dello stadio? Prima o poi qualcuno riuscirà a prenderlo, questo pallone, ma intanto continueremo a perdere o a vincere per il rotto della cuffia.
Ah, se per caso qualcuno pensasse di affidarmi la direzione della Nazionale, mi dispiace ma non sono disponibile...
Francesco Dotti
mercoledì 25 giugno 2008
Accanimento terapeutico...
domenica 22 giugno 2008
Fiato alle pompe: corso accelerato di bidè
Ciò che mi appresto a raccontarvi, cari lettori, è un fatto che si ripete ogni anno, puntualmente all'arrivo dell'estate, ma dati i... tubi che corrono non mi meraviglierei affatto se si ripetesse anche gli anni venturi e, se il Comune da qualche anno naviga in acque tutto sommato abbastanza tranquille, lo stesso non si può dire per gli abitanti dei numerosi condomìni edificati nel popoloso rione a sud-est della città, nel quale io sopravvivo da quasi vent'anni.
Ecco i fatti.
Da alcuni giorni, inspiegabilmente verso le ore 15-15,30, i rubinetti della zona - con particolare riferimento a quelli di casa mia - iniziano a gorgogliare e, tra sbuffi, spruzzi e altri strani rumori, si rifiutano categoricamente di dare acqua: la pressione diminuisce a vista d'occhio, e poi più nulla!
Così mi immagino stoviglie insaponate, gabinetti da svuotare (per chi a quell'ora, per esempio, è solito deporre del proprio pranzo... tepidetta salma), dentiere gocciolanti a mezz'aria, sguardi perduti nel vuoto degli specchi e garbate frasi mormorate a pieni polmoni all'indirizzo di "quelli dell'acquedotto".
Io non lavo i piatti, per scelta, ma la dentiera sì, e per giunta proprio verso le 15-15,30, ahimè, mi capita di... deporre. Poi, dopo aver svuotato il vaso del gabinetto, uso anche il bidè. Per necessità. Che ci volete fare, ho questo vezzo.
Ora, dovete sapere che l'esecuzione di questo tipo di lavaggio in condizioni normali non è tra le più difficili, ma certamente non è neppure tra le più comode quando cala la pressione dell'acqua.
In pratica, si fa così: dopo la... deposizione, si assume la posizione classica detta anche “da bidè” e si dà inizio ad un acrobatico lavaggio "a pressione" delle proprie intimità, tappando tre dei quattro fori del maiolicato accessorio da bagno dai quali dovrebbe uscire il prezioso getto. Io uso il pollice della mano destra perché sono mancino, ma chi è destro può, all’occorrenza, usare indifferentemente il pollice della mano sinistra. Questo escamotage di solito mi consente di convogliare tutta l'acqua in quel momento presente all'interno della tubazione nell'unico foro rimasto libero, aumentando un po' di più la pressione.
Vent'anni di Sardegna, parafrasando De André, e tutti vissuti in appartamenti al 3° piano, non solo mi hanno fatto imparare il dialetto, ma mi hanno anche permesso di raggiungere un altissimo grado di conoscenza di qualsivoglia problema idrico e idraulico.
Una volta, esasperato, decisi di telefonare all'Assessore alle Acque Scomparse e ai Bidè Acrobatici per manifestargli i miei disappunti, quando improvvisamente un sospetto, anzi, due, si fecero strada nella mia mente: «O qualcuno ha chiuso l'acqua, oppure la pressione è talmente bassa che la massa fluida, in base al principio di Pascal, non si trasmette più in tutte le direzioni - soprattutto verso casa mia - con uguale intensità e, introducendo anche la variabile casuale bernoulliana, io, non a caso, sono praticamente fottuto!»
Così mi fiondai in strada e, inforcato Fulmine, il mio fedele cavallo d'acciaio a 21 rapporti giapponesi, con quattro pedalate ben assestate, evitando per un pelo un pulmino di operatori edili allo stop, mi recai a nuoto sul luogo del misfatto.
ORRORE!! Le strade della città, rotatorie sempreverdi comprese e loro immediate adiacenze, erano completamente allagate. Fu così che mi avvidi che oscuri fioristi-fontanieri addetti alla stazione di pompaggio avevano dato luogo a leggere umettazioni, usando tutte le risorse idriche del fiume Liscia affluenti del Po compresi, di alcune centinaia di ettari di terreno seminati a steppa, destinati a parcheggio ma definiti "aiuole", dove asfittici ramesticci e afilli cespuglietti solitamente da anni rampollano in intricatissimi ammassi di centrosperme e urticacee.
Dopo uno scambio di pareri con qualche curioso spettatore sull'operato del Servizio Alluvioni del locale acquedotto, decisi di interrompere personalmente gli spregiudicati zampilli chiudendo immediatamente i rubinetti.
Tornato a casa, potei finalmente terminare le abluzioni interrotte, e mio figlio, in un impeto isterico e dissipatore, osò farsi anche due docce!
Caro Assessore alle Steppe ed ai Semicupi Scomparsi, è mai possibile che simili annacquature, del resto necessarie, si debbano per forza eseguire a quell'ora del pomeriggio anziché, cosa vuole che Le dica, verso mezzanotte o le tre del mattino? Cosa cambia, in fondo, per un'ortica o per un ranuncolo avere la sua porzione d'acqua quotidiana con qualche ora di ritardo?
Se Marat fosse vissuto in questa città, probabilmente sarebbe campato molti anni di più. Infatti non avrebbe mai potuto riempirsi la vasca da bagno.
Con immutato affetto e metastorica stima, suo devotissimo
Francesco Dotti (acrobata & rabdomante)
sabato 21 giugno 2008
W le vacanze!
Abbiate pazienza, ma anche per me è scoppiata l'estate.
La stavo aspettando dall'anno scorso, insieme all'anticiclone delle Azzorre (che non sono le sorelle di Zorro che lo precedono con una grossa bicicletta, mentre lui le segue a cavallo...).
Così, da qualche giorno, complici le belle giornate di sole e l'azzurro mare della Sardegna, ho deciso di godermi quest'inizio d'estate come si deve. Fa caldo, dunque, e nel mio studiolo dove confeziono le fesserie che vi racconto anche di più. I "macchinari" che utilizzo si surriscaldano e, credetemi, rendono questo loculo insopportabile e veramente inospitale.
Perciò, se nei prossimi giorni non doveste vedere pubblicati con una certa regolarità i prodotti della mia inesauribile verve e fantasia, non rammaricatevi. Gioite, invece. Perché mi sarà dolce il naufragare in questo mare, sdraiato su qualche bianca lingua di sabbia o immerso fino al collo nelle fresche e ancora limpide acque di quest'isola, a pensare a voi che mi onorate con le vostre visite e alle cose che ancora mi dovrò inventare nei prossimi mesi. Grazie e a presto (ogni tanto).
In fondo, la Sardegna è bella. Se sei un nuraghe...
Francesco
Obama musulmano?
Leggo in giro che c'è sempre più gente pronta a dar credito a pettegolezzi e a malignare sulla presunta fede religiosa del senatore Barack Obama.
Queste voci malevole, ora sovralimentate anche dal secondo nome (Hussein) che si dice porti il senatore, sono talmente insinuanti da averlo messo a disagio - così ho letto - davanti a persone di fede musulmana presenti a un suo comizio elettorale a Detroit.
Io non conosco la Costituzione americana, ma immagino che considerata l'elevata presenza negli Stati Uniti di Arabi e di Musulmani e dichiarandosi l'America patria della libertà e della democrazia - anche se talvolta esportate usando metodi piuttosto spicci -, essa Costituzione preveda tra le sue leggi anche la libertà di culto.
Perciò lasciamo perdere le "voci" sulle presunte simpatie religiose di Barack "Hussein" Obama e facciamolo lavorare in pace, anche quando lungo il tragitto verso la presidenza dovesse incontrare velate simpatizzanti o turbantati sostenitori, senza imbastire - a parte qualche scontata battuta di spirito - ulteriori fantasie sui suoi nomi.
Io, per esempio, tra i miei vecchi amici d'infanzia, annovero addirittura due "Benito" e un "Adolfo", e vi giuro che non hanno mai fatto del male a nessuno...
Francesco Erode Dotti
domenica 15 giugno 2008
SILENZIO, magistrati!
venerdì 13 giugno 2008
Intercettazioni
Mi dispiace, non ho saputo resistere. Ho un amico che fa la spia telefonica di professione e mi ha passato un'intercettazione che non posso fare a meno di pubblicare. So che non si può, che forse mi costerà il blog, ma la notizia è troppo ricca perché me la faccia sfuggire.
L'altra sera questo amico era in ascolto, come sempre, e sentite un po' cosa ha captato con le sue microspie satellitari a raggi ultravioletti.
I nomi, naturalmente, sono di fantasia.
Ugo: "Ciao. Sei solo in casa?"
Pasquale: "Sì"
Ugo: "Puoi parlare liberamente?"
Pasquale: "Dipende... mia moglie ora è uscita, ma se lo viene a sapere che faccio queste cose sono dolori... sai com'è..."
Ugo: "No... perché... ti volevo chiedere... per quella cosa, sai... che abbiamo detto l'altro giorno ai giardinetti..."
Pasquale: "Ah!... Ma lo sai che domenica dobbiamo andare da sua madre... perché, tu non la puoi fare? Tanto di mattina presto non c'è mai nessuno in giro... chi vuoi che ti veda?"
Ugo: "No... cioè... veramente ho chiesto... ma Tonino (altro nome di fantasia, ndr) mi ha detto che non ha potuto far nulla, e così tocca farlo a noi..."
Pasquale: "Quindi, per quella roba che gli dovevano mandare dalla Corea... ancora nulla?"
Ugo: "Eh no!..."
Pasquale: "E allora... porca zozza impestata... domenica come facciamo?"
Ugo: "Nulla... ma tu, volendo, hai dove metterli se li troviamo?"
Pasquale: "Sì... ho un contenitore coi buchi... dice Tonino (sempre lo stesso di prima, ndr) che va bene... poi perchè non si senta l'odore basta metterci del sale. Dice che si conservano anche meglio"
Ugo: "Ok. Allora ci penso io?"
Pasquale: "Va bene. Tanto anche se per una volta usiamo i lombrichi invece dei coreani... Ci vediamo domenica alle sei, sul molo. Ti aspetto sulla barca. Ricordati i vermi... ohé, non fare il pirla come l'altra volta! Ciao!"
Ugo: "Ciao!"
Telefono di Pasquale: "Click!"
Telefono di Ugo: "Click!"
Francesco Lupin Dotti
giovedì 12 giugno 2008
Bush: saluti romani
Come farà, George Walker "Cespuglio" Texas quando tra un po' di mesi perderà il "suo" mondo? E cosa farà, il tapino, durante i noiosi pomeriggi da baldo condottiero finalmente a riposo?
Sterminerà i lombrichi filo-musulmani in giardino a colpi di lanciagranate, dopo averli cosparsi di trizio? Farà il pilota di missili Cruise? Riempirà di naftalina intelligente i cassetti dell'armadio per combattere le tarme talebane? Oppure alleverà pirañas nella vasca da bagno dopo averci messo a mollo la foto di Bin Laden passata al microonde?
In ogni caso, cari i miei deuterici utenti, in attesa di una guerra perfetta questa volta portata avanti a colpi di bigné al cioccolato e cannòli di pasta frolla alle mandorle sfiziose, vi saluto perché tra un po' ho un appuntamento con un generale pasticcere.
Finalmente! Dopo tanti generali pasticcioni...
Francesco Millefoglie Dotti
martedì 10 giugno 2008
Malasanità
Tra le qualità più nobili dell'Uomo che lo pongono al di sopra di tutti gli altri essere viventi, ci dovrebbero essere - il condizionale, mai come in questo caso diventa obbligatorio - l'altruismo, la generosità, la solidarietà. Questi valori, insiti nell'animo umano e opposti alla speranza di ottenere premi, riconoscimenti o peggio ancora denaro, dovrebbero, a maggior ragione in un medico, farlo sentire una creatura diversa da una bestia. Perciò, quando stamani le pagine di molti quotidiani riportavano l'ennesimo caso di "malasanità" in cui è saltato fuori che alcuni medici operavano solo per ottenere più soldi dalla Regione gonfiando i rimborsi, se le accuse dovessero risultare fondate, Ippocrate, e con lui tutti gli altri Benefattori dell'Umanità da San Vincenzo de' Paoli a Fiorenza Nightingale, da Enrico Dunant a Edoardo Jenner - solo per citarne alcuni - si saranno rivoltati più d'una volta nella tomba. Primari, dirigenti sanitari, chirurghi ed altre eminenze arrestati con l'accusa di omicidio volontario e l'altra, più infame e infamante, d'aver lucrato per anni sulla sofferenza altrui deludendo speranze e infrangendo illusioni. Per una manciata di soldi. Per trenta denari in più. Vergogna! Tutte persone "perbene", che hanno studiato: laureati, professionisti specializzati per i quali la morale, l'etica professionale dovrebbero venire prima di qualunque altra cosa. Soprattutto prima dei soldi. Vergogna! Se alla fine tutto venisse confermato, persone del genere dovrebbero restare in galera per il resto dei loro giorni.
Eppoi, si butti via davvero la chiave!
Francesco Dotti
domenica 8 giugno 2008
Nouvelle cuisine
Fanno pensare, e preoccupano, le fiammeggianti dichiarazioni del presidente iraniano Mahmoud Ahmadinejad a proposito della "sparizione" dello Stato d'Israele.
E bene hanno fatto le autorità italiane e il Vaticano a non volerlo incontrare. Come penserà di cucinarli, gl'Israeliani, questo novello chef de cuisine: a fuoco lento o, più raffinatamente, al plutonio-berillio? Io spero solo che non gli venga il desiderio di bombardarmi il blog.
Se lo facesse, come passerei, da pensionato indigente, le mie giornate uggiose?
Francesco Protone Dotti (fisico nucleare & carrozziere)
Se lo facesse, come passerei, da pensionato indigente, le mie giornate uggiose?
Francesco Protone Dotti (fisico nucleare & carrozziere)
sabato 7 giugno 2008
Bistecca
L'ho soprannominato "Bistecca" - ma poteva anche andar bene Braciola - per quella fetta di carne che, ogni volta che si addormenta, gli penzola dalla bocca. Eppure, non ci crederete, ma involontariamente sa anche rendersi utile. Infatti, io che lo so, quando vedo che si è comodamente acciambellato da qualche parte e mi accorgo che sta per addormentarsi, vado a prendere di corsa la corrispondenza da spedire.
E naturalmente anche i francobolli da attaccare. Chi se la perde una spugnetta così?!
lunedì 2 giugno 2008
Diario minimo
Stamani mi sono svegliato e ho scoperto di essere più saggio di quanto pensassi. Me ne sono accorto quando mi sono infilato lo stesso calzino su due piedi diversi e ho detto: basta con le guerre! Perché anche le guerre inquinano: le bombe che scoppiano, i pozzi petroliferi in fiamme e il prezzo del cormorano al barile che aumenta.
Poi, quando mi sono accorto che anche oggi piove e che il tempo è stato di merda per tutto il mese di maggio e che siamo a giugno e che a giugno gli altri anni andavamo già al mare ed eravamo abbronzati come marocchini, a mezza voce ho aggiunto: è colpa del buco nell'ozono! Dall'altra stanza, mia moglie, come me esperta ecologista e massaia irreprensibile, mi ha subito risposto: ma se te l'ho rammendato proprio ieri! Quando le ho detto che parlavo del buco nell'ozono e non nel calzino, mi ha dato ragione convenendo con me che "non ci sono più le mezze stagioni". Anzi, che non ci sono più neanche le stagioni. Così, per non sentirci tristi e inutili, abbiamo preso l'ombrello e siamo usciti sotto la pioggia.
Francesco Dotti (triste)
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