venerdì 1 aprile 2011

Berlusconi a Lampedusa

E' proprio vero: se Berlusconi non ci fosse, bisognerebbe inventarlo. E quello inventato non verrebbe mai bene come quello vero. Per questo, a Lampedusa lo aspettavano tutti con ansia: "Chissà che dirà... chissà che farà...", si chiedevano i lampedusani non appena si è sparsa la voce della futura visita del premier. 
E infatti, il Cav non ha deluso nessuno: "Vi farò questo e quello, e se non vi basta vi farò quell'altro, e anche di più!" diceva, distribuendo sorrisi e strette di mano a destra e a manca, saltando da un predellino all'altro come un grillo.
Ha iniziato promettendo di svuotare l'isola dai migranti in quattro e quattr'otto, poi che avrebbe comprato tutta la flotta tunisina così chi vorrà emigrare sarà costretto a farsi la traversata a nuoto, che avrebbe piantato alberi, ridipinto case, costruito strade, comprato ville, eliminato le tasse, messo su un casinò (l'accento, visti i tempi, è d'obbligo...) e ancora che, dopo aver unito il ponte di ferragosto con quello di ognissanti, passando per quello di Messina, per allungare la stagione turistica compromessa, avrebbe addirittura insignito l'isola di un premio Nobel. 
Infine, una volta pensionato e abbandonata la politica, con una strizzatina d'occhio ha confidato che sarebbe diventato lampedusano e si sarebbe dato... all'ittica mettendosi in proprio. 
Insomma, neanche gl'invidiosi Bersani e Di Pietro avrebbero saputo far di meglio!

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