venerdì 20 settembre 2013
Comuni senza stipendi
Quando si parla di navi e di recuperi quasi impossibili, il nostro pensiero va subito alla "Concordia", salvata dalle tirreniche acque da un manipolo di intrepidi che hanno lavorato come matti per non fare più danni di quanti ne abbia fatti lo sciagurato "inchino" di schettiniana memoria. E ce l'hanno fatta. Urrah!
Ma quando invece si parla di un'altra "concordia", e cioè quel sentimento conforme all'armonia di accordi tra chi ha opinioni diverse, e le manifesterebbe anche se gli fosse consentito, tuttavia costretto a prostrarsi in ben altri vergognosi inchini pretesi dai rigidi protocolli europei, ecco che il pensiero corre subito al nostro Paese, a chi lo governa e, soprattutto, a chi è governato.
Già, perché le notizie, come le spese pubbliche, corrono. In molti Comuni italiani, per esempio, se entro domenica (e non l'anno prossimo) non si trovano i soldi persi con l'Imu non si potranno pagare gli stipendi ai dipendenti.
fonte: http://www.lastampa.it/2013/09/20/italia/politica/i-comuni-soldi-o-stipendi-a-rischio-wPq7lHl9z2qFDRMxcNvdLN/pagina.html
Tutto ciò malgrado le nuove nomine senatoriali "napolitaniche", gli stipendi nababbeschi dei numerosi manager pubblici e di tutto il resto dei riccastri del potere che, unendo il futile al dilettevole, continuano a spassarsela alla faccia nostra, del Pil e del debito pubblico.
Una prece.
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Speriamo di no! Caro Francesco.
RispondiEliminaSiamo messi male si!!! ma io spero sempre! Ciao e buona serata, amico.
Tomaso
Anch'io vorrei sperare che non andasse a finire così, ma i fatti rischiano di darmi torto, caro Tomaso.
RispondiEliminaBuon fine settimana e... viva la Svizzera!
Francesco
Ciao Francesco, per fortuna che le tue vignette fanno sorridere pur leggendo cose del genere di quella da te descritta. Una volta si mirava al posto stabile in Comune, Provincia o Regione, ma sembra che oggi non sia più sicuro neanche questo. Qui in Francia la gente comincia ad agitarsi anche perché sono arrivate le cartelle delle tasse e non ti dico la batosta. Perderei troppo tempo a spiegare il meccanismo francese per le imposte e tasse, quindi credimi sulla parola.
RispondiEliminaIo normalmente sono un ottimista, ma comincio ad avere dubbi sul futuro dell'Europa. Credo però anche che bisogna risolvere il problema restando sul carro. Se si scende si verrebbe subito attaccati dalla finanza mondiale che approfitterebbe della debolezza. Un caro saluto.
Caro Elio, grazie per la visita!
RispondiEliminaSapessi però quanto m'incazzo mentre disegno le vignette! Non te lo immagini neppure.
Il posto stabile ora lo trovi solo alla mensa della Caritas. E meno male che ci sono loro. E la gente fa bene ad agitarsi, e più passa il tempo e più si dovrebbe agitare. Chissà che non si rendano conto che la fune è prossima a spezzarsi. Ormai credo che siano in pochi a voler restare in Europa, tanto più che l'unione di popoli così diversi tra loro per storia e cultura e che si sono combattuti per secoli non è stata fondata sui principi etici di una coesistenza disinteressata e solidale ma su basi esclusivamente speculative. L'Italia, poi, fa storia a parte per la dilagante corruzione e il secolare malaffare che vi regnano sovrani.
Io sono più pessimista di te e se potessi scappare lo farei domani stesso. Ma non posso perché non ho le risorse sufficienti per farlo. Se però avessi anche una trentina d'anni di meno, anche senza una lira, stai tranquillo che di me non resterebbe neppure l'ombra!
Un caro saluto e a presto rileggerti,
Francesco