mercoledì 25 maggio 2016

Città e degrado





Stamani ho ripreso a svegliarmi con una discreta incazzatura. Era un bel po' che non mi capitava. Sarà per colpa del tempo, ancora indeciso nonostante la stagione, oppure per quello che c'è nell'aria e che si respira quando senti le notizie, annunci "renziani" compresi. Comunque mi sono svegliato incazzato.
Mi riferisco alla politica e agli annunciati cambiamenti, che però lasciano presupporre che tutto resterà come prima. Ai quali aggiungo quello che vedo in giro sempre più spesso, e che ormai sembra non fare più alcun effetto. Intanto, alcuni milioni di persone saranno presto chiamate a votare per i consigli comunali e i sindaci, ma dubito che ai seggi ci andranno tutti. Forse è un segno. Che sia perché la gente comincia a essere stanca di chiacchiere e promesse? Eppure, se leggi gli slogan - i soliti, idioti e scontati "pensierini"- che scrivono sui "santini", tutti sono pronti a "voltar pagina", tutti ti daranno una "città migliore", tutti promettono "competenza" e "futuro diverso", mentre c'è ancora chi dice "ci metto la faccia", evitando però il culo, perché di questi tempi non si sa mai... 
E mentre per gli esseri umani è facoltativo e ognuno è padrone di spendere i propri soldi come crede rifacendosi le tette o il culo, per gli amministratori pubblici non dovrebbe essere così. Essi hanno l'obbligo di spendere, nel miglior modo possibile, i nostri soldi, quelli che paghiamo con le tasse, ma senza "rifarci il culo" come spesso avviene, quando non espressamente richiesto. D'altra parte, le foto parlano da sole e ognuno di voi le commenterà come gli pare.
E' chiaro che ci vorrebbe più controllo da parte dei vigili urbani, con multe salate agli "zozzoni", magari sanzionandoli con pene accessorie del tipo che la domenica mattina ti vengo a prendere a casa alle cinque di mattina con rastrello & ramazza, e insieme ai tuoi amici di bagordi della sera precedente ripulisci dove hai sporcato. Non chiediamo molto, ma almeno che le leggi che ci sono, tante, troppe, vengano perlomeno applicate.
Immagini simili, quelle che vi mostro di una casetta per l'avvistamento degli uccelli nel Parco di Molentargius data alle fiamme da qualche bischero che non ha capito nulla del vivere civile, oppure quelle di una città i cui marciapiedi sono ridotti nelle condizioni che vedete, o dell'immondizia abbandonata e accatastata ai lati di un campo sportivo, fanno rivoltare lo stomaco e chiedono giustizia






Quando andavo a scuola, ricordo che tra le altre materie ce n'era una: l'Educazione Civica, da noi ragazzi ritenuta di secondaria importanza rispetto, per esempio, all'aristocratico Latino o all'incomprensibile Matematica. Ebbene, in quel periodo ho imparato alcune regolette che mi hanno accompagnato nel corso della vita e che oggi, purtroppo, anche perché l'Educazione Civica non viene più insegnata, appaiono lontanissime e quasi dimenticate.
Alcune di queste riguardano proprio il "mestiere" di cittadino al quale, come appartenente al popolo sovrano, sono affidati, tra le altre cose, il controllo della cosa pubblica e l'operato di coloro che alla cosa pubblica sono delegati: ovvero dall'ultimo amministratore dello Stato fino al Presidente della Repubblica. Il "mestiere" di cittadino si dovrebbe insegnare soprattutto nelle scuole e dovrebbe continuare all'interno della famiglia di appartenenza, per poi essere sperimentato e accresciuto nel vivere quotidiano, con i nostri simili. Siccome ciascuno di noi ha il dovere, oltre che il diritto, di rendersi utile alla società nella quale è inserito fin dalla nascita, alla fine della giornata, invece di guardare solo ai nostri interessi, dovremmo chiederci che cosa abbiamo fatto per la collettività e se lo abbiamo fatto bene.
Per esercitare questi diritti-doveri, disponiamo in primo luogo della Costituzione che, oltre a tanti utilissimi principî, all'art. 21 dice che "Tutti possono manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, con lo scritto e con ogni altro mezzo di diffusione";
all'art. 2, che "La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'Uomo, sia come singolo sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei lavori inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale";
all'art. 3, che "Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. È compito della Repubblica rimuovere gli ostacoli di ordine economico e sociale, che, limitando di fatto la libertà e l'eguaglianza dei cittadini, impediscono il pieno sviluppo della persona umana e l'effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all'organizzazione politica, economica e sociale del Paese";
all'art. 9, che "La Repubblica promuove lo sviluppo della cultura e la ricerca scientifica e tecnica. Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione";
e poi ce ne sono tanti altri, tutti belli e utili, alcuni dei quali, forse, cambieranno con la futura riforma. Ammesso che venga approvata...


 
E poi c'è l'immondizia scaricata ai margini di un campo sportivo, sotto gli occhi di quei ragazzi che lì tutti i giorni vanno a giocare, e che nessuno rimuove. Perché lasciandola dove si trova, pensateci, si corre il rischio che si abituino a simili vergogne credendole addirittura "normali". Per non parlare dell'eternit, anch'esso a rischio "normalità", da me più volte fotografato e ancora lì dove si trova addirittura dallo scorso mese di gennaio. Quando si decideranno a toglierlo?







 
Così viene da chiedersi se davvero ci vorrebbe un imprenditore romagnolo, o arabo, o russo, o di dove volete voi, per fare le cose meglio, oppure andrebbero bene anche degli amministratori locali? Io, piuttosto che cedere ad altri di fuori un patrimonio di tale bellezza, preferirei centomila volte degli amministratori sardi, del luogo, però seri e motivati e che avessero veramente a cuore le sorti dei propri concittadini e della propria Terra. Quella dove sono nati e cresciuti, e dove vivono tutti i giorni. Se poi la gente si stufa e non va più a votare, cari amministratori, non lamentatevi e non chiedetevi neppure il perché: la colpa è solo vostra.




2 commenti:

  1. Il lamento sulla disaffezione alla politica e sulla scarsa partecipazione al voto è, a mio parere, un falso demagogico e populista. Meno gente vota, più probabilità hanno lorsignori di essere eletti, dato che si votano fra di loro, e meno responsabilità hanno nei confronti di fantomatici (per non dire inesistenti) elettori.

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  2. Sono d'accordo con te. Alla fine si votano tra sodali e gli va bene lo stesso. E anche se pigliano meno voti dai "sovrani", gli restano comunque quelli dei "sudditi".
    Quello che è triste, pensandoci bene, è che non sai più a chi darlo il tuo voto. L'unica speranza potrebbe essere rappresentata dai "nuovi": quelli che non hanno mai governato, come i 5Stelle. Ma nel caso di Roma, per fare un esempio "difficile", saranno all'altezza di poterlo fare? Glielo auguro, anche se ho i miei dubbi.
    Sai come la penso sul futuro del Paese e sulle tinte fosche che lo avvolgono. E' solo questione di tempo...
    Nei giorni scorsi ero a Olbia da mio figlio e dal nipotino.
    Un caro salutone e grazie per avermi fatto visita!
    Francesco

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