giovedì 22 novembre 2007

A.A.A. Testimone oculare cercasi



Nell’insieme delle attività produttive come fenomeno sociale, la nuova professione del testimone oculare® richiede serietà e competenza

La nostra storia ha origini prettamente italiote in quanto le strade di molte città del Belpaese, si sa, sono letteralmente disseminate di buche di ogni profondità e dimensione. In certi casi, come per l’alpinismo, si potrebbe parlare addirittura di “gradi” di difficoltà! Capita spesso, quindi, che qualche malcapitato viaggiatore, malgrado nella sua carriera di utente rotomunito abbia più volte tentato di acquisire l’esatta topografia di queste subdole insidie stampandola nella memoria, prima o poi vi incappi e ineluttabilmente vi finisca dentro, con le conseguenze che molti di noi conoscono. Ed è proprio quanto tempo fa è successo ad un attempato signore - il cui nome per pyetà e privacy omettiamo -, che una calda domenica di luglio, al ritorno dal mare, complici la distrazione, il sole negli occhi e magari la sciocca presunzione delle proprie capacità mnemoniche, finì con una ruota dell’automobile dentro uno di questi “trabocchetti”. Dopo i primi attimi di comprensibile smarrimento, seguiti da una impercettibile enfiagione epatica, scese per verificare l’entità dei danni e pensò bene di perpetuarne l’immagine nei particolari più minuziosi. Agguantata dunque la fedele macchina fotografica, che per l’occasionale gita aveva seco recato, scaricò più di mezzo rullino sul corpo del reato inquadrandolo da tutte le angolazioni: macchina con buca; primo piano di buca senza macchina; mezzo busto della moglie con un ciclista di passaggio finito nell’inquadratura; campo lungo con buca, macchina, ruota e panorama circostante (per consentire un’immediata identificazione della zona del misfatto); “piano americano” di buca singola con ruota; “trequarti” di sola ruota con buca singola; macchina di fronte con targa, ruota, moglie e buca.
Avrebbe voluto farsi scattare dal cicloturista anche una foto di gruppo con la moglie, la macchina e la ruota tutti dentro la buca, ma egli, ahimè, era già scomparso pedalando all’orizzonte. Tornato a casa, il giorno stesso scrisse una bella lettera indirizzata al sindaco ed agli altri organi competenti in buche & affini, e il lunedì seguente andò dal gommista di famiglia per una stima dei danni subìti, facendosi rilasciare un preventivo di spesa. Confezionò il tutto e, come prescritto, presentò il plico all’ufficio protocollo in attesa di una risposta. Pochi giorni più tardi il postino recapitò al nostro incauto utente della strada una raccomandata del Comando dei Vigili Urbani i quali confermavano, in seguito al sopralluogo effettuato, che la buca c’era e che verosimilmente poteva essere stata la causa dei danni che lui affermava di aver patito, ma che di questi ultimi si sarebbe occupata l’assicurazione convenzionata con il Comune.
Nel frattempo le ferie estive erano alle porte, il richiamo del sole e delle spiagge erano troppo forti e irresistibili per vagabondare inutilmente tra le burosaurocrazie comunali e poi, non dimentichiamolo, girare in macchina d’estate per le città di mare è come pretendere di entrare in un supermercato a fare la spesa con un TIR. Quindi, l’attempato signore pensò che se avesse rimandato di qualche giorno il suo reclamo non sarebbe stata la fine del mondo. Credendosi munito dei sufficienti conforti (trascurando quelli religiosi, ritenuti superflui), si recò negli uffici della compagnia assicuratrice e qui scoprì amaramente di non essere dotato di un “testimone” regolamentare ma, soprattutto, “oculare” che, ahimè, nella sua sciagurata gita marina aveva omesso di portare con sé. Niente testimone, niente pagamento dei danni, sentenziò grave il perìto della compagnia. Così, da quel giorno, pensò di adottarne uno.
In fondo, c’è chi ha un cane o un gatto o la badante; e allora, che male c’è ad avere un testimone? Perciò, fai come quel signore: adotta anche tu un “testimone oculare®”, non si sa mai...
Francesco Dotti

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