sabato 21 gennaio 2012

La rivolta dei Forconi



Era nell'aria, da tempo. Così - ma sembra che non si limiterà solo alla Sicilia -, una vibrata protesta sul genere dei "Forconi" prima o poi c'era da aspettarsela. 
La gente è stanca, e non ce la fa più a tirare avanti strangolata com'è dalle tasse e dai rincari, mentre dall'altra parte continuano gli sprechi, e i costi della pubblica amministrazione e dello Stato si tagliano solo a chiacchiere.
E' arrivato, dunque, il momento di liberare la tavola, cominciando dalle "forchette" di chi finora ha pensato solo a mangiare, per apparecchiarla coi forconi di chi invece è da sempre rimasto a bocca asciutta? 
Se così fosse, sappiamo che era inevitabile e che in qualche modo se la sono cercata. Perché anche gli annacquati decreti "tecnici", se non si decidono a colpire veramente quelli che i soldi ce li hanno ma non vogliono tirarli fuori, serviranno a ben poco. 
Gli economisti tutti d'un pezzo, imposti da Napolitano ma supportati anche da quella politica in tutto o in parte responsabile dello sfascio del nostro Paese, invece di arrampicarsi sugli specchi di teorici studi di economia domestica sarebbe opportuno che provassero per un po' a calarsi nella realtà quotidiana di chi è costretto, da loro, a tirare la carretta col poco che ha. 
Per quanto riguarda, poi, le voci e i sospetti sulla presunta "dirigenza" mafiosa della protesta, credo che fino a prova contraria potrebbero anche essere stati messi in giro per privare di efficacia la contestazione e lo stesso Movimento che ne è a capo, rendendoli così malvisti agli occhi della pubblica opinione per vanificarne il senso e il fine. Ora vedremo, se la protesta dovesse estendersi anche ad altre regioni, se diranno la stessa cosa. 
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