(...) "Calamità naturali, siccità, disoccupazione, fermenti e malcontenti (...) l'alto costo dei trasporti penalizza il commercio e l'esportazione (...) il potere politico e amministrativo continua a dipendere dal governo centrale e dall'esosità delle sue imposizioni (...) le condizioni di sviluppo sono al di sotto della media europea (...) un fenomeno dovuto più che altro agli scarsi mezzi di acquisto che di conseguenza contraggono i bisogni: la gente si accontenta di quel poco che ha, non segue le mode e la scarsa circolazione di moneta dovuta alla povertà riduce l'economia a un puro scambio di valori essenziali, cioè al baratto. Per sedare i malcontenti e arrestare i "sovversivi", vengono inviate le Forze dell'ordine (...) le proteste scomode di alcuni parlamentari sono spesso ritrattate per non compromettere il loro seggio alle Camere, e i collegi elettorali, affidati a inetti ma influenti personaggi locali, per nulla determinati e battaglieri nel formulare le loro istanze ma preoccupati esclusivamente di favorire personali interessi, ottengono solo qualche modesto intervento (...) alcune commissioni di studio opportunamente istituite si incaricano di portare avanti fantomatici "piani di rinascita", che regolarmente e per motivi diversi si perderanno per strada (...) spesso senza tener conto dei modelli di vita, delle tradizioni e delle origini contadine di un popolo che non ha vocazioni tecnologiche e, invece di favorire e incrementare l'iniziativa locale, danno origine a un nuovo tipo di "colonialismo" che favorisce organizzazioni ramificate e potenti holding attirate da agevolazioni fiscali e dal basso costo della manodopera locale (...) in una situazione di continua dipendenza da capitali e investimenti provenienti dall'esterno che concorrono al depauperamento e allo sfruttamento del prodotto sociale" (...)
Ecco, con questo collage di alcuni pezzulli che analizzavano le condizioni di un'Italia del "boom economico"(?) a cavallo tra gli anni Cinquanta-Settanta, scritti tempo fa e riesumati per l'occasione, il mio pensiero va all'Ilva di Taranto, all'Italsider, ai "poli chimici e industriali" e a tutte quelle "cattedrali nel deserto" mascherate da progresso costi-quel-che-costi che asfissiano di furani, diossine e policlorobifenili la gente del Sud e delle Isole. E ai loro operai e alle loro famiglie. Naturalmente con la colpevole complicità di uno Stato, cieco e sordo, che non ha mai tenuto in debito conto gli squilibri, soprattutto sociali, e le differenze di sviluppo tra le zone interessate dal fenomeno, e che ora si ribella davanti alle inchieste giudiziarie.
E prima, dov'era?
Per arrivare alla Sardegna, da secoli "terra di conquista", dove l'"Editto delle chiudende", istituito nel 1820, abolito dal 1833 e perfezionato tre anni dopo, lo si è reintrodotto in qualche modo ai giorni nostri, soprattutto lungo le coste, con gli espropri per "necessità turistiche", "private" o "istituzionali", che di fatto ne impediscono liberamente l'uso pubblico se non dietro esborso di odiosi balzelli che Stato, Comuni e privati spesso richiedono.
Quando addirittura lo vietano, l'uso pubblico.
Siamo forse tornati al feudalesimo?
Ecco, con questo collage di alcuni pezzulli che analizzavano le condizioni di un'Italia del "boom economico"(?) a cavallo tra gli anni Cinquanta-Settanta, scritti tempo fa e riesumati per l'occasione, il mio pensiero va all'Ilva di Taranto, all'Italsider, ai "poli chimici e industriali" e a tutte quelle "cattedrali nel deserto" mascherate da progresso costi-quel-che-costi che asfissiano di furani, diossine e policlorobifenili la gente del Sud e delle Isole. E ai loro operai e alle loro famiglie. Naturalmente con la colpevole complicità di uno Stato, cieco e sordo, che non ha mai tenuto in debito conto gli squilibri, soprattutto sociali, e le differenze di sviluppo tra le zone interessate dal fenomeno, e che ora si ribella davanti alle inchieste giudiziarie.
E prima, dov'era?
Per arrivare alla Sardegna, da secoli "terra di conquista", dove l'"Editto delle chiudende", istituito nel 1820, abolito dal 1833 e perfezionato tre anni dopo, lo si è reintrodotto in qualche modo ai giorni nostri, soprattutto lungo le coste, con gli espropri per "necessità turistiche", "private" o "istituzionali", che di fatto ne impediscono liberamente l'uso pubblico se non dietro esborso di odiosi balzelli che Stato, Comuni e privati spesso richiedono.
Quando addirittura lo vietano, l'uso pubblico.
Siamo forse tornati al feudalesimo?
Ottimo tutto con post seri rallegrati dalle tue vignette dietro le quali noto una continua contestazione della politica pos berlusconiana. Ho l'impressione anch'io che ci sia solo una diversa apparenza, ma che poi tutto sia rimasto come prima. Ciao Francesco e buona settimana.
RispondiEliminaCiao Elio, tutto bene? Qui si muore dal caldo, addirittura da due mesi. E va via anche la voglia di andare al mare, tanto fa caldo anche lì!
RispondiEliminaCosì passo le giornate a leggere, sentire un po' di radio e a cazzeggiare in giro per casa, fino a quando non mi abbandono, annoiato e sudato, sulla mia sdraio preferita e lì... mi cade la palpebra...
Per il resto, c'è poco da dire: bisognerebbe rimpastare tutto.
Il Creatore dovrebbe scendere tra noi e dire: "Ragazzi, abbiate pazienza ma ho sbagliato tutto! Quel giorno, quando vi ho fatto, chissà a cosa pensavo... Ma ora rimedio subito: Zac!"
Un fulminone, tre o quattro tuoni e tutto in fumo. E così sparisce anche il debito pubblico.
Chissà che il prossimo 21 dicembre, Maya permettendo, non sia davvero così...
Un caro saluto, grazie per la visita, sempre gradita, e buona settimana anche a te,
Francesco
Ciao carissimo, solo un saluto veloce, domani saremo in volo per Dublino, ci accompagna Anna mentre Sara ci aspetta con ansia, è il suo regalo per i genitori che invecchiano da 'soli' nella grande casa... Paolo è a Tokio! Rientreremo sabato 1 settembre. Spero che tu e famiglia stiate bene, accogli comunque un augurio sincero per i vostri giorni. Un abbraccio e alla prossima. Luigi.
RispondiEliminaCarissimo Luigi, bentornato!
RispondiEliminaGrazie per i saluti, anche se veloci, graditissimi. Trascorri delle serene e belle vacanze, insieme ai tuoi cari, e soprattutto divertiti.
Ce n'è bisogno.
Noi, benino. Non conviene esagerare. Un amico, quando lo incontravo e gli chiedevo come stava, mi rispondeva: "Quasi benissimo!"
Forse perché è un professore di Filosofia...
Un abbraccio anche a te e a tutta la Famiglia, e un saluto affettuoso da Francesco