sabato 15 dicembre 2012

Uscire dalla crisi


 

L'altra mattina, come spesso accade tra pensionati nullafacenti e scoglionati, mi sono soffermato a parlare con alcuni colleghi davanti all'edicola sotto casa. La conversazione, che era partita dai vecchi ricordi di gioventù, è subito approdata ai nuovi acciacchi della vecchiaia passando per il blocco delle pensioni e lo sblocco dei ticket sanitari. Poi, stimolata dai titoli delle prime pagine dei quotidiani, è andata inevitabilmente a cadere sui vari argomenti ivi trattati: dalla caduta del governo tecnico agli improbabili successori alle prossime elezioni; dai decreti fiscali alle tasse da pagare per restare in Europa; dai marò trattenuti in India al boicottaggio per rappresaglia della cucina indiana - in testa il riso con l'anacardi e il cardamomo del Kerala. Per concludersi, infine, discettando sulle notizie di cronaca, sempre più nera, e sul prossimo Natale, ahimè sempre più povero.

"Ogni giorno una sparatoria, uno strangolamento, un accoltellamento... ma che razza di mondo è? Dove andremo a finire?"Diceva Giulio, il più sanguigno del gruppetto, con gli occhi quasi fuori dalle orbite.

"Senza contare chi, senza lavoro e stipendio, magari pieno di debiti, si ammazza perché non ne può più!" Aggiungeva tristemente Alberto, il cui cognato artigiano si è impiccato meno di una settimana fa perché ha dovuto chiudere il negozietto da idraulico che mandava avanti insieme al figlio cassintegrato.

"E' come se lo sconforto e la disperazione fossero improvvisamente calati sulla società, risvegliandone quegl'istinti primordiali da tempo sopiti e aumentandone di conseguenza l'aggressività, verso gli altri e verso se stessi..."Diceva Roberto, anatomoantropologo sociale, quasi a giustificare tali comportamenti.

In effetti, se ci pensiamo bene, siamo arrivati al punto in cui le

pressioni esterne del vivere quotidiano sono diventate insormontabili e, soprattutto, pare non lascino alcuna via d'uscita per quanto riguarda il futuro di ognuno di noi.

"A questo punto, si sta meglio in galera. Almeno non devi pagare l'affitto, le tasse, i debiti della banca, il mutuo e tutto il resto. Se vuoi dormire dormi, se vuoi leggere leggi, se vuoi lavorare lavori, e la televisione la guardi gratis perché il canone te lo paga lo Stato. E poi, se ti va bene, la pena la sconti in un convento. Questa sì che è vita! Quasi quasi..." Concludeva tagliando corto Fernando, che non ha mai avuto un buon rapporto con la suocera intrigante e velenosissima, alla quale, in varie occasioni e davanti a testimoni, ha minacciato apertamente di allungare il collo e accorciare la vita. Tanto per tirare in ballo le suocere. Ecco, e se fosse davvero così? Se, davvero, la gente senza speranze o i tanti Fernando intravedessero nella galera la soluzione di tutti i loro mali?

In fondo, non si dice forse che "non tutti i mali vengono per suocere?"

2 commenti:

  1. Caro Francesco mi piace veramente come verreste che gli altri vedessero le cose, sicuramente qualche battuta va anche bene per la salute... Si sto dicendo che fa ridere e ridere fa bene alla salute!!!
    Purtroppo credo che non cambierà niente saremo sempre fuori oppure dentro non cambierà nulla.
    Ciao e buon fine settimana amico.
    Tomaso

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  2. L'importante è riuscire ancora a sorridere, caro Tomaso. Il guaio è quando non ci riusciamo più. Allora è proprio segno che stiamo davvero male!
    Buon fine settimana, e il solito, consueto abbraccio, Francesco

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