In un momento in cui il Paese e la sua gente hanno il pensiero rivolto a come risollevarsi da una crisi che li attanaglia e della quale i tragici risvolti purtroppo ha imparato a conoscere, il governo traccheggia e, sostanzialmente, perde solo tempo. Infatti non c'è giorno in cui non continuino ad aprirsi nuovi fronti, che spaziano dallo scandalo rifiuti nel Lazio al problema di come riportare a casa i marò; dalle accuse di "negritudine" che Lega e ministero all'Integrazione si rimbalzano a proposito delle politiche sull'immigrazione; dalla regolamentazione delle unioni civili tra persone dello stesso sesso e l'omofobia in generale alla liberalizzazione delle droghe leggere; poi c'è il disegno di legge sul divorzio "breve" da ottenere in un anno (sempre che le cavillose lungaggini del nostro sistema giuridico lo consentano); i presunti voti "truccati" alla Regione Piemonte; le telefonate "inopportune" del ministro Cancellieri; e poi ancora le intercettazioni all'on. De Girolamo e le avvisaglie di richieste di dimissioni di questo e di quello con conseguenti ventilati "rimpasti" di governo; le presunte spese "folli" alla Regione Sicilia e scusate se dimentico qualcosa, il cui scopo verrebbe da pensare che serva unicamente a creare confusione e a distogliere (mi auguro ancora per poco) l'opinione pubblica dai problemi reali che invece questo governo (peraltro come il precedente non votato da nessuno di noi) dovrebbe affrontare. Primo fra tutti la legge elettorale, che tutti vogliono, a chiacchiere, ma sulla quale, nei fatti, nessuno vuole trovare un accordo. Lo scopo di tutto ciò, ormai lo sappiamo a memoria, è quello di "galleggiare" sulle sabbie mobili, per arrivare non si sa dove, forse a primavera, e mantenere il potere. Nel frattempo, per dare l'esempio, i nostri politici cosa fanno? Aspettano di essere mandati a casa dalla nuova classe dei giovani rampanti? Rinunceranno agli stipendi, alle pensioni, ai vitalizi e a tutto il resto cui non hanno mai rinunciato? Mi sembra davvero poco realistico. Anzi. Il Quirinale, per fare un esempio, nonostante la crisi, ci costa 228 milioni di euro all'anno, contro i 29 milioni di euro della Casa Bianca e i 60 milioni di Buckingham Palace.
E anche se per fortuna non sono tutti uguali e tra loro c'è qualcuno che fa politica per spirito di servizio e perché ci crede sul serio, di grandi rinunce "economiche" non mi pare che finora ne abbiano fatte. Ma il problema non riguarda solo la politica e i politici. Ci sono, in mezzo, anche quelle selve di società partecipate (circa 40 mila in tutta Italia) che vanno dallo Stato agli Enti locali nelle quali si riversano valanghe di denaro pubblico che in molti casi (per fortuna non sempre) invece di alimentare quei servizi che dovrebbero tornarci indietro in buona parte finiscono nelle tasche dei dirigenti che le amministrano. In Italia ci sono oltre 500 Comuni che hanno i bilanci in rosso e che hanno accumulato oltre 50 miliardi di debiti che, sommati ai 25 delle "loro" società partecipate, portano il debito a 72 miliardi di euro. Un debito che qualcuno dovrà pagare. E indovinate chi sarà?...
Fonti:
Perciò, generalizzando, se a uno che guadagna 15-20 mila euro al mese (a dire poco) gliene togli mille, in fondo al mese ci arriva lo stesso; ma se togli anche 20 euro a uno che ne guadagna 1.000-1.500, a qualcosa lo costringi a rinunciare. E non è populismo, questo, né tantomeno demagogia. E' un dato di fatto. Però, quando li senti parlare, son tutti d'accordo nel dire che il Paese è allo stremo e che l'orlo del baratro è ancora lì che ci aspetta. E che "bisogna" fare qualcosa. E chi lo dovrebbe fare se non loro? Per cosa li stiamo pagando? Intanto il debito pubblico, in soli undici mesi, è salito di altri 114 miliardi di euro, per un totale di 2.104 miliardi!
Detto questo, a noi cosa rimane? Alla gente comune che si deve inventare la vita giorno per giorno, a quelli che ancora si barcamenano sopravvivendo al guazzabuglio della burocrazia e delle tasse sempre più esose, con la minaccia del cappio al collo sempre in agguato, cosa resta? Sinceramente non so che rispondere. Basta vedere quello che è successo con gli stipendi degli insegnanti, e cosa sta succedendo con le scadenze di questo mese dell'Imu e della Tares. Ci voleva tanto, da parte di chi deve avere i soldi (Comuni, Stato o chiunque sia), preparare per tempo degli stampati precompilati da spedire ai contribuenti e facilitare loro il compitino? Le informazioni ormai dovrebbero averle, visto che siamo tutti schedati.
Detto questo, a noi cosa rimane? Alla gente comune che si deve inventare la vita giorno per giorno, a quelli che ancora si barcamenano sopravvivendo al guazzabuglio della burocrazia e delle tasse sempre più esose, con la minaccia del cappio al collo sempre in agguato, cosa resta? Sinceramente non so che rispondere. Basta vedere quello che è successo con gli stipendi degli insegnanti, e cosa sta succedendo con le scadenze di questo mese dell'Imu e della Tares. Ci voleva tanto, da parte di chi deve avere i soldi (Comuni, Stato o chiunque sia), preparare per tempo degli stampati precompilati da spedire ai contribuenti e facilitare loro il compitino? Le informazioni ormai dovrebbero averle, visto che siamo tutti schedati.
Perché, è bene ricordarlo, i guai non arrivano tutti insieme e per tutti allo stesso modo. Non è che da domani mattina siamo tutti disoccupati e poveri in egual misura cosicché da scendere tutti e 60 milioni d'italiani in piazza a far sentire la nostra voce. I guai arrivano alla spicciolata: oggi a me, domani a te e dopodomani a un altro. Manca il lavoro, le aziende chiudono, così pure altre attività, con la conseguenza che non pagando più i contributi anche gli enti previdenziali prima o poi finiranno i soldi, e così dovremo salutare anche le pensioni! Certamente quelli che per tanti anni le hanno avute d'oro, queste pensioni (ma anche gli stipendi), avranno investito il loro capitale da qualche parte e staranno bene lo stesso per il resto della loro vita. Ma i poveracci? Quelli che a malapena riescono ancora a mettere insieme il pranzo con la cena cosa faranno? Non paghi più le bollette? Bene: ti stacchiamo la luce, poi il gas, l'acqua e il telefono. Non hai soldi per pagare il bollo? Ci pensa l'Agenzia delle Entrate a ricordartelo: o lo paghi o ti ferma la macchina. E così per il mutuo della casa, il condominio, e tutto il resto. Gli esempi purtroppo non mancano.
Nel frattempo, quelli che ancora ce la fanno a reggere vanno avanti, fino a quando la maglia di questa infame rete che ci avviluppa non si stringerà sempre di più e catturerà nuove prede. Il nuovo Medioevo è alle porte.
E qui ci sono le notizie dalla Grecia:
http://it.euronews.com/2013/12/18/grecia-vivere-al-buio-ai-tempi-della-crisi/
http://sopravvivereingrecia.blogspot.it/
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche/mondo/2013/12/24/Crisi-migliaia-greci-riconsegnano-targa-auto-_9822477.html
Caro Francesco, mi pare che sia come una telenovela che non finisce mai.
RispondiEliminaDimmi mi sai dire, quando finirà il calvario di tutti gli italiani che non ce la fanno più?
Ciao e buona giornata amico.
Tomaso
Caro Tomaso, quando si pensa che i ladroni di Stato consumano circa 20 mila euro di carta igienica (neanche avessero il culo d'oro!), mentre ci sono scuole pubbliche dove la carta igienica, e non solo quella, te la devi portare da casa, fa proprio rabbia.
RispondiEliminaViva l'Italia, caro amico!
Un caro saluto,
Francesco