Dopo lunghi giorni tristi di pioggia e di cieli grigibigi, finalmente è spuntato il sole! Ci voleva. Per gli occhi e per lo spirito, ma soprattutto per scaldarci un po' le ossa doloranti dai reumatici malanni residuo dell'inverno appena trascorso. Così, messi da parte antinfiammatori, pomate e bende elastiche, col permesso del nostro ortopedico di fiducia anche noi ci siamo presi una breve vacanza e siamo partiti. Indecisi su dove puntare la prua del nostro birotore coassiale quadrielica controrotante a elastico (ricordate il "Quadcopter"?), siccome a Ravello ci eravamo già stati lo scorso Natale, questa volta abbiamo optato per il Nord Sardegna. Dove ci attendono un figlio e un nipote, che nel frattempo ha mosso i primi passi. Però ancora non parla.
Ci accorgiamo che vuole qualcosa, per esempio, quando indica una bottiglia e biascica incomprensibili fonemi che spaziano da "appa" a "acca", talvolta passando per "accia", e solo dopo interminabili consultazioni familiari decifriamo che ha sete. E se le prime volte gli abbiamo dato la grappa perché il trisnonno ha militato per anni negli alpini, o la vernaccia perché lo zio ha un frequentatissimo bar in Gallura, l'impercettibile iniziale colorazione delle gote del pargolo nella variante tra il rosso bandiera e il violetto-penitenza e il successivo pianto a dirotto dopo i primi due bicchierini di grappa ci hanno fatto supporre che forse l'infante voleva solo della miserabile acqua. Ci voleva così poco per capirlo? Bastava consultare in anticipo la tabella diagnostico-neonatale, con annessa tavolozza cromatica interattiva, e la sindrome convulso-grappo-vernacciocompulsiva si sarebbe risolta in un batter di ciglia. E invece no, siamo rimasti a discutere per delle ore come dei fessi quando alla fine per farlo contento bastava solo un po' d'acqua. Vergogna!
Comunque il bambino ora ha imparato: quando ha sete non ci chiede più nulla e aspetta che piova. Sarà un problema costringerlo a ingoiare l'ombrello, ma siccome genitori e nonni non si nasce ma si diventa, col tempo impareremo anche noi.
Detto questo, e scusate se è poco, veniamo alla gita. E alle fotografie, che ho scattato per l'occasione e che vi mostro: fiori colorati, qualche ape svolazzante su petali e pistilli, e un prato verde e curato di un parco pubblico in cui il cestino dei rifiuti è vuoto ma la maleducazione della gente, ahimè, fa sempre il... pieno. Poca cosa, lo ammetto, purtuttavia spero ugualmente gradite.
Bellissime foto caro Francesco!
RispondiEliminaOvunque germogliano i fiori! sembra poprio che la primavera sia arrivata.
Speriamo che non cambi in una brinata forte e che rovini tutto.
Tomaso
Ciao Tomaso, grazie per la visita!
RispondiEliminaGià, speriamo che duri e che l'inverno, anche se da noi non è stato particolarmente rigido, ormai ci lasci in pace.
Un caro saluto e a presto,
Francesco
Bellissimi fiori (e foto, naturalmente!) di piante che non conosco...
RispondiEliminaCiao Caterina, grazie per i complimenti sui fiori e sulle foto! Anche tu, però, hai molto vicino una persona che in fatto di colori e foto ha materiale da vendere. Eccome!
RispondiEliminaUn caro saluto e un abbraccio anche a Lui: il Maestro!
Ciao, Francesco
come puoi vedere caro babbo, il simpaticissimo fruitore di parchi pubblici con il braccino troppo corto per arrivare al cestino dei rifiuti, ha lasciato intendere (basta seguirne le tracce ordinate sul terreno) che lui ce l'ha messa tutta, ma proprio non è riuscito a raggiungere il sospirato cestino...sarà stato stanco, poveretto....immagina un po': accorgersi di avere un cervello, fingere di usarlo per trovare un cestino e poi capire come depositarci i resti della sua merendina....ma anche tu cosa pretendi? non puoi chiedere troppo a certi trogloditi...!!! ;-)
RispondiEliminaE meno male che era solo una merendina! Te l'immagini cosa sarebbe stato se avesse deciso di fare un... pranzo al sacco?
RispondiEliminaTroglodita forse è un complimento. Io direi che maiale gli si addice di più.
Bacetti da papà e grazie mille per l'onore della visita.
La terza in 6 anni... :) :)