domenica 30 gennaio 2011

Quartu S. Elena


 Buongiorno, stamani ho ritagliato la parte bassa perché sovrabbondante. 
Così mi sembra meglio... E voi, che ne pensate?
Questa straduccia che ho fotografato per voi, alle mie spalle prosegue e vi conduce dritti dritti verso il Parco di Molentargius. Di fronte, invece, quelle case che vedete sullo sfondo e opposte alle mie spalle dietro alle quali c'è il parco di Molentargius, appartengono alla città di Quartu S. Elena. Di fronte, però, perché dietro c'è il parco. E davanti, Quartu.
Mi sono spiegato bene?
Era una giornata particolare, di quelle che piacciono a me, con dei nuvoloni minacciosi carichi di un po' di tutto e dai quali ti aspetti sempre qualcosa d'imprevisto, che rendono interessante anche la foto più banale. Specialmente se non vi siete portati dietro l'ombrello o l'impermeabile, o tutt'e due. 
Don't you think? Non credete?

Fico d'India - 2

Ed eccolo qua, il nuovo Fico, naturalmente d'India. L'ho trovato, nascosto tra i meandri dei miei fotoarchivi, mimetizzato da quercia perché non voleva finire sul web.
Ma quando gli ho detto che c'era anche un suo collega, che aveva ricevuto un sacco di complimenti, il narciso non ha saputo resistere ed ha acconsentito. 
Anzi, è venuto anche a vedere se l'avevo messo sul serio...

venerdì 28 gennaio 2011

Fico d'India


Questa è una pianta di Fico d'India fotografata in un giardino vicino a casa. 
Come tutti sapranno, la "Opuntia ficus indica" - questo il suo nome scientifico - è una pianta originaria del Messico (si vede dal sombrero) che trova il suo habitat nelle regioni calde del bacino del Mediterraneo. I suoi frutti sono commestibili, basta togliere prima le spine, ma bisogna cibarsene con molta cautela perché i semi di cui sono ricchissimi potrebbero causare un'occlusione intestinale. 
Insomma, se ne mangiate parecchi, per andare in bagno dopo vi ci vorrà il... cavatappi!

giovedì 27 gennaio 2011

Caso Ruby - 2



In seguito agli ultimi fatti che vedrebbero il presidente del Consiglio al centro di un sacco di attenzioni, l'opposizione fa sapere che presenterà nei prossimi giorni alla Camera un disegno di legge sulla tracciabilità delle escort.
Critici i sindacati, perché alle ragazze non viene garantito alcun organo di rappresentanza. 
Anche se, a margine, si fa notare che un membro incaricato non dovrebbe essere difficile trovarlo.
(dal n. c. Massimo Riserbo) 

Aggiunto in data 28 gennaio

Questa, dunque, è la vignetta scaturita da tutto quello che si è detto, scritto, sentito, letto sulle vicende che hanno visto il presidente del Consiglio al centro di uno scontro istituzionale che, a mia memoria, non ha precedenti. Almeno per i contenuti.
Stasera, però, ascoltando in televisione il messaggio di Berlusconi agli Italiani, mi sento in dovere di aggiungere alla vignetta anche il mio pensiero. Questa volta serio.
Essendo i fatti di Arcore arcinoti, non vi annoierò rielencandoli (non ne sarei neppure capace), ma le indagini partite dalla procura di Milano contro il presidente del Consiglio hanno avuto un seguito a dir poco stupefacente.  E cioè che le intercettazioni telefoniche dei frequentatori l'abitazione privata del Presidente e tutto il resto dell'inchiesta siano diventati di dominio pubblico e pane quotidiano per giornali e televisioni, nei quali si è detto di tutto e di più. E si sono anche emesse delle sentenze. A processo ancora da fare e senza un imputato, ancora presunto innocente fino a prova contraria, che sia comparso davanti ai giudici.
Per questo motivo mi chiedo, nella mia ingenuità di vignettista: come hanno fatto a diventare pubblici gli incartamenti - 389 pagine - recanti l'autorizzazione a procedere nei confronti di Silvio Berlusconi e delle altre persone coinvolte nell'inchiesta? Chi li ha messi in giro? E' una cosa regolare, oppure si è infranto qualcosa, come il diritto che ciascun privato cittadino ha di poter fare quello che vuole tra le pareti domestiche?
E, ancora, se tutto questo materiale non fosse mai potuto uscire dagli armadi dove era custodito, cosa sarebbe successo? Le indagini sarebbero continuate, e, nel silenzio più totale, si sarebbero perfezionati i capi d'imputazione, le prove, le registrazioni, fino all'atto finale: il processo?
E, ancora, si è voluto colpire politicamente l'uomo Berlusconi in quanto tale, per toglierlo di mezzo definitivamente, oppure il suo "peccato" di aver contribuito col suo comportamento alla disaffezione nei confronti della morale e della civile convivenza portando avanti una "crociata" senza precedenti?  
C'è, però, chi obietta che la residenza privata del presidente del Consiglio, persona al vertice del governo, proprio per questo motivo diventa pubblica,  trasformando così in pubblico il suo essere privata. Da qui il richiamo alla moralità, agli eccessi da contenere, al rischio di precipitare il Paese nel baratro della vergogna planetaria, da più parti pervenuto. Anche perché, così agendo, Silvio Berlusconi, il presidente del Consiglio, si è esposto a ricatti, scandali, menzogne e minacce pregiudicando la sacralità di un incarico che gli elettori con tanto entusiasmo gli avevano affidato.

Francesco Dotti



Aggiunto in data 4 giugno

fonte:  http://www.corriere.it/cronache/15_marzo_10/processo-ruby-confermata-assoluzione-berlusconi-68d4e6e8-c777-11e4-ace1-14c9e44d41cb.shtml
http://newsitaliane.it/2015/caso-ruby-silvio-berlusconi-assolto-perche-poteva-non-sapere-che-la-ragazza-fosse-minorenne-5819 

Confermata, quindi, l'assoluzione di Silvio Berlusconi in Cassazione. Come volevasi dimostrare. Che poi questa sentenza possa scontentare qualcuno e che non a tutti Berlusconi possa risultare simpatico, fa parte della storia del mondo. Personalmente, oltre a essere contento per lui e per la fine del suo incubo, continuo a ritenere che ciascuno di noi a casa propria è libero di fare ciò che vuole, sempre che non infranga il Codice Penale. La morale, che abbraccia spesso simili "crociate", è altra cosa. Che lascerei per mestiere alla Chiesa e a qualche ipocrita che se ne fa scudo. Auguri, Presidente!
Francesco Dotti   


martedì 25 gennaio 2011

Cagliari




Due interessanti (spero) immagini di Cagliari, vista addirittura da Via della Musica a Quartu S. Elena.

Telespazzatura

La spazzatura, di questi tempi, non è solo a Napoli. Ne circola molta anche in televisione...

Processo Berlusconi

Il Cav, cento ne fa e cento ne pensa!

mercoledì 19 gennaio 2011

Caso Ruby

Da "Mani pulite" a... "Trame pulite"? Per non parlare della nuova mania di usare il video come l'aula di un tribunale, che sta diventando una pessima abitudine. I processi si celebrano nei luoghi ad essi deputati, con giudici e avvocati esperti della materia, a tempo debito, e non nei vari "telepollai", a tutte le ore del giorno, dove le opinioni finiscono per diventare quasi sempre delle sentenze.

giovedì 13 gennaio 2011

Cagliari

Due tramonti, fotografati dalle saline di Cagliari - sullo sfondo, la città . Il primo, da una immagine a colori, modificato con un leggero viraggio seppia...


il secondo, siccome le seppie erano finite e i calamari li aveva appena fritti mia moglie, l'ho lasciato così com'era

mercoledì 12 gennaio 2011

Viaggio in Sardegna


La scorsa estate, o forse quella precedente, con la moto, mi sono fatto un bel giro turistico-archeologico del quale vi mostro alcune immagini. Mi avevano parlato di alcuni importanti siti archeologici nella zona di Mores, e così, spinto dalla curiosità, una mattina sono partito da casa molto presto deciso nel portare a termine queste mie "nuove scoperte".

  
 Presi la strada per Ozieri e, oltrepassati i paesi di Berchidda e Oschiri, poco prima di entrare a Mores, imboccai a sinistra il bivio per Ittiri-Ittireddu senza neppure mettere la freccia.
Percorsi alcuni chilometri di curve e curvette (non chiedetemi né quanti chilometri né quante curvette perché non me lo ricordo), e stando attento a non andare "per campi" - facilissimo se ti distrai, specialmente con la moto -, arrivai tosto ad un incrocio a "T". Svoltai ancora a sinistra, e dopo appena cinque minuti mi ritrovai nel ridente paese di Ittireddu
Un comune con poco più di 500 abitanti e poco meno di 600, il cui patrono, San Giacomo, si festeggia il 25 luglio. Ittireddu ha una storia antichissima, forse risalente addirittura al 3000 a.C., e intorno ha tre monti che lo racchiudono: il Monte Zuighe, il Monte Ruju e il Monte Lisiri, che è un vulcano spento e che, con la parte archeologica, aveva stuzzicato la mia curiosità di esploratore.
 
Poche centinaia di metri lungo strada principale, infatti, a un certo punto vidi il cartello che mi indicava il vulcano e, sempre a cavallo della moto, mi inerpicai su per una stradina che portava alla sommità del monte, dove c'è una cava di pomice.

 Un buco nero, profondo, simile a un orrido dantesco, insidiosamente cosparso ai lati da una cascata di pietrisco franoso e rossastro. 

 Una vista affascinante, inusitata, ma terrificante! Faceva quasi paura, e le immagini che pubblico credo rendano l'idea di cosa intendo. Anche se, per capirlo meglio, bisognava trovarsi lì dov'ero io.


Tornando indietro e proseguendo per la stradina, a un certo punto questa svaniva quasi in mezzo ai campi, nei pressi di una fontana. Più avanti, dopo un cancello chiuso col solito sistema dello spago legato al battente, in lontananza, intravidi la sagoma di un nuraghe (forse il nuraghe Calarighes). Ma sentivo anche gl'inquietanti latrati di alcuni cani pastore da guardia (dalle uniformi che indossavano riconobbi che erano dei ferocissimi maremmani!).
Incurante degli "avvertimenti" canini, oltrepassai il cancello e proseguii stoicamente verso il nuraghe.

Ad un tratto, mi accorsi di essere circondato da uno sciam... da un greg... da una mandr..., insomma da una masnada di cani urlanti. Per niente intimorito, li guardai male, anzi, malissimo, e loro dovettero spaventarsi a morte perché se ne andarono quatti quatti, con la coda tra le gambe, tornando da dove erano venuti. 
Mai far vedere a un cane che hai paura di lui! E' una regola che funziona sempre. Quando il cane è da solo. Ma era la prima volta che ci provavo con così tanti. Comunque mi andò bene, e mi potei godere quel poco che restava del nuraghe, ormai mezzo diroccato e coperto di vegetazione.


Dopo una visita sommaria dei luoghi e un tentativo, a vuoto, di entrare nel nuraghe (una pericolosa spaccatura sull'architrave d'ingresso me ne sconsigliava l'esplorazione), decisi di tornare indietro. Ripassai davanti ai cani, che questa volta mi salutarono scodinzolando contenti per lo scampato pericolo - dovetti esser loro apparso un temibilissimo avversario -, e ripresa la moto proseguii il mio viaggio, questa volta all'interno del paese.

  In una piazzetta del centro storico, scoprii quasi per caso la vecchia chiesa di Santa Croce.


 Di origini bizantine, con alcune influenze gotico-romaniche, edificata con blocchi misti di pietra basaltica e calcarea, la chiesa deve aver subìto nel corso dei secoli diversi rimaneggiamenti, alcuni dei quali evidenti nel piccolo campanile "a vela" del XVII secolo. 
Per informazioni più dettagliate e precise, vi rimando a questi link:
   




Abbiate pazienza, ma per motivi... impaginativi (non riuscivo a sistemare i post dove volevo io) il viaggio continua qui sotto, col titolo: "Mores - Dolmen Sa Coveccada".
 

martedì 11 gennaio 2011

Mores - Dolmen Sa Coveccada

Continuando il mio viaggio, a sud-ovest del paese, guardando verso Mores e uscendo da Ittireddu, imboccai la Statale n. 6 seguendo le indicazioni per un altro sito, questa volta archeologico, rappresentato dal dolmen "Sa Coveccada". Chiamato così probabilmente per la grossa pietra messa come copertura.

 Dopo qualche chilometro girai a destra e presi una stradina piena di merde di pecora che portava nei pressi di alcune case coloniche. Anche qui "cave canes", innocui, abbaianti, ma in ogni caso in libertà.

 Percorrendola fino in fondo, la stradina si fermava davanti a un cancello. Lo aprii, entrai, lo richiusi (perché, una volta entrati, il cancello deve essere sempre richiuso), e in mezzo alla campagna, a un centinaio di metri, ecco il bellissimo dolmen.
Per le sue grandi dimensioni, è considerato uno dei più importanti monumenti megalitici del neolitico recente (ca. 2000 a.C.).


 Peccato che nella parte posteriore fosse un po' mal messo e mancante di alcuni pezzi...


Il panorama circostante era quello tipico della campagna sarda, con la differenza che mi sembrava di essere tornato all'epoca nuragica e da un momento all'altro mi aspettavo che da un cespuglio uscisse  Sardus Pater  con tanto di lancia, spadone di bronzo e scudo rotondo. 
Siccome ormai ero in zona e la giornata estiva ancora lunga, decisi di fare una puntatina anche alla necropoli ipogeica di Partulesi. 

altre utilissime informazioni su questo link:


http://www.duepassinelmistero.com/Sa%20Coveccada.htm


Per i soliti motivi detti poc'anzi (e cioè i post che non si allineavano bene), il viaggio continua qui sotto con la visita alla necropoli di Partulesi...

Ittireddu - Necropoli ipogeica di Partulesi

Dopo il dolmen di Sa Coveccada, approfittando della ancor lunga e calda giornata estiva, decisi di fare una puntatina anche alla vicina necropoli ipogeica di Partulesi.


Un complesso di "Domus de Janas" che si trova appena più su, ritornando indietro verso Ittireddu. 
Poi, da lì, carico d'entusiasmo e di fotografie, avrei ripreso la strada di casa.

La necropoli, che risale all'incirca al Neolitico recente (3200-2800 a.C.), consiste di una trentina di tombe a cella di varie dimensioni, disseminate lungo il costone e scavate nella roccia.




Non essendo un archeologo, ma un motociclista ignorante, per descrivervele meglio dovrei scopiazzare qua e là sui vari testi esistenti nel web. Così preferisco darvi i link, e quello che vi serve ve lo trovate da soli. 
Almeno imparate anche a fare le ricerche :-)


http://www.sardegnagps.com/ricerca-pdi-sardegna.php#mappa


Saltellando come uno stambecco scamosciato per le balze tufacee del Monte Acuto, fotografai come un forsennato tutto quanto mi capitava a tiro d'obiettivo, infilando la testa dentro ogni buco che trovavo e ogni volta tirandola fuori piena di ragnatele, foglie secche, rametti, stecchetti, ragnetti, pipistrelli, insettini, escrementi secchi di uccelli, e tutto ciò che rimaneva impigliato nei miei radi capelli canuti, falcidiati dall'incipiente calvizie che da alcuni anni si accanisce contro di me. 
Ahhh, la vecchiaia, che brutta malattia!!






Finita l'esplorazione, inforcai il mio fedele cavallo di plastica & acciaio e, con un panino alla mortadella e una bottiglia d'acqua nello stomaco ormai rinsecchito dal forzato digiuno, me ne tornai verso casa  felice come un babbuino bambino.
Arrivederci alla prossima gita!

Francesco Dotti

domenica 9 gennaio 2011

La Grande Quercia



Ecco tre immagini della Grande Quercia (quercus suber) fotografata lungo la strada per Bitti, nei pressi di Buddusò - un bellissimo paese della provincia di Olbia-Tempio famoso, oltre che per la salubrità dei luoghi, per i suoi graniti pregiati e per il "Simposio Internazionale di Scultura" che vi si tiene a cadenza biennale.
Le immagini, come potrete facilmente intuire perché siete persone intelligenti, sono state da me sapientemente elaborate in queste tre versioni che vi mostro con orgoglio. 
Anche la Grande Quercia, che ha più di cent'anni, è rimasta molto contenta perché non è facile fare foto di questo tipo e bisogna essere molto bravi ecc. ecc.

Questa è l'immagine originale: 

Ho pensato di mettere anche l'immagine originale, così potete vedere da dove sono partito...

mercoledì 5 gennaio 2011

La Befana

foto recente dell'anziana prozia  (scusate, ma trovarla non è stato facile...)

A cavallo tra le recenti festività natalizie e quelle del nuovo anno, ci è capitato di restare a cena da una vegliarda e incartapecorita prozia che, parafrasando il Manzoni, "ai casti pensieri, della tomba già schiude la mente"
La vecchia, che vota da anni Berlusconi, ha brillantemente superato i 107 anni e tra breve si prepara a festeggiare il 108° genetliaco, e da quando le è morto il quarto marito vive da sola in una casa sperduta tra le montagne della bella Gallura. Dice di trovarsi bene e che non le manca nulla. Anche il decoder digitale terrestre funziona che è una meraviglia, e per questo ha sottoscritto tutti gli abbonamenti televisivi, da mediaset a sky, comprese le partite e tutto il resto che l'etere trasmette. 
Nel pomeriggio, dopo Beautiful e qualche telefilm poliziesco, si concede lunghe passeggiate in campagna nel corso delle quali raccoglie funghi e verdure selvatiche, per far rientro a casa giusto in tempo per godersi il telegiornale di Emilio Fede che, dice, non si perderebbe per tutto l'oro del mondo. 
Ogni tanto ci parla della sua giovinezza, soffermandosi sulla sfortuna che l'ha perseguitata, privandola, quasi pervicacemente, di un compagno col quale trascorrere la sua lunga vita. 
Il primo marito, Rutilio, al grido di "Viva Cadorna e la Pasta Al Forno!", saltò su una mina austriaca nella primavera del '17 sull'Altopiano dell'Ortigara; il secondo, Gavino ("Gavinuccio", per gli amici), un omone alto più di uno e novanta, sportivo e appassionato di cavalli, perì miseramente in mare nel tentativo di attraversare a cavallo le Bocche di Bonifacio. Fu investito da una petroliera fantasma che aveva ignorato il divieto di transito, e di lui non se ne seppe più nulla. Il terzo, Bachisio Da Luras, era un nobile caduto in disgrazia da una scala a libro mentre cambiava una lampadina in biblioteca e non si rialzò più; infine il quarto, Marziale, camionista, sempre incazzato con tutti e con tutto, morì di malasanità durante un viaggio. Operato di una banalissima appendicite in un ospedale del sud, lo avevano suturato dimenticandosi dentro l'anestesista che, avendo ancora le scarpe, gli fece infezione. Spirò, incazzato come una jena, dopo quasi un mese d'agonia, urlando: "Vi denuncio tutti!"
Quella sera, prima di rientrare a casa, finito l'ascolto dei racconti che la vecchia ci propina ogni volta che le facciamo visita, prima di salutarci ci ha chiesto:  
"Sapete per caso com'è finita l'ultima puntata di Beautiful? Me la sono persa perché ieri ho dovuto raccogliere le olive, potare la vigna, riparare il tetto del granaio e calafatare le botti per il vino nuovo, e quando sono rientrata ormai era già finita!".
Ci ha spiegato che segue Beautiful da quando aveva 15 anni e che non si è mai persa una puntata, e che le seccava molto non sapere se Bridget aveva detto a Nick che era andata a letto con Owen e se Steffy aveva spedito il filmino del tradimento girato da Oliver perché così sarebbe riuscita ad estromettere Brooke dalla Forrester e impedito a Jackie di farsi un bagno in salotto con Owen.
L'abbiamo tranquillizzata dicendole che non doveva preoccuparsi perché tanto le puntate durano poco e che da almeno dieci mesi i dialoghi erano sempre gli stessi. 
Cara la nostra vecchietta, anche se probabilmente ci seppellirà tutti insieme a Beautiful, ci mancherà...
il pronipote  

martedì 4 gennaio 2011

Marchionne - Fiom

"Qualunque sia l'esito del prossimo referendum di Mirafiori, la Fiat continuerà a produrre con o senza il parere dei metal-meccanici - e quasi metal-disoccupati". Queste, le ultime notizie.
Per l'occasione, Marchionne presenta il nuovo, esclusivo modello "Fiom": la prima vettura utilitaria con gli... ammortizzatori sociali.
"Come sarebbe a dire «qualunque sia l'esito del referendum»? Ma, allora, perché lo fanno?"

domenica 2 gennaio 2011

Attentati contro i Cristiani

Condanno l'attentato, vigliacco, alla Chiesa cristiana in Egitto, e tutti gli altri attentati di origine religiosa, contro qualsiasi religione siano diretti e in qualsiasi parte del mondo avvengano.
In questi giorni di festa in cui tutti si augurano reciproca pace e serenità, pensare che possa esistere qualcuno che si fa esplodere per uccidere gente riunita in preghiera, fa male al cuore. 
Non si uccide la Pace. Può succedere in guerra, anche se non condivido la guerra, se uccidi per non essere ucciso. Ma mentre stai pregando, no. Qualsiasi dio tu stia pregando.
Per questo chi commette simili infamie lo reputo non un "martire" ma un dannato vigliacco. E come me sono sicuro che la pensa anche il suo Profeta, del Cui pensiero, a torto, il vigliacco-martire si considera il solo, autentico interprete.
Francesco Dotti   

Epifania

sabato 1 gennaio 2011

Signoraggio e Banche


Stamattina, per telefono, mio cugino - che lavora in una banca qualsiasi - mi ha raccontato una storiella a proposito di un certo "signoraggio"
"Guarda - gli ho subito risposto, interrompendolo, perché non ci avevo capito nulla - che io non conosco nessun Signor Aggio!"
"Ma che hai capito? - mi fa - Il signoraggio, tuttoattaccato, non è una persona ma una cosa. E cioè quella cosa che viene praticata da un insieme di persone importanti, tutte molto esperte di economia, che non dormono la notte per assicurarci una vita più serena e tranquilla. Per dimostrartelo, ti spiego la curva di Laffer e perché la sua funzione risulta concava". 
Rassicurato da queste parole e dalla "curva di Laffer",  la cui funzione risulta essere effettivamente concava (l'ho controllata personalmente), ma soprattutto dai quattro piatti di lenticchie ingurgitati durante il cenone di ieri notte, sono convinto che i nuovo anno ci porterà tanta serenità e tanti, tanti soldi.
Poi, però, per avere ulteriori informazioni, mi sono fatto il solito giretto sul web dove ho trovato questi filmati che vi mostro. Siccome li ho scaricati da Youtube  http://www.youtube.com/watch?v=KtUmc1Z6f_8&feature=related     - e non so se potevo farlo liberamente -, qualora avessi commesso un illecito pubblicandoli ditemelo subito così li cancello. 
In ogni caso, vi rinnovo i miei più cari auguri di un propizio Anno Nuovo. 

 






P.S.

A proposito di debito pubblico, di banche, di economia e di tutto ciò che ruota attorno a questo mondo per noi incomprensibile, ascoltando i filmati mi è tornata in mente una scenetta, più volte riproposta dall'amato Totò nei suoi film.
L'esempio, in questo caso, lo farò utilizzando - se me lo consentono - gli amici del blog, dei quali prenderò momentaneamente a prestito i nomi. A partire, naturalmente, dal mio. Cominciamo.
Mettiamo il caso che "Ceccodotti" debba 10 euro a "FranzArt"; "FranzArt" deve 10 euro a "Tomaso"; "Tomaso" deve 10 euro a "Luigi", e "Luigi" deve a "Ceccodotti" sempre la stessa somma: 10 euro.
Siccome il primo della lista, "Ceccodotti", non ha i 10 euro per "FranzArt", li chiede in prestito a "Lara" per un paio d'ore.
"Lara" glieli presta, e "Ceccodotti" restituisce i 10 euro a "FranzArt", il quale li restituisce a "Tomaso", che li rende a "Luigi" che, infine, li rende a "Ceccodotti"
A questo punto "Ceccodotti" restituisce i 10 euro a "Lara", e tutti sono felici e contenti. Ma soprattutto senza debiti. Le cose sarebbero cambiate se ciascuno avesse preteso degli interessi sulle somme prestate. Ecco come funziona il meccanismo.
Ah, prima che mi dimentichi... per caso qualcuno di voi mi deve ancora dare 10 euro?