Ecco, l'ho rifatto. E' la solita strada per Molentargius, ma questa volta ho usato la carta - sempre la stessa del supermercato - dal lato giusto, quello ruvido ma meno "martellato" e più permeabile all'acqua.
E poi, come vi avevo detto, senza guardare né il precedente lavoro, né la fotografia (usata solo per tracciare le linee del disegno).
Insomma, i colori me li sono un po'... inventati.
Risultato bellissimo cara Francesco.
RispondiEliminaOgni tuo acquerello a il suo fascino.
Buona giornata caro amico.
Tomaso
Molto bello Francesco, libero dalla forza fotografica e interprete della tua particolare sensibilità. Offre serena la sensazione di una leggera presenza altra, il sentore di qualcosa di nuovo che desidera uscire ormai dai bei toni delicati ancora tessuti d'inverno. Un abbraccio. Luigi.
RispondiEliminaCiao Tomaso,
RispondiEliminagrazie! Sei sempre gentile.
Un caro saluto,
Francesco
Ciao Luigi, sii il benvenuto!
RispondiEliminaTu, che con le tue parole riesci così bene a leggermi dentro, mi infondi nuove forze e mi sproni a fare sempre meglio.
E' un periodo carico di avvenimenti nuovi che mi riempiono positivamente le giornate. Mi stanno tornando la curiosità e la voglia di lavorare. Se solo il tempo, quello atmosferico, fosse un po' più clemente, sarebbe quasi il massimo!
Un abbraccio,
Francesco
Non sono mai stato in Sardegna;i
RispondiEliminatoui acquerelli mi aiutano a delinerne nella mia conoscenza alcuni scorci.
Ciao Costantino,
RispondiEliminaci vuol ben altro che i miei modesti acquerelli per conoscere la Sardegna che, ti assicuro, è molto più bella di quanto un imbrattatele come me tenti di dipingerla.
Comunque ti ringrazio per il complimento.
Un caro saluto,
Francesco