martedì 8 maggio 2012

Amministrative 2012

C'era da aspettarselo: ha vinto la protesta. La gente, stanca, delusa dai partiti e dalla cattiva politica, in sostanza ha premiato il "Cinquestelle" di Beppe Grillo. 


Ma soprattutto ha affossato definitivamente il Pdl, tanto che il Cavaliere, per non assistere alla sua disfatta, ha preferito festeggiare al Cremlino l'insediamento dell'amico Putin. 
Era anche prevista una risalita del Pd e delle sinistre che, anche se c'è stata, resta sempre da vedere come finirà quando ci saranno le vere elezioni. Infatti ho seri dubbi che, qualora le vincessero, con tutte le differenze che alla fine ne caratterizzano l'aggregato politico, riusciranno a governare una Nazione ormai allo sbando e immersa in un pantano economico di dimensioni planetarie. 
E neppure il "terzo polo-partito-della-Nazione" del pilatesco Casini, con la sua stancante e noiosa meditazione di chi sta alla finestra a guardare quello che fa il governo Monti, credo che possa andare molto lontano. 
Infine la Lega, che se non ci fossero stati gli scandalosi episodi che tutti conosciamo sarebbe andata senz'altro meglio. Se ha retto, lo deve a persone come Flavio Tosi. Perché, è utile ricordarlo, a Verona ha vinto Tosi, non la Lega. Hanno vinto le sue capacità, il suo pragmatismo, la sua coerenza e la sua credibilità, alle quali la Lega dovrebbe guardare con maggiore attenzione. Se non altro per migliorarsi.
Chi poi s'inventa nuovi partiti dai nomi più fantasiosi e beneauguranti, sappia che la gente in questi trappoloni non ci casca più. Non solo, ed è cosa recentissima, basta ricordarsi cosa è successo prima di queste ultime "amministrative". Li avete visti, e sentiti, tutti quanti, sperticarsi in astratte promesse quando ci hanno raccontato che avrebbero fatto questo e quello e anche di più. Ma poi, finita la festa e gabbato lo santo, per fare un esempio, e se va bene, forse si toglieranno solo un terzo di quei rimborsi elettorali di luglio, già frutto di un precedente imbroglio nei confronti degli elettori, ma tutto il resto rimane com'è. E siccome i "nuovi" partiti sono generalmente formati dalle solite vecchie volpi della politica, ridarsi un'aura di credibilità cambiando solo il nome sarà tempo sprecato.

 
Perciò non ci resta che aspettare. Almeno noi, che bofonchiamo ma che tutto sommato siamo i più tranquilli. Restano però gli incazzatissimi, che invece sono tanti, il cui comportamento, aggravato da un clima ormai saturo di tensioni sociali, potrebbe sfociare in imprevedibili(?) atti di violenza. 
E di questo bisognerà tenerne conto, e vigilare.
  

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