Altri due centesimi di accise sulla già carissima benzina. Naturalmente, più IVA! Praticamente, si tassano le tasse. E in Italia questa sembra essere la regola. Tanto, che ci vuoi fare? Resisti fin che puoi, magari mettendo i soliti 20 euro nel sempre più asciutto serbatoio e alla fine, anche se usi la bicicletta o vai a piedi, arrivi a un certo punto che la benzina la devi mettere. E allora ogni sforzo per non cedere all'infame ricatto diventa vano.
Il fatto è che oltre settant'anni di aumenti idrocarburici che ci piovono costantemente sulla gobba cominciamo a sentirli.
Li stiamo pagando dalle Guerre Puniche, intervallati dalla pensione di reversibilità da pagare alla mamma di Muzio Scevola, continuando con le alluvioni, gli aumenti per far fronte agli immigrati, i beni culturali, le missioni militari e i terremoti.
E poi si lamentano perché si vendono meno macchine. Per forza! Con cosa dovremmo farle camminare: a scoregge?
Meno male che a dicembre finirà il Mondo: voglio proprio vedere a gennaio che scusa s'inventeranno!
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