sabato 19 settembre 2009

Kamikaze


Afghanistan: ieri, oggi... e domani?

"Peace keeping": se ho letto bene, sintetizzando, dovrebbe essere la capacità di aumentare il dialogo tra gli attori di un conflitto, creando le condizioni per una pace sostenibile;

"Peace building": questo dovrebbe servire a migliorare i rapporti tra gli attori di un conflitto.
Un po' come è successo in Congo tra il '98 e il 2003, ma le origini sono anche più vecchie, in quella che è chiamata la Guerra Mondiale Africana. Ha coinvolto diverse nazioni, sempre africane e un mucchio di gruppi armati, anch'essi africani, che se le sono date di santa ragione. Ve li ricordate i Tutsi e gli Hutu? Ecco, sono loro. Morti, feriti, invalidi, profughi, malattie, fame, soprattutto tra i bambini che sono quelli che ci rimettono di più.
Dopo l'invio dei Caschi blu dell'Onu e alcuni tentativi di contrattazione internazionale, viene firmato un "accorduccio" di pace che serve a poco perché gli scontri continuano nonostante la presenza dell'Onu.
Infatti, come accade, oltre all'odio atavico che divide da sempre alcuni popoli, dietro a tutto ci sono anche le immense risorse minerarie di cui il paese è ricco e che fanno gola a mezzo mondo.
E si sa che quando ci sono i soldi di mezzo non si arriva da nessuna parte;


"Peace forcing": un po' come dire "Ah, non volete fare la pace? Allora ve la faccio fare io!"
Così, visti gli scarsi risultati dei "keeping" e dei "building", ora si passa ai "forcing".
E siamo in Afghanistan.

Si inviano truppe armate, viste dagli indigeni più o meno come i pidocchi dal parrucchiere, con il compito di controllare le zone a rischio, presidiare i seggi elettorali per votazioni di cui nessuno tiene conto, mentre gruppi di matti armati fino ai denti scorrazzano su impolverati e ammaccati pick-up, brandendo minacciosi kalashnikov e sparacchiando per aria. Per non ammazzare nessuno. Perché se vogliono ammazzare qualcuno non gli sparano mica. Ci mancherebbe!
Prima lo spellano vivo, poi gli fanno la manicure tagliandogli direttamente le mani, poi ancora passano ai nasi, alle orecchie e infine scendono verso il basso, proprio all'altezza delle palle.
Alla fine, siccome non hanno più niente da tagliare, gli tagliano anche la testa. Tanto, ormai, a cosa gli serve?
Ma non le vedete le immagini in televisione? Come fai a portare una democrazia di tipo occidentale in posti del genere?
E' vero, tra questi matti ci sono ancora una volta i bambini innocenti, che non ne hanno colpa. E poi qualche altro che vorrebbe vivere tranquillo. Ma per metterli d'accordo tutti ci vorranno dei secoli, altri morti e tanti soldi.
Perché allora non mandano i Caschi blu dell'Onu anche nel mio condominio?
Perlomeno durante le riunioni.
Francesco Dotti

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