giovedì 27 settembre 2012

I costi della politica

Questo è un post che risale al lontano 31 ottobre 2011. Quasi un anno fa. 
Ve lo ripropongo, perché mi sembra attualissimo e in perfetta linea con ciò che alla radio, nelle televisioni, sui giornali, in fila alle poste, dal parrucchiere, negli ambulatori medici, fuori dai bar e aggiungete voi qualche altro posto, l'italico popolo "coglione" alla fine dei conti - e che conti! - si ritrova a commentare. Commenta, mugugnando e imprecando come sempre contro il governo "ladro", in certi casi estremi scendendo disordinatamente in piazza a far casino, a bruciare cassonetti e a fare danni, ma poi torna a quello che ha sempre fatto: firmare deleghe in bianco a chi lo dovrà rappresentare, nella maggior parte dei casi senza informarsi, leggere (di tutto, non solo un giornale) e farsi una propria opinione. E a mugugnare. 
Così siamo fatti. E siccome chi ci governa lo sa, quando può se ne approfitta. 
Le rivoluzioni non si fanno così. La violenza, come quella di questi giorni in Spagna, anche se è il frutto di una legittima esasperazione, alla fine non paga mai. Si rischia di farsi male, di far male agli altri e di... finire in galera! 
Le rivoluzioni, quando necessarie, si fanno con l'informazione e con la nostra partecipazione attiva alla res publica manifestando, quando lo riteniamo giusto e nei modi che la legge ci consente, il nostro dissenso. 
Siamo o non siamo noi i destinatari della "cosa pubblica"? Siamo un popolo sovrano, fatto da veri cittadini, o un popolo di sudditi? Abbiamo, sì o no, il diritto di tutelare la nostra esistenza, fino alla stessa nostra sopravvivenza, contrastando legittimamente tutte quelle dinamiche che ce lo vorrebbero impedire? 
E allora, diamoci da fare. Non facciamo gli spettatori. Diventiamo una buona volta attori. La resistenza, quando viene esercitata nei confronti dell'oppressione, fa parte dei "diritti naturali e imprescindibili dell'Uomo" che nessuno, e dico nessuno, ci potrà mai togliere.
Tornando a noi, dunque, e per capire meglio il federalismo, vi trascrivo il vecchio art. 119 della Costituzione che trattava le funzioni amministrative di Regioni, Province e Comuni. 
Mi dispiace costringervi a leggere, ma se vogliamo sapere come funziona questo Paese è necessario essere sempre informati.

(Vecchio):  

"Le regioni hanno autonomia finanziaria nelle forme e nei limiti stabiliti da leggi della Repubblica, che la coordinano con la finanza dello Stato, delle Province e dei Comuni.
Alle Regioni sono attribuiti tributi propri e quote di tributi erariali, in relazione ai bisogni delle Regioni per le spese necessarie ad adempiere le loro funzioni normali.
Per provvedere a scopi determinati, e particolarmente per valorizzare il Mezzogiorno e le Isole, lo Stato assegna per legge a singole Regioni contributi speciali.
La Regione ha un proprio demanio e patrimonio, secondo le modalità stabilite con legge della Repubblica"
.

(Nuovo):  

“I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno autonomia finanziaria di entrata e di spesa.
I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno risorse autonome. Stabiliscono e applicano tributi ed entrate propri, in armonia con la Costituzione e secondo i principi di coordinamento della finanza pubblica e del sistema tributario. Dispongono di compartecipazioni al gettito di tributi erariali riferibile al loro territorio.
La legge dello Stato istituisce un fondo perequativo, senza vincoli di destinazione, per i territori con minore capacità fiscale per abitante.
Le risorse derivanti dalle fonti di cui ai commi precedenti consentono ai Comuni, alle Province, alle Città metropolitane e alle Regioni di finanziare integralmente le funzioni pubbliche loro attribuite.
Per promuovere lo sviluppo economico, la coesione e la solidarietà sociale, per rimuovere gli squilibri economici e sociali, per favorire l'effettivo esercizio dei diritti della persona, o per provvedere a scopi diversi dal normale esercizio delle loro funzioni, lo Stato destina risorse aggiuntive ed effettua interventi speciali in favore di determinati Comuni, Province, Città metropolitane e Regioni.
I Comuni, le Province, le Città metropolitane e le Regioni hanno un proprio patrimonio, attribuito secondo i princìpi generali determinati dalla legge dello Stato. Possono ricorrere all'indebitamento solo per finanziare spese di investimento. È esclusa ogni garanzia dello Stato sui prestiti dagli stessi contratti"
.

Le differenze tra il vecchio e il nuovo mi sembrano evidenti.
All'epoca della vignetta ripubblicata su questa pagina scrissi più o meno che "il federalismo, sbandierato come la panacea contro tutti i mali, anziché diminuirle, avrebbe invece aumentato le tasse". Sappiamo benissimo, per esperienza diretta (e indiretta), che chi ci amministra trova sempre il modo per inventarsi nuovi balzelli. Lo fa lo Stato, col governo centrale, e lo fanno Regioni, Province e Comuni con le "addizionali Irpef" e i relativi... ritocchini.  Senza contare tutto il resto delle imposte, come Irap, Tarsu, Imu, Ici, passi carrabili (Comuni); compartecipazione alle accise sulla benzina, sull'Irap, sull'Iva (Regioni); addizionale sulla bolletta dell'Enel, imposta di trascrizione per i veicoli (Ipt, che può arrivare a un massimo del 30%), sulla Rc auto (Province). E forse ne ho dimenticata anche qualcuna.
E non è per niente vero che utilizzando l'arma del voto potremmo così "premiare" le amministrazioni "virtuose" e "punire" quelle "scialacquone", come ci dicono.
Perché, come avviene per il governo, tutti si possono appellare alla cattiva gestione di chi li ha preceduti, dicendo che non ne hanno colpa, e che il "buco" glielo hanno lasciato gli altri. Gli esempi, anche di questi ultimi giorni, non mancano.
E siccome, anche se ne avresti la voglia, non li puoi cacciare a calci nel culo prima della scadenza del mandato elettorale (anche perché i calci nel culo non sono ammessi per legge), succede che te li devi puppare per tutta la legislatura.
Allora, quando viene il momento di "punirli", dici "Ora t'aggiusto io!" e decidi di dare il tuo voto ad altri, che però dopo qualche mese fanno come i loro predecessori: i "ritocchini fiscali". Perché hanno trovato dei "buchi" di bilancio fatti da chi li ha preceduti.
Gli anni passano, tu invecchi, hai sempre meno soldi e un giramento di coglioni tale che neppure alle giostre del parco giochi!


Ultime notizie, tratte da "Il Sole 24 Ore" di oggi (27 settembre 2012), a pag. 3:

"Fisco regionale da record: + 50% in dieci anni. Nello stesso periodo aumentano del 31,6% anche le imposte pagate allo Stato da cittadini e imprese"

Eccolo, il nuovo "federalismo all'italiana"!

2 commenti:

  1. Caro Francesco anche la cosa più seria con le tue vignette ci fa fare un sorriso. ciao amico.
    Tomaso

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  2. Grazie di nuovo, caro Tomaso.
    Un caro saluto e a presto, Francesco

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