mercoledì 17 ottobre 2012
Legge di stabilità
E cosi il governo tecnico ci rifotte di nuovo. Bene, bravi, bis! Fa vedere che ci tende generosamente(?) una mano, mentre con l'altra, sapientemente mascherata dalle solite contabilità contorte - vedi le disposizioni, le relative modifiche, le conversioni, le sostituzioni, le abrogazioni, i commi bis e ter e tutto ciò che dalla "legge di stabilità" deriva -, alla fine di tutti questi bei discorsi ci toglie più di quanto ci dà. Naturalmente, facendolo sempre in nome dell'«equità». E anche del «rilancio dei consumi», figuratevi se non li nominavano!
Intanto, da ogni parte si dice che questa legge non porterà alcun vantaggio ma solo spese in più per le famiglie, e naturalmente un ulteriore calo dei consumi. Avviene così che, nel nome della "spending review", si facciano tagli sulla Sanità, sulla Scuola (manutenzioni ordinarie e straordinarie rinviate a "data da destinarsi"), sugli aspiranti carabinieri "idonei non prescelti" che avevano vinto il concorso ma che per decreto sono stati rimandati a casa (ricorreranno al Tar), ma non sui maxi-stipendi dei dipendenti pubblici, o sulle aziende municipalizzate, o su tanti altri strombazzanti proclami normativi, spesso oggetto di "obiezioni di legittimità costituzionale" e per questo rispediti al mittente.
E mentre i tecnocrati, se interrogati, continuano ad essere evasivi o muti, tutt'intorno fervono i lavori per l'occupazione delle prossime, comodissime poltrone: con Tizio che non vuole Caio, Pinco che chiede la separazione da Pallino, e con Sempronio che li rottamerebbe volentieri tutt'e quattro.
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