Stamani ho ripreso a svegliarmi con una discreta incazzatura. Era un bel po' che non mi capitava. Sarà per colpa del tempo, ancora brutto e freddo, oppure per quello che c'è nell'aria e che si respira quando senti le notizie, comunque mi sono svegliato incazzato.
Mi riferisco alla politica e agli annunciati cambiamenti, che però lasciano presupporre che tutto resterà come prima: i rimborsi ai partiti - diventati sempre più "comitati d'affari" -, la legge elettorale - tra porcelli, porcellini e "maialate" in genere -, il lavoro, la disoccupazione e tutto il resto. Intanto, sette milioni di persone sono state chiamate a votare per i consigli comunali e i sindaci, ma se n'è presentata la metà. Forse è un segno. Che sia perché la gente comincia a essere stanca di chiacchiere e promesse? Eppure, se leggi gli slogan - i soliti, idioti e scontati "pensierini"- che scrivono sui "santini", tutti sono pronti a "voltar pagina", tutti ti daranno una "città migliore", tutti promettono "competenza" e "futuro diverso", mentre c'è anche chi dice "ci metto la "faccia", evitando però il culo, perché non si sa mai...Ma dicevo che mi sono svegliato incazzato, e così, per calmarmi, mi sono fatto un giro con la bici. E con la macchina fotografica. Me ne sono andato verso il mare, verso il Poetto: la bellissima e sfortunata spiaggia di Cagliari. "Chissà che non sia cambiato qualcosa - ho pensato -, e magari gli hanno anche dato una ripulita"...
Ve le mostro, le foto che ho scattato, così le vedete anche voi e, chissà, forse anche voi, come me, v'incazzerete. Come incazzati probabilmente saranno i gestori dei punti di ristoro che da mesi (anni?) lottano contro gli smontaggi forzati e i rimontaggi svogliati dei "baretti", tra ordinanze, sentenze, piani urbanistici, violazioni, sequestri e successivi ricorsi al Tar e al Consiglio di Stato. E così viene da chiedersi come si sia giunti a questo. Un po' come l'ineleggibilità di Berlusconi secondo una legge del 1957 (che in pratica riguarda il conflitto d'interessi), ma della quale non si è mai tenuto conto avendo permesso a Berlusconi di fare politica per oltre vent'anni. Però vorrebbero applicarla adesso.Io non conosco a fondo la storia dei baretti, ma anche lì ci sarà stato un inizio. I concessionari avranno chiesto le autorizzazioni necessarie, che immagino saranno state concesse; avranno costruito secondo regole precise, con progetti regolarmente approvati: rispettando stili, dimensioni, colori e tutto il resto, nel frattempo controllati da chi doveva controllare. E poi? Dice che successivamente molti si sono "allargati", abusando di cemento e altri materiali, e pare che qualcuno abbia addirittura ottenuto - com'è possibile? - la "concessione edilizia". Se davvero c'è, la "concessione edilizia", qualcuno gliel'avrà pur data. O se la sono presa da sé? E dov'erano, mentre si commettevano gli "abusi", quelli che avrebbero dovuto controllare? Il Poetto non è certo in culo al mondo; ci sarà passato, ogni tanto, qualche vigile o qualcuno del Comune. Possibile che fossero tutti bendati? O ipovedenti? Sembra incredibile! E così, all'inizio dell'estate, ci tocca rivedere cumuli di legname, seggiole di plastica abbandonate, tendoni, materiale di ogni tipo e detriti accatastati sulla spiaggia. Col pericolo di farsi male pestando un chiodo o un vetro. Ma se tra un po' dovessimo tornare alle elezioni, state pur tranquilli che tutti i candidati si sgolerebbero ad assicurarci un "futuro diverso", un "Poetto finalmente vivibile", una "Cagliari da amare" (o "Da mare", secondo le fantasie dei pubblicitari), per poi ricordarci che, passata la festa e gabbato lo santo, il "Baretto è da smontare" o il "Chioschetto è da rifare".Questo è, dunque, il Poetto dei chioschi e dei baretti. Ma, intorno, cosa c'è? Tutto è davvero bello, come bello dovrebbe essere un luogo che è lo specchio turistico della Città? Fatevi un giro, come l'ho fatto io, e aprite bene gli occhi. Guardatevi intorno, e poi chiedetevi se non è vergognoso lo spettacolo che vi viene offerto! Erbacce, tubi arrugginiti, materassi abbandonati, scarpe vecchie, e cartelli stradali divelti come quello che ho trovato l'anno scorso e che oggi è sempre lì. Com'era l'anno scorso... Com'era agli inizi di maggio...
... e com'è oggi!
Ebbene, quel cartello l'ho pagato anch'io! Come l'avete pagato voi! E non l'abbiamo certo pagato, io e voi, perché fosse lasciato abbandonato per terra e nessuno più se ne curi. E la pulizia dei luoghi? Compresi coloro che questa pulizia dovrebbero fare e che tutti noi paghiamo con tariffe salate insieme agli altri che dovrebbero controllare che questa pulizia venga effettivamente fatta ma non lo fanno altrimenti sarebbe tutto pulito, ma che tra un po' ci troveremo a dover pagare sotto la voce "TIA", ovvero "Tariffa Igiene Ambientale".
Che fine fa tutto questo? Non siete indignati? Io sì. Sono indignato, e anche incazzato. Perché devo pagare per un servizio che non ho. Stiamo diventando, l'Italia sta diventando, un Paese senza più cultura e senza più diritti. Solo doveri.
Mi stanno, ci stanno, scippando anche il diritto alla bellezza!
Le decine di poveri, o finti poveri, di lavavetri, di vendirobe, di nomadi con bambini piccoli che imperversano ai semafori, agli angoli delle strade, fuori dai supermercati, fuori dalle chiese e sui marciapiedi vengono scaricati addosso a noi. Lo Stato non se ne cura. Li accoglie, e in che modo lo fa è sotto gli occhi di tutti, e poi li scarica sulle nostre coscienze perché siamo noi, e non Lui, lo Stato, le Istituzioni, ad occuparcene.
In confidenza, detto tra noi, mi sarei anche rotto un po' i coglioni.