giovedì 30 maggio 2013
Poetto, baretti e degrado
Stamani ci sono tornato, al Poetto. Perché il degrado è davvero tanto, e una mattinata non basta per documentarlo tutto. Specialmente col tempo che sta facendo: brutto brutto brutto, e con la minaccia incombente della pioggia che ti costringe a rientrare a casa all'improvviso.
Per questo inizio la nuova carrellata di immagini con un paio di "panoramiche" che dovrebbero farvi capire quanto questa spiaggia sia stata bella, e che basterebbe davvero poco per farla tornare a risplendere com'era in passato.
Solo un po' di buona volontà, basterebbe. E tanto amore da parte di tutti per le cose che ci appartengono.
Riprendo da dove ero rimasto ieri (era troppo tardi e sono andato a letto!) e aggiungo un'altra serie di foto.
Questo qui sotto è ciò che resta del pronto soccorso(?) del vecchio Ospedale Marino. Messo "in sicurezza" con reti di protezione colabrodo, oggi è un deposito di sostanze pericolose - forse anche amianto - per la cui rimozione dall'arenile lo scorso anno, e durante il periodo estivo, sono stati spesi 500 mila euro.
Oggi, dopo oltre vent'anni, è ancora così.
In basso, le... aiuole tra la strada litoranea e la spiaggia, con i ferri dell'armatura arrugginiti e pericolosamente sporgenti.
Tra l'altro, provate a immaginarvele con qualche fiore colorato. Non siamo forse a maggio, il mese dei fiori?
Qui, ancora rifiuti. C'è proprio di tutto: buste di spazzatura, cartoni, cartine e cartacce; un materasso per... nani e anche delle scarpe.
Mmm... vuoi vedere che nelle vicinanze hanno aperto un calzaturificio e non lo sapevo?
E poi, c'è l'area di fronte al Ristorante "Ottagono": un tempo adibita a parcheggio, oggi sotto sequestro. Si dice che fosse stata occupata "abusivamente", per questo hanno messo i sigilli.
Lasciando perdere le questioni legali, che non conosco, mi chiedo come mai chi l'ha sequestrata la lasci in tali condizioni di totale abbandono. Erba secca e incolta, tubi arrugginiti, pezzi di legno, aiuole "portapalme" sgretolate...
Dei danni causati all'ambiente se ne parla anche in ambito di Unione europea. Infatti (art. 191 del Trattato di Lisbona) gli Stati hanno il dovere di proteggere l'ambiente attraverso misure preventive atte ad evitare alterazioni ambientali. Se gli Stati hanno questo dovere, mi chiedo perché, a scalare, quest'obbligo non debba essere esteso a Regioni, Province e Comuni. E, di conseguenza, all'ente sequestratario del terreno. Il quale - come peraltro tocca al cittadino comune che possieda un terreno - dovrebbe avere l'obbligo di provvedere alla cura e pulizia delle siepi, delle cunette, delle aree incolte in prossimità di strade pubbliche o nel centro urbano, al fine di evitare incendi, accumulo di acque piovane, di sterpaglie e d'immondizia, queste ultime probabile rifugio di ratti, zecche e altri parassiti potenzialmente portatori di malattie trasmissibili all'uomo. E di "roba" scritta in proposito ce n'è a bizzeffe!
Il fatto è che dallo scrivere montagne di carta all'applicazione di quanto si scrive il passo non è breve!
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Incredibile! Caro Francesco.
RispondiEliminaTomaso
Ciao Tomaso, ti rispondo in ritardo perché ero fuori.
RispondiEliminaGià, incredibile ma vero!
Speriamo che ripuliscano, almeno prima della stagione balneare...
Un caro saluto e buona giornata,
Francesco