lunedì 29 dicembre 2014

Riforma pensioni 2015




Stando alle ultime notizie apparse su qualche giornale, pare che la nuova presidenza dell’Inps stia pensando di fare cassa intervenendo sulle pensioni ottenute con il sistema retributivo.

fonti:  
http://www.formiche.net/2014/12/29/contributivo-prelievo-sulle-pensioni-doro-cosi-tito-boeri-vuole-riformare-la-previdenza/

http://it.blastingnews.com/lavoro/2014/12/pensione-anticipata-e-riforma-pensioni-ultime-da-legge-stabilita-e-con-boeri-all-inps-00216645.html 

In pratica, quelle pensioni il cui calcolo, fino al 1995, veniva fatto sulla base di una media del reddito percepito negli ultimi dieci anni di lavoro. E se veniva fatto così evidentemente lo prevedeva la legge. Successivamente, con la modifica della riforma Dini del 1995 le cose sono cambiate, e chi al momento dell’entrata in vigore della legge aveva meno di 18 anni di anzianità sarebbe dovuto andare in pensione col metodo contributivo, ovvero sulla base dei contributi realmente versati; oppure con quello “misto” – cioè retributivo e contributivo – se l’anzianità era maggiore. Poi c’è stata la riforma Fornero del 2012 che ha esteso a tutti il sistema contributivo. Naturalmente, per chi al momento della legge Dini era già in pensione da alcuni anni valeva il metodo retributivo. Ebbene, se passasse il provvedimento, per ragioni di “equità” e per recuperare quanto non hanno versato, questi pensionati dovrebbero pagare una “penale” a seconda dell’importo pensionistico percepito e avere la pensione calcolata secondo il metodo contributivo vigente. Ma se lo facessero verrebbe applicata retroattivamente una legge che prima non c’era. Più o meno come se oggi, per rastrellare quattrini, con una legge creata apposta decidessero di farci pagare multe o tasse ormai prescritte da anni.
Che colpa ne hanno quelli che sono andati in pensione col metodo retributivo se la legge lo prevedeva?
Perciò, se così fosse, allo stesso modo molti pensionati potrebbero chiedere di essere riassunti al lavoro per colmare la differenza di reddito che inevitabilmente patirebbero con la nuova posizione pensionistica. 
Basta fare una legge che lo preveda.

E se invece il governo iniziasse a far cassa partendo da qui?:
fonte:
http://soldispettacolo.blogspot.it/2014/09/vitalizi-doro-ai-politici-regioni.html 

4 commenti:

  1. Cara Francesco, se questa fosse la soluzione, mi metto in lista pure io per ricominciare a lavorare:-)
    Bella veramente questa vignetta!!!
    Ciao caro amico e tanti auguri per il nuovo anno.
    Tomaso

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  2. Scusa Tomaso, ma nella concitazione pre-capodanno mi era sfuggito il tuo commento... ☺
    Per le pensioni, invece, anch'io farei la stessa cosa. Magari con un po' più di riguardo per l'età...
    Un abbraccio e a presto,
    Francesco

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  3. Caro Francesco, l'importo della mia pensione, frutto di una laurea
    e di trentacinque anni di servizio nella scuola, trenta dei quali da pendolare con una percorrenza media giornaliera di settanta km., è pari a quello di un onorevole regionale in carica per quattro anni, durante i quali ha comunque percepito uno stipendio cinque volte superiore al mio. Se aggiungiamo i viaggi gratis, i pranzi a costo stracciato, la sontuosa liquidazione e l'eventuale reintegro nel posto di lavoro momentaneamente abbandonato o, in alternativa, un incarico in uno dei tanti enti strumentali di mamma regione,la rabbia aumenta nel sentire che vogliono toccare i nostri diritti acquisiti.
    Buon Anno!

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  4. Buon Anno anche a te, Matita Rossoblù, e bentornato!
    Grazie per il commento, completo ed esaustivo, che condivido in pieno e al quale non ho alcunché da aggiungere.
    Un affettuoso saluto,
    Francesco

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