lunedì 17 giugno 2013

Decreto del fare


Premesso che personalmente ritengo più concreto e affidabile Letta di Bersani, e il fatto che questa nuova, strana coalizione stia reggendo lo dimostra, bisogna vedere se agli annunci (perché anche questo governo è bravissimo nel farli) seguirà la messa in pratica di quanto annunciato. Perché Quinto Enrico Letta, il novello "temporeggiatore", a parte aver rimandato a data da destinarsi alcuni provvedimenti tipo l'Imu e l'Iva, ancora non ci ha fatto sapere, concretamente, come intende ridurre la spesa pubblica: intendo quella dei palazzi e dei carrozzoni, non quella che riguarda il welfare. A meno che non si vada in Europa e si rinegozino seriamente i trattati, anche impuntandosi e facendo la voce grossa se necessario.
D'altra parte, negli 80 provvedimenti ultimamente varati dal consiglio dei ministri ci sono molte cose utili che però onestamente si sarebbero potute anche fare prima, anziché aspettare all'ultimo momento con un piede nella fossa.
Perché presentandoci il decreto del "fare" si sono dimenticati di tutti i precedenti decreti del "dire", che da un bel po' si sarebbero dovuti tradurre in "fare-fatti", coi quali i nostri politici in questi mesi-anni ci hanno riempito, oltre agli zebedei, le pagine dei giornali e le trasmissioni televisive perdendo tempo inutilmente.
Così, siccome a causa delle continue liti "condominiali" non si arrivava mai al capo della matassa, è stata la volta dei "tecnici", ai quali dopo un po' si è unito "il saggio" Enrico Bondi, nominato commissario per la "Spending review", che dopo un po' si è dimesso; ma siccome anche così non si risolveva nulla, si è reso necessario nominare 10 (dieci) "saggi".

 
fonte:  http://www.repubblica.it/politica/2013/04/12/news/saggi_relazione-56488726/

Siccome i "saggi" portano bene e il nome stesso è una garanzia, ne vengono nominati 35 (trentacinque), ai quali se ne aggiungono altri 7 (sette) con la mansione di "scribi" per "tradurre" in gergo giuridico le proposte presentate dai 35; infine 1 (uno) con la qualifica di "esperto in collegamento" tra i "saggi" e la Commissione Affari Costituzionali della Camera. 

fonte:  http://www.leggioggi.it/2013/06/06/riforme-costituzionali-chi-sono-i-35-saggi-piu-7-oggi-da-napolitano/ 
 
Onestamente, siccome a questo punto ho perso il conto, non so dirvi se i primi 10 (dieci) siano rimasti o se siano stati sostituiti dai successivi 35 (trentacinque). Spero che non me ne vogliate.
Verrebbe però da chiedersi cosa ci stiano a fare in Parlamento un migliaio di persone, pagate piuttosto bene, alcune delle quali elette dal popolo perché lo rappresentino e soprattutto risolvano i problemi del Paese, quando invece non sono capaci di risolvere nulla? Perché non si nominano direttamente dei "saggi" e ci facciamo governare da loro? Eviteremmo un sacco di spese inutili per le elezioni, e si risparmierebbero anche un sacco di soldi in stipendi, diarie e tutto il resto.
Concludendo, il "dire" lo hanno detto; il "fare" lo hanno fatto se sarà convertito in legge; ora non ci rimane che aspettare il "baciare", la "lettera" e il "testamento", così con le penitenze siamo al completo!  


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