lunedì 7 aprile 2014

Secessionisti veneti



Da un po' di tempo anche in Italia in qualche regione si sta cominciando a parlare di secessioni o di autonomie più o meno consensuali dallo Stato unitario. E' successo in passato, e succede ancora oggi. Vedi, per esempio, per restare nel nostro Continente, nell'ex Iugoslavia, in Irlanda, in Ucraina, in Scozia, in Belgio, in Spagna, in Sicilia coi "forconi", in Corsica e anche in Sardegna. Ma se per taluni di questi popoli i motivi possono essere diversi, perché diverse sono la Storia, la cultura, le tradizioni e la mentalità, in tempi di dura crisi come quella attuale altre cause vi si aggiungono: l'economia allo stremo, la disoccupazione, la tassazione esasperante e le conseguenti sofferenze sociali. Ed è in pratica quello che sta succedendo in Veneto e in Lombardia (colonne portanti e centro della nostra manifattura), dove la gente, dopo anni di cristiana sopportazione, ha deciso di ribellarsi ad una classe politica incapace e scialacquona, con una burocrazia talmente opprimente da diventare addirittura molesta. Ora io non sto qui a dire che il segno che la misura è ormai colma lo debbano dare per forza i "carrarmati", ma che la gente sia stanca e che il malessere abbia raggiunto livelli davvero preoccupanti è fuor di dubbio. 
Perciò, al di là d'improbabili letture "cospirazioniste", non credo che arrestare chi fa di queste proteste una bandiera di libertà e di giustizia sociale sia una mossa felice. Tutt'altro. Credo, invece, che il rischio maggiore sia quello di esacerbare ancor di più gli animi e di alimentare una rivolta di piazza che, prima di quanto possiamo immaginare, potrebbe diventare molto pericolosa.

2 commenti:

  1. Caro Francesco, io come sai venga dal Veneto, ma penso che quello che anno fatto sia sbagliato quasi quasi ridicolo, quando penso che per unire l'Italia a costato tanto sangue.
    Non è questo il modo per fare rinascere l'Italia.
    Ciao e buona serata caro amico.
    Tomaso

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  2. Caro Tomaso, ti chiedo scusa per il ritardo ma in questi giorni stavo riparando una bicicletta e ho disertato il computer.
    Ognuno protesta come può e come sente di farlo. Per questo non mi sento di giudicare. Registro solo che la disperazione di molte persone ha raggiunto livelli pericolosi che, ahimè, rischiano di cancellare anche secoli di Storia gloriosa. Ma la colpa di tutto ciò che accade la do unicamente alla politica, che non ha saputo far tesoro dei sacrifici di chi questo Paese l'ha costruito con il lavoro e, talvolta, anche col sangue. Peccato, perché ci saremmo meritati di meglio...
    Il solito abbraccio,
    Francesco

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